vediamo un po': davanti al comune, troppi impiegati schiffarati e addormentati che manco se ne accorgerebbero e lo scambierebbero per un sacchetto della CONAD.
Davanti ad un bar, troppi nullafacenti che se lo giocherebbero a carte per un bicchiere di liquore.
Vada per l'ospedale e la chiesa, dove si presuma ci sia gente che abbia un minimo di sensibilità e rispetto per la vita, dato che sono spesso a contatto cn la sofferenza umana
Soddisfatto il tuo dubbio?............
Tu non parlavi di chi soffre, ma di chi "è spesso a contatto con la sofferenza umana"; queste persone che tu dici non soffrono, bensì sono spettatrici dell'altrui sofferenza, che cercano di alleviare.
Ora, lo spettatore di una sofferenza atroce, non augura la vita, a meno che non sia sadico, al sofferente, ma la fine della vita, cioè la morte!
ma che è un gioco di parole??
sia chi soffre che chi assiste è a contatto cn la sofferenza umana, e ci vuole una gran forza in entrambe le situazioni....
poi forse ( interpretando il tuo gioco di parole) ti riferisci all'eutanasia?
ok quello pero' è un altro discorso....
No, non mi riferisco all'eutanasia.
Nemmeno vuole essere un gioco di parole.
C'è una bella differenza fra l'essere sfortunati protagonisti della sofferenza e l'essere invece per propria scelta di sostegno a chi soffre.
Per quanto lodevoli si possano e vogliano considerare i secondi, non si può non ammettere che tra chi sta vivendo i dolori infernali di un tumore all'apparato digerente o respiratorio e colui che invece è al suo capezzale a bagnargli le labbra con la salvietta umida, quello che sta veramente male è il primo. Così come l'invalido che vive in pessime condizioni sia il vero sfigato rispetto a chi si prodiga di offrirgli un po' di aiuto e conforto...
Quel che affermavo quindi è che, una persona abituata alla sofferenza DEGLI ALTRI, lodevolissima da un punto di vista umano, dovrebbe avere l'auspicio della fine della sofferenza.
Essendo la vita sofferenza e la morte l'unica soluzione alla sofferenza, tali persone dovrebbero aver rispetto della morte e detestare la vita.
Sono d'accordo con quello che dici.
Su una cosa pero' non lo sono: tu dici che una persona che assiste una persona malata dovrebbe augurarsi la sua morte.
Io credo invece ( e ti parlo anche e soprattutto per esperienza personale) che quando un tuo caro sta male , non vuoi assolutamente augurarti la sua morte, lo assisti fino alla fine, fregandotene di te stesso e logorandoti fino alla fine, sia fisicamente che psicologicamente.
Preghi ( o speri per chi nn crede) oltre qualsiasi razionalità, che la persona che ami guarisca.
Poi se parliamo di eutanasia, come ho detto in un altro topic tempo fa, non mi sento assolutamente di condannare chi per amore acconsente alla richiesta del malato di porre fine alle sue atroci sofferenze, personalmente nn credo se ci riuscirei mai, ma ripeto nn condanno chi lo fa, credo che alla base vi sia un dolore immane.