Sessantanove indagati e tre arrestati in 16 regioni italiane per la condivisione via internet di filmati pedofili di genere sadico in cui i bambini venivano sottoposti a vere e proprie torture. L'operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Siracusa, è stata eseguita dal Nucleo investigativo telematico aretuseo con l'impiego di 200 carabinieri e finanzieri. In manette sono finiti un impiegato di 57 anni del Bergamasco, un uomo di 42 della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro.
I militari hanno sequestrato filmati che con ogni probabilità sono stati girati nei circuiti del turismo sessuale. I video mostrano pesanti violenze su bambini e bambine di 4-5 anni, imbavagliati e legati. Si vedono i volti degli stupratori, che non fanno parte dell'inchiesta, e tra loro c'è anche una donna. Le immagini sarebbero state scambiate sul web tra gli indagati, per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni, che non sarebbero però tra le persone riprese nei filmati. Sette in passato erano stati già denunciati per reati sessuali nei confronti di minorenni.
Le regioni interessate dalle indagini sono Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. Quelle con il maggior numero di indagati sono Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto.
Le indagini del Nit, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, dall'aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Trinchillo, sono state avviate dopo una serie di denunce dell'associazione Telefono arcobaleno.