Brescia, autovelox sotto accusa
Andava a 230Km/h: multa ritirata
Sfrecciava in autostrada a 230 chilometri all'ora, cento oltre il limite, ma la multa di 500 euro gli è stata azzerata, e la patente di guida restituita insieme con i dieci punti inizialmente decurtati. Tutto per merito, o colpa, dell'autovelox, finito sul banco degli imputati. Il giudice di pace di Verolanuova (Brescia) ha considerato fondate le critiche dell'automobilista al sistema ProVida 2000, azionato manualmente dagli agenti della polizia stradale.
Accusando l'autovelox utilizzato per "incastrarlo", un medico di Cremona diretto con il suo Suv Bmw a Brescia è dunque riuscito a farla franca e a farsi annullare la multa.
Munito di mini telecamera montata sulle auto civetta, il sistema usato per il rilevamento della velocità ha un cronometraggio manuale, che l'agente attiva quattro volte per rilevare l'andatura dei veicoli in avvicinamento. Il meccanismo è rodato, ma, secondo il legale del dottore pizzicato a 230 Km/h, presenta ampi margini di errore. "Questo sistema di misurazione presenta un importante fattore di debolezza - ha spiegato l'avvocato l'avvocato Luca Curatti che ha presentato il ricorso accolto dal giudice di pace di Verolanuova - . Il fattore di debolezza è la soggettività umana nei tempi di reazione e nella percezione dei riferimenti".
Stando alla tesi difensiva, il ProVida 2000 presenterebbe dunque difetti funzionali che non lo rendono "oggettivo". "Minimi errori di attivazione del cronometraggio del veicolo controllato possono determinare sovrastime sostanziali della velocità ad esso attribuita - ha proseguito Curatti -. Queste sovrastime possono andare ben oltre il 5% di tolleranza ammessa dalla legge e tale valore può raggiungere il 6-8% e anche percentuali superiori nel caso di usi impropri del sistema".