Modena sotto choc: un preside di un istituto d'arte che ha denunciato la diffusione su Internet di un video che ritrae una studentessa travolta e uccisa da un autobus. Riprese dai compagni, le immagini agghiaccianti dell'investimento sono finite in Rete accompagnate da commenti e battute. Subito dopo la denuncia alla polizia postale, le clip incriminate sono state rimosse dai siti.
"Siamo di fronte a un agghiacciante degenerazione delle relazioni umane di molti adolescenti"; denuncia il preside dell'istututo che ha segnalato il fatto alle autorità, Eugenio Sponzilli. Oltre alle immagini, diffuse su diversi portali video e blog privati, in Rete il tragico video dell'incidente è stato accompagnato da battute e commenti ironici assolutamente imbarazzanti e di pessimo gusto. "Dai, vai a vederla anche tu, ha la testa staccata", scriveva uno dei ragazzi che ha inserito la clip dell'investimento su un sito.
La vittima, una sedicenne marocchina, era una rappresentante di classe ed era una persona molto attiva nell'istituto. A scuola la conoscevano tutti, ma quando è stata investita alcuni coetanei invece di soccorrerla si sono affrettati a riprendere la scena con i telefonini. Un comportamento agghiacciante, che ha poi innescato un allarmante scambio di file su Internet. "Parecchi ragazzi mi hanno detto di sapere che quelle immagini sono finite su Internet - ha spiegato il preside -. Non siamo riusciti a trovarle, tuttavia. Secondo me, le hanno tolte quando hanno saputo che stavo per fare denuncia alla Polizia Postale".
Quante foto e video dell'incidente siano stati diffusi sul Web, per ora, non è ancora chiaro, ma l'episodio lascia comunque sgomenti. "Davanti alla scena dell'investimento, alcuni ragazzi sono svenuti o hanno pinato, altri invece hanno riso davanti a quel cadavere scomposto. - dice ancora il preside - Parecchi studenti hanno fotografato e filamto i pezzi del cervello della loro compagna sparsi a terra. Una cosa scandalosa, incredibile. Mi chiedo cosa stia capitando ai nostri ragazzi, ormai motli di loro sono impermeabili a qualsiasi messaggio educativo".
Fonte: libero.it