La Raynham Hall é sita nell’omonima cittadina del Norfolk nei pressi di Fakenham.
Fu costruita a cavallo del XVI e XVII secolo su commissione di Sir Roger Townshend.
Gli strani avvenimenti che interessarono la Hall ci sono stati tramandati da numerosi personaggi storici del tempo.
Tra le diverse testimonianze pervenuteci, forse la più interessante è rappresentata da quella fornitaci da Gwladys Townshend che visse nella reggia per molti anni e che cercò di fare luce sulla possibile identità della “Lady in brown”.
Secondo l’ipotesi più accreditata, il fantasma ritratto nella fotografia sarebbe quello di Dorothy Walpole, sorella del celebre statista Sir Robert Walpole che divenne primo ministro inglese nel 1721.
Costei era convolata a nozze con il secondo visconte Charles Townshend ma la loro vita di relazione non fu facile né prima né dopo la sacra unione.
Il padre di Dorothy, infatti, impedì per molto tempo che la figlia si accasasse nella Raynham Hall: le umili origini di lei avrebbero alimentato impietosi pettegolezzi gettando sulla famiglia Walpole l’ombra di una dinastia a caccia di facili ricchezze.
Fu così che Charles si rifugiò tra le braccia della figlia di un barone, sposandola.
E Dorothy? Si spostò prima a Londra e poi a Parigi dove si diede alla mondanità cercando di dimenticare la sua infelice vicenda sentimentale.
Fu proprio quel darsi alla bella vita che avrebbe con ogni probabilità segnato la sua fine in un futuro non molto lontano.
Ma si sa, la vita è strana e per qualcuno il destino vuole che certi treni tornino ad incrociare binari già percorsi: dopo essersi sposata con un nobile francese (dai costumi assai discutibili) ed aver scandalizzato la buona società, Dorothy ritornò precipitosamente in patria quando nel 1711 fu raggiunta dalla notizia che il suo amato Charles era rimasto vedovo.
Un anno più tardi, Charles e Dorothy erano finalmente dinanzi all’altare.
L’unione si rivelò felice almeno fino a quando qualcuno non pensò bene di informare Sir Townshend dei trascorsi di sua moglie in terra francese.
Quell’esperienza coniugale vissuta oltre la Manica aveva lasciato il segno nell’animo di Dorothy che, al di là di una morbosa attenzione rivolta ai suoi figli, dimostrava di aver ben pochi interessi genuini.
Dorothy probabilmente avrebbe voluto dedicare la sua intera esistenza alla cura della sua prole ma il suo amore materno venne respinto dagli altri componenti familiari ed i figli furono affidati alla nonna: senza alcun motivo apparente, Dorothy venne esclusa dalla loro educazione.
Quale ragione poteva mai aver spinto la famiglia Townshend ad allontanare dai suoi ragazzi una madre così premurosa? Ancor oggi si vocifera che Dorothy fosse una donna di rara bellezza, innamorata di un mondo materiale dal quale poteva attingere senza alcun tipo di problema economico facendo collezione di tutto ciò che era frivolo e riempiendo i suoi armadi con i vestiti più costosi che vi fossero in circolazione.
Fu proprio questa sua propensione al narcisismo, già assaporato ai tempi del suo primo viaggio a Parigi, che alla lunga finì col guastare irrimediabilmente rapporti con il marito.
Degenerazione che si consumò in fretta e condusse alla inevitabile tragedia familiare.
Secondo quanto si racconta, Dorothy fu rinchiusa in una stanza e lasciata morire d’inedia.
Più precisamente, il marito confinò Dorothy nei suoi alloggi e diede istruzioni alla servitù affinché nessuno potesse entrare od uscire da quelle stanze.
Le versioni sulla fine di Lady Walpole sono tuttavia discordanti: di certo la donna passò a miglior vita a quarant’anni. Quello che rimane ancora avvolto nel mistero sono le cause del suo decesso: a parte la teoria sopra citata (sulla quale dubitava pure Gwladys Townshend, vissuta alla Hall diverso tempo dopo) una seconda versione (quella ufficialmente fornita dalla famiglia Townshend di allora) vede Dorothy consumata dal vaiolo.
La terza ed ultima ipotesi descrive un decesso più burrascoso: Dorothy avrebbe trovato la morte dopo essere stata scaraventata giù dalla grande scalinata del salone
(la stessa dove appare nella celebre fotografia).
Testimonianze:
dopo la dipartita dell’affascinante donna, ben presto alla Raynham Hall cominciarono a circolare strane voci in merito a stranissimi accadimenti.
Tali dicerie assunsero una certa consistenza quando la servitù della reggia confermò di aver scorto più volte uno spettro dalle sembianze femminili.
Da quel giorno, le testimonianze cominciarono a moltiplicarsi e non mancano neppure “reports” quasi contemporanei.
Nel 1786, colui che in seguito sarebbe divenuto re Giorgio IV, fu ospitato nella Raynham Hall.
Come egli stesso testimoniò, una notte si svegliò e si ritrovò dinanzi ad una donna vestita in abiti scuri, con i capelli spettinati e dal volto cereo.
Inutile dire che il futuro re abbandonò la reggia precipitosamente, non prima di aver messo a soqquadro la casa in preda ad un’incontenibile ira.
La famiglia Townshend, sconvolta dalla pessima figura rimediata con l’illustre ospite ed allarmata dall’assoluta attendibilità di quella testimonianza, decise di istituire una sorta di servizio interno di vigilanza: domestici e guardiacaccia avrebbero dovuto verificare la presenza dell’insolita dama.
Furono sufficienti soltanto poche notti per avvistarla nuovamente: uno dei preposti, dopo averla scorta, cercò di bloccarla ma costei non accennò a rallentare il passo attraversando il corpo del malcapitato e lasciandogli addosso una sensazione glaciale.
Nel 1835 il fantasma di Dorothy rovinò i festeggiamenti durante il giorno di Natale: diversi ospiti fuggirono dopo averla scorta.
Così non fu per il colonnello Loftus, fratello dell’allora Lady Townshend il quale decise di trattenersi ancora qualche giorno tra quei saloni e disse di aver visto lo spettro in diverse occasioni: la descrizione che fornì fu quella di una donna dal portamento elegante, vestita con un prezioso broccato ed un cappello.
Il viso appariva particolareggiato ma presentava, a suo dire, le orbite vuote.
Dopo l’ennesima apparizione, il capitano Frederick Marryat, persona schiva ed assolutamente scettica riguardo ai fantasmi, fu invitato ad indagare personalmente: prese alloggio in una stanza ove era presente un ritratto di Dorothy e quando incrociò il suo spettro lungo il corridoio, non ebbe difficoltà a riconoscerla: seguito da due amici, il Marryat prese ad inseguirla ma lei, soffermatasi davanti ad una porta, lanciò loro un sorriso pieno di disprezzo.
Preso dal panico, il capitano non esitò ad esplodere un colpo della sua rivoltella: il proiettile attraversò il fantasma e terminò la sua corsa sul legno della porta.
Seguirono molti altri incontri ravvicinati occorsi a persone diverse: tutti convenivano nel fatto che durante quelle materializzazioni sulla scalinata fosse possibile osservare i gradini che un qualsiasi corpo munito di un’assoluta fisicità avrebbe dovuto celare alla vista.
Le notizie di apparizioni si rincorsero incessanti fino a giungere all’anno 1936:
il 19 settembre di quello stesso anno, due fotografi di “Country Life”, mentre stavano posizionando la loro attrezzatura al fine di scattare delle foto alla reggia, si accorsero che proprio ai piedi della scalinata andava formandosi uno strano vapore dalle sembianze antropomorfe.
Senza indugio, impressionarono una lastra fotografica consegnando così alla storia lo scatto che ancor oggi tutti potete ammirare.
La storia sarebbe conclusa qui se non fosse da annotare un piccolo particolare: il 19 settembre coincideva con la data in cui Dorothy si sposò….
LE PRESENZE MENO NOTE DELLA HALL:
pochi sanno che la Raynham Hall non è abitata solo da Dorothy: secondo diverse altre testimonianze, la lussuosa residenza, sarebbe stata eletta come dimora da una rosea “Pink Lady”, da due distinti bambini, da un “Red Cavalier” e da un cane (uno spaniel, per la precisione).
Recentemente pare che l’apparizione si verifichi ancora ma assai di rado: le cose dovevano andare diversamente fino al secolo scorso se è vero che un numero imprecisato di residenti, servitù, visitatori occasionali...ed un re… hanno avuto modo di conoscere lo spettro di Dorothy.
MISTERO RISOLTO?:
La fotografia rappresenta una delle migliori immagini esistenti nel campo della ricerca di questi fenomeni: sebbene sia molto datata (1936) e catturata su di una lastra fotografica, essa rimane pur sempre molto indicativa e di rara bellezza.
La fotografia in questione è stata anche analizzata di recente da diversi esperti fotografici tra cui lo statunitense Joe Nickell il quale, pur affermando che lo stesso risultato sarebbe ottenibile mediante l’utilizzo della doppia esposizione, non ne ha decretato la non autenticità e pertanto la fotografia rimane stampata di diritto come corollario tra le pagine più interessanti delle apparizioni inglesi e del mondo intero.