Scuola, lo scandalo "supplentopoli"
Prof. pagate senza un giorno di lavoro
Soldi pubblici spesi per pagare supplenti che, dopo aver firmato il contratto, entrano subito in maternità e vengono pagate senza neanche fare un giorno di lezione. Stando ai dati raccolti dall'associazione dei presidi è una prassi diffusa nella scuola italiana. Lo scandalo "supplentopoli" costa allo Stato 50 milioni di euro. Ogni anno sono centocinquanta le supplenti che accettano l'incarico e poi si mettono i maternità.
Come riporta il quotidiano Il Giornale, che allo scandalo dedica l'apertura di prima pagina, a sentire le testimonianze dell’Andis (l’Associazione dei dirigenti scolastici), ogni anno oltre mille tra supplenti, precari e fuori ruolo fanno ricorso ad aspettative di maternità e congedi parentali, come consente la legge. Ovviamente chi ne fa ricorso è pienamente in regola.
Ma le anomalie nascono quando, il giorno dopo l’accettazione della supplenza, l'insegnante dichiara alla segreteria della scuola che l’ha appena assunta di essere incinta. A quel punto scatta lo stato di maternità che consentirà alla neo-supplente di essere pagata regolarmente senza però mai fare neppure un’ora di lezione. La supplente "futura-mamma" dovrà quindi essere sostituita da un’altra supplente, sperando che anche quest’ultima non entri in maternità.
50 milioni spesi per trovare un supplente
Secondo i dati pubblicati dall'inchiesta de Il Giornale, nella scuola italiana succede anche che per trovare una supplente disponibile siano necessarie 574 telefonate. E' successo nel 2006 in una scuola di Latina. Spesso infatti le insegnati chiamate per pochi giorni di supplenza rifiutano l'incarico. In tutto lo Stato paga per la ricerca dei supplenti 50 milioni di euro all'anno.