L'ho sentito oggi al TG4, che dite?
Non si danno pace gli amici di Carlo D'Urzo, il quindicenne che si è tolto la vita nel suo appartamento del quartiere Sant'Antonio a Torre del Greco (Napoli), forse perchè vittima di un profondo disagio psicologico. I diversi segnali lanciati dal ragazzo che frequentava la terza A dell'istituto Nautico «Cristoforo Colombo» non sono stati recepiti dagli amici, soprattutto da chi frequentava la sua stessa classe. Già tre giorni prima del tragico gesto il ragazzo aveva scritto sulla sua bacheca di Facebook frasi del tipo «Sto arrivando all'aldilà», con una sorta di conto alla rovescia: «Avevamo pensato - dicono oggi i compagni di classe - che si trattasse di una ricorrenza particolare, forse addirittura del compleanno. Mai avremmo pensato ad una cosa del genere». Poi ricordano dell'ultimo messaggio lasciato nel suo profilo: «Addio a questo mondo crudele» pochi istanti prima di togliersi la vita. «Ma già in quel momento era troppo tardi - dice un amico in lacrime -, quando abbiamo saputo che Carlo si era ucciso non potevamo crederci». I segnali lanciati dal quindicenne non sono stati recepiti neppure dai genitori, che hanno appreso i messaggi su facebook solo dopo la morte del giovane. Neppure dagli amici del gruppo scout e dai tifosi della Turris, la squadra dicalcio che Carlo seguiva assiduamente. Nessuno aveva capito che quelle frasi - solo all'apparenza senza senso - in realtà erano una vera e propria comunicazione della sua decisione di uccidersi. Il giovane è stato trovato dal padre, dipendente comunale (la madre invece è invece un medico) impiccato nella sua camera: per compiere questo estremo gesto, il quindicenne ha usato una cintura. Sul letto ha lasciato un messaggio in cui ha chiesto scusa ai genitori e agli amici: «Non è per voi - ha scritto il ragazzo di suo pugno - che faccio tutto questo». Gli amici dell'istituto Nautico hanno partecipato ai funerali che si sono svolti nella chiesa di Sant'Antonio di Padova. Dall'altare uno di loro ha letto una serie di messaggi scritti di getto la mattina, quando i ragazzi si sono radunati all'esterno della scuola per ricordare «l'angelo biondo» come l'hanno ribattezzato. «Caro Carlo - hanno scritto i compagni del Nautico - questa mattina a scuola c'era un'aria immobile, con sguardi persi nel vuoto e aule vuote. Eri un bravo ragazzo, è difficile pensare che quell'angelo biondo non c'è più».
Hanno discusso poi di Facebook, se è giusto abolirlo o no...
Secondo me il problema non è Facebook, come hanno fatto capire al tg4(almeno per me) ma la gente stessa
Io sono iscritta a Facebook, e un giorno mi capitò di essere contattata da un ragazzo che diceva di sentirsi un lupo mannaro , poi da un altro depressoide che parlava sempre di suicidio, da allora ho smesso di frequentare Facebook
Cmq credo che il problema principale resta la gente, o forse Facebook porta alla rovina grazie a contatti per niente sani?
Qui si arriva all'Internet , in generale...