prostituzione
Diritti delle prostitute, fanno il giro del mondo per trovare il bordello migliore
Due anziane signore inglesi ispezionano le case di tolleranza. «Il Paradiso è in Nuova Zelanda»
DAL NOSTRO INVIATO
LONDRA – Due anziane signore inglesi, Jean di 62 anni e Shirley di 73 anni, armate di borsetta e bastone, sono andate in giro per il mondo a visitare bordelli. E non per una curiosità personale ma per portare a termine la missione che gli era stata affidata dall’autorevole Women’s Institute, la più grande associazione di volontariato femminile in Gran Bretagna. L’obiettivo: legalizzare la prostituzione nel Regno Unito in modo da proteggere le donne che praticano il mestiere più antico del mondo.
AMSTERDAM - La prima tappa è stata il distretto a luci rosse di Amsterdam dove le ragazze vengono abitualmente messe in vetrina. L’insolita coppia ha voluto ispezionare le stanze dove le giovani lavorano, i sexy shop pieni di attrezzi sadomaso e, per finire, hanno pure voluto provare l’ebbrezza di stare in vetrina per qualche minuto e vedere i clienti passare: «Ci hanno detto che dovevamo provare ad avere un contatto visivo con gli uomini – ha raccontato al Daily Mail, Jean Johnson che è sposata pilota della British ormai in pensione – ma mi è sembrata un’impresa difficile. Shirley invece ha detto che qualcuno le ha fatto l’occhiolino». L’ispezione è stata soddisfacente: «Le stanze dove le donne portano gli uomini sono molto pulite – ha detto ancora Jean - e c’è persino un pulsante da suonare in caso la situazione vada fuori controllo».
NEVADA - Ma l’idea di esportare il modello olandese nella cittadina georgiana di Alresford, nell’Hampshire o in qualche altra località inglese non è sembrata praticabile. Così le due intraprendenti signore sono volate in Nevada per visitare il Bunny Ranch, in pieno deserto. Anche lì pollice verso. Jean e Shirley non hanno apprezzato che le ragazze fossero messe in fila per essere scelte dal cliente: «Sembrava uno show per cani», ha detto Jean. E che le prostitute non potessero dire di no al cliente. Però dei lati positivi le due inflessibili ispettrici li hanno trovati in America: un ambiente sicuro e test medici di routine per evitare le malattie infettive. Una delle ragazze, Amy, si è anche premurata di mostrare loro il metodo migliore per praticare il sesso orale senza rischi: «Non avevo mai visto nulla del genere», ha commentato la Johnson, nonna e madre di tre figli.
NUOVA ZELANDA - Il paradiso delle prostitute per Jean e Shirley è in Nuova Zelanda dove le ragazze lavorano in piccoli hotel e hanno turni di lavoro decenti: «Dalle dieci di mattina alle sette di pomeriggio, come un qualsiasi lavoro», ha precisato Jean. A Wellington, per esempio, le prostitute possono guardare il cliente dallo spioncino e rifiutarlo se non le convince. Ora le due donne faranno rapporto all’associazione locale dell’Hampshire, che aveva dato loro l’incarico, e presenteranno anche una petizione a Downing Street. Il loro viaggio sarà trasmesso da Channel 4 il 3 agosto.
BORDELLO MOBILE - «Alcuni dicono che la prostituzione non dovrebbe esistere – ha detto Shirley Landells in un’intervista – ma il problema è che c’è. Dobbiamo trovare un posto sicuro per queste ragazze che non sono lo strato più infimo della società come credono alcuni». A muovere la campagna è stato un atroce delitto. Due anni fa a Ipswich, nel Suffolk, cinque prostitute furono brutalmente uccise. Nell’attesa di una decisione del governo Jean e Shirley hanno trasformato un camper in un bordello mobile e girano l’Hampshire con quello. All’interno preservativi, asciugamani puliti e borotalco.
Monica Ricci Sargentini
29 luglio 2008