Originariamente inviata da
Abel Balbo
le dinamiche però esistono...
Certo che non sapendo che storia c'è dietro l'abbandono di quel neonato, nessuno può dirlo con certezza...
Il più delle volte sono tristi storie di donne che vivono di prostituzione, senza permesso di soggiorno e con una paura fottuta di tutto ciò che è istituzionale, ospedali compresi.
Sarà una donna che prima che quella del figlio avrà messo a repentaglio la sua di vita, con un parto fatto, se non da sola, con l'aiuto di qualche collega prostituta.
Potrebbe essere una donna che ha fatto quindi l'equazione:
qualità della mia vita = qualità della vita che avrebbe mio figlio
Pensandoci bene, se così fosse, non ci sarebbe molta distanza da un aborto terapeutico.
A muovere i genitori in tal caso è la consapevolezza dell'emarginazione a cui sarà costretto loro figlio, nonché la mancanza di un sostegno affidabile dopo la loro morte.
Nel caso della prostituta, che vive anch'essa una sorta di emarginazione, la logica potrebbe essere la stessa.
Perché ucciderlo e non farlo ritrovare?
Da aspirante psicologa dovresti saper rispondere a questa domanda meglio di me. Sappi però che una buona psicologa dovrebbe porsi nei confronti del paziente con dei protocolli di comunicazione tali per cui entrambe le persone (dottore, paziente) sono OK, scevri da pregiudizi.
A me sembra abbastanza naturale considerare un proprio figlio, anche indesiderato, una continuazione di sé che non si vuole che vada a finire in mani altrui. Comunque spiegacelo tu...