Rabbia. Tanta. Ho voglia di urlare, di spaccare una sedia in faccia a qualcuno, di sputare, di rompere, di caos. Provo ad urlare ma mi escono solo brevi gemiti. Che amarezza! Le mie dita tremano, la mia bocca è poco più di una smorfia, i miei occhi sono socchiusi dall’odio. Cerco una ragione, una spiegazione a quella frustata, a quel colpo. Cerco giustizia. Voglio capire. Perché mi ha colpito? Perché mi ha fatto e continua a farmi tanto male? Ho voglia di uccidere. Io. Io che sono sempre stata contraria alla violenza. Io che considero la vita umana il bene più prezioso che esista. Io che non sopporto la sofferenza e il dolore. Voglio uccidere. Ho voglia di menare schiaffi, così, solo per la soddisfazione di centrare in pieno quel viso di merda. Voglio prenderla a calci fino a strapparle la vita, voglio tirarle via quei capelli, voglio graffiarla tutta, per lasciare impresse nel suo corpo linee di sangue, così come ce l’ho io. Voglio… voglio. Ma non ho il coraggio. Ho paura di essere ricattata. Mi toglierà tutto quello che ho, ne sono certa. Mi priverà dei miei svaghi, della mia libertà, dei miei sogni. Spegnerà quel soffio di speranza che ogni tanto riaffiora in me e mi da il coraggio per alzare la testa ancora una volta e saper sopportare il dolore. Voglio che muoia. Nella mia vita ha portato solo scompiglio. Solo dolore, solo vergogna. Mi fa schifo. Quando mi tocca provo un conato di vomito. Mi viene da sputarle in faccia. E’ insignificante e schifosa. La odio. Voglio che muoia. Mia madre. Ogni pretesto è buono per schiaffeggiarmi, per maltrattarmi, per urlarmi dietro, per incolparmi, per insanguinarmi, per calpestare la mia dignità, per usarmi, per sfogarsi, per umiliarmi. La odio. Il legame tra una madre e i propri figli è oltre l’immaginabile. Dal principio la mamma è sempre stata rifugio, sicurezza, amore, protezione, comprensione. Perfino i cuccioli dei più insignificanti animali di questo mondo lo sanno. Ebbene io non lo so. A volte penso che mi abbia portato davvero la cicogna. Non mi rispecchio affatto in tutta quella violenza, in quell’oppressione, in quella cattiveria che la consuma ogni giorno di più. Non la conosco. Non so chi sia. Quando rivedo le foto di quand’ero bambina vedo solo volti stucchevoli e sorridenti. Mani che mi tengono qua, mani che mi prendono là… E che poi permettono che sia così violenta con me. Non ricordo un solo giorno della mia vita in cui non sia stata il suo bersaglio quand’era nervosa. E’ da quando sono piccola che è così. Così violenta, così prepotente, così manesca, così sboccata. Innumerevoli volte ha anche tentato di uccidermi. Una non la ricordo, ero troppo piccola, ma stando ai suoi racconti mi ha gettato giù dal letto all’improvviso e poi mi ha trattenuto per un piede l’istante prima che toccassi terra. E’ poi è scoppiata a ridere. Io trovo che sia un’autentica squilibrata. Una donna che getta dal letto la figlioletta di pochi mesi e poi scoppia a ridere, mi sembra una squilibrata. Ho paura. Ho paura di portare per sempre dentro me i segni di tutta questa violenza. Ho paura di trasmetterla agli altri, ai figli che avrò. Non temo tanto lei, ma il nemico che si è insidiato dentro me. L’odio, il rancore, l’amarezza, il rimpianto. Tutti sentimenti a me poco noti, crescono ogni giorno di più, si fanno strada nel mio cuore e si manifestano violentemente quando meno me lo aspetto. Non riesco a controllarmi. Ho voglia di morire. Ma così è troppo facile. Togliersi la vita per l’errore di una madre. Per una donna fallita che non sa cosa farsene della sua vita. Che non ha realizzato nulla, che accumula odio dentro sé e lo trasmette agli altri. Che lo trasmette a me. Voglio trovare la strada giusta. Voglio un aiuto. Chi mi può aiutare????