L'estate scorsa iniziai a scrivere un romanzo giallo, scrissi due capitoli ma poi non continuai più. In questi giorni l'ho ripreso per continuarlo e l'ho riletto. Vi propongo l'introduzione al romanzo, dal quale non si capisce nulla della storia in sè, non tanto per sapere il vostro parere sulla storia ma sul modo di scrivere.
Secondo me l'introduzione ha periodi troppo brevi e sicuramente ci saranno molte ripetizioni di termini....
Erano circa le tre di pomeriggio quando il taxi si fermò sul ciglio della strada. Dall'auto scese un uomo alto, smilzo, di una corporatura secca. Sembrava quasi che il caldo di quel pomeriggio d'agosto lo avesse prosciugato; la stessa aria afosa che non gli impedì però di indossare il suo impermeabile beige con sotto la solita camicia a scacchi.
Pagato generosamente l'autista, fece quattro passi per quel marciapiede, fino alla vista di un cartello:
<< Villa Rosa, dev'essere questa. >>
Prese con sé la valigia ed estrasse dalla capiente tasca un piccolo mazzo di chiavi con il quale aprì il piccolo cancello d'ingresso. Un modesto giardino si aprì ai suoi occhi, tutto era ben curato. C'era persino un albero da frutto con cui servirsi nelle notti calde. Giunto davanti alla porta di quella che sarebbe stata la sua dimora per quel breve periodo di vacanza, si fece strada per la casa. Salì al piano superiore per sistemare la valigia nella camera da letto, le tende oscuravano la stanza. Aprì la finestra scoprendo un paesaggio davvero suggestivo. Quant'era bella la Toscana.
Sistemate le valigie e rinfrescatosi, il detective Ravan ( il nome è provvisorio) decise che avrebbe fatto un giro per il quartiere. La piazza di quel piccolo paesino aveva qualcosa di magico, o forse era l'idea di vacanza che la rendeva tale. Con quel sole che batteva alle cinque di pomeriggio ci voleva una bella bevanda fresca. Come un miraggio, raggiunse il bar più vicino, si trovò un posto ad uno dei tavoli all'aperto e ordinò un aperitivo.
Affianco al suo braccio giaceva un quotidiano. Con la coda dell'occhio lesse il titolo della prima pagina: " Impazza il Social Book su internet!". Chissà cos'era questa faccenda del "libro sociale". Lui non era mai stato un tipo molto esperto di questi affari tecnologici.
Dopo la gustosa rinfrescata, decise di tornare a casa godendosi una passeggiata afosa.
Villa Rosa faceva parte di un complesso di residence turistici, che ogni anno il comune affittava per promuovere il territorio. La zona era davvero bella. Intorno tutto era verde, e la vegetazione era ben curata sia dagli addetti comunali che dalle signore anziane che si divertivano a prendersi cura di quelle piante sperimentando nuovi metodi di concimazione magari visti in quel programma mattutino in tivù che tanto amano. Rincasato, salì al piano di sopra dove notò un computer. Era una buona occasione per sapere cos'era un social book. Anche se personalmente ne avrebbe fatto a meno, professionalmente doveva sapere un po' tutto sulle ultime novità.
<<Vediamo cos'è questo social book. >>
Il motore di ricerca lo indirizzo subito a tantissimi risultati. Aprì distrattamente il primo, e lesse le prime righe.
<<Un libro la cui diffusione viene fatta tramite il web grazie all'utilizzo dei Social Network >> Aveva l'aria un po' perplessa.<< Interessante. >>
Chiuse così quella questione e decise che quella notte sarebbe stato fuori in giardino con un bel bicchiere ghiacciato a godersi quello spettacolo meraviglioso che era il cielo stellato. A Londra non era possibile vedere tutta quella parte di cielo senza essere disturbati da ostacoli visivi. Grattacieli, palazzi e smog rendevano quasi impossibile vedere un pezzo di cielo sereno.
Rimase lì per un bel po' di tempo, assopendosi parecchie volte su quella comoda sedia sdraio. Passate le due di notte, il suo sonnellino all'aperto venne interrotto dal miagolio di un affascinante gatto che si stava strusciando contro il suo braccio. Svegliatosi, fisso per un paio di secondi il suo orologio, poi, resosi conto dell'ora tarda, non si preoccupò di prendere la sedia sdraio ma corse subito ad infilarsi il suo comodo e confortevole pigiama di flanelle ficcandosi poi nelle estive coperte del letto. Lasciò la finestra aperta in modo che quel venticello estivo gli accarezzasse il viso già sudato. Sarebbe stata una notte davvero rigenerante.