Poco tempo fa lessi lo studio fatto dal comune di Roma che riguardava gli stupri commessi nell'ambito del comune e denunciati e sembra che la maggior parte fosse comunque opera di italiani.
Data questa notizia, della quale però dovete fidarvi perché ho perso i riferimenti, dico la mia:
Innanzitutto quando si parla di stupri, non prendo mai per buona qualsiasi notizia faccia riferimento a numeri, perché c'è molta ambiguità al significato che si fa di tale parola. C'è una confusione totale fra stupro, violenza, abuso e quant'altro... magari alla fine si scopre che si sta parlando di gente che ha messo la mano nel culo di una signora, convinti che invece si tratti di gente che tale signora l'ha costretta a un rapporto sessuale completo...
Per l'idea che mi son fatto io, se si parla di abusi sessuali, i primi in Italia sono gli italiani stessi, soprattutto nei luoghi di lavoro o comunque dove si creano rapporti di sudditanza, in cui l'abusato deve rispondere all'abusatore.
Nel caso invece di violenze sessuali vere e proprie, vale la divisione fra l'ambito familiare e quanto accade invece all'esterno del focolare domestico:
Nel primo caso vincono nettamente gli italiani.
Nel secondo vincono nettamente gli stranieri clandestini.
Io darei molta rilevanza al primo caso, che mi sembra quello di gran lunga più grave. Soprattutto in tempi come questi, dove i difensori della famiglia canonica relegano alla stessa il ruolo di "agenzia di pace". Mi sarei aspettato che a quegli individui che si macchiano di tali reati all'interno della propria famiglia fosse stato attribuito il ruolo di minatori della pace, prima che ad altre innocenti figure...