Non va bene a tutti no,ma la percentuale di quelli che sanno solo lamentarsi è molto,troppo alta.Lo vedo nella cerchia dei miei amici,dei conoscenti ecc,prima ancora di iniziare a lavorare pensano ad avere domeniche libere,non lavorare nei festivi,garanzie di non spaccarsi troppo il culo e guai a parlare di trasferimenti e ore di straordinario.
Avendo poi avuto modo di colloquiare parecchia gente negli anni,scopo assunzione,mi sono reso ancora più conto di quanto la mia non sia stata solo fortuna,come la chiami tu.E' troppo facileparlare di fortuna quando si commentano i successi altrui ed è ancor più facile parllare di sfortuna quando si devono giustificare i propri insuccessi.
Ti lascio con un testo,che per'altro avevo già pubblicato sul forum che utilizzo anche a scopo motivazionale quando faccio formazione al personale neo assunto,testo che i miei capi mi avevano fatto leggere a loro volta quando il neo assunto ero io e già la situazione lavorativa in Italia non era certo rosea.
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."