tipo quali?a leggere certi post mi vengono i brividi!!
vergognoso!!
tipo quali?a leggere certi post mi vengono i brividi!!
vergognoso!!
i balordi con mazze e pietre sono quelli che si fanno chiamre ultras....grandissime teste di azzo
posso assicurarti che non sono ultrasOriginariamente inviata da venom91
quoto venom in tutto
ah si e allora perchè a bergamo in curva nessuno ha tentato di fermarli§???????????????????
l'elenco è troppo lungo...ho letto tante stronzate vergognose....non scriverò più niente in questo topic!!Originariamente inviata da fefo42
ciao gabbo...riposa in pace!!
1 aprile 2007, ROMA-Milan
È il primo aprile, giorno tradizionalmente legato ai “pesci” e all’ironia. La curva romanista, benché monopolizzata da un centinaio di fasci organizzati e ben retribuiti, ogni tanto ritira fuori l’ironia che ne ha contraddistinto l’esistenza passata, quando alla guida della Sud c’era il mitico Commando. In balaustra appare uno striscione, «A noi ce s'è rotto er fax», che invocava la rottura dello strumento attraverso il quale andrebbe inviata la richiesta: un evidente (quanto goliardico ed innocuo) sberleffo al provvedimento. ironizzando sulla volontà degli ultras giallorossi di non fare alcuna richiesta alla locale questura. Ma il pesce d’aprile, invece, lo fa proprio la questura, che diffida il proprietario dello striscione dopo che il Gos, il gruppo operativo di sicurezza, ne aveva ordinato la rimozione.
7 aprile 2007, Parma-LIVORNO
Il “V” club si vede negare l’ingresso della bandiera del gruppo, un drappo quadrato di un metro e mezzo per lato con su scritta la data di fondazione dell’Unione Sportiva Livorno. Le dimensioni e il chiaro contenuto calcistico della bandiera sono requisiti sufficienti perché non vi fosse bisogno di comunicare precedentemente alla questura parmense la presenza della bandiera in questione (così vuole la Legge Amato), ma l’ignoranza e forse la volontà da parte delle forze dell’ordine di creare problemi fa sì che ai livornesi venga impedito di far entrare il drappo. Il gruppo decide così per protesta di non entrare allo stadio e dopo essersi incamminato per le strade di Parma, nella disperazione degli agenti, entra in un club gialloblu e tra l’ilarità dei presenti guarda il match in tv.
7 aprile 2007, Pisa – MONZA
Gli ultrà monzesi espongono uno striscione umano (ogni tifoso ha una lettera sulla maglietta): “Nuove leggi? Mi, sbat i ball”(me ne sbatto le palle). «Lo abbiamo fatto alla luce del sole – dicono i monzesi - con orgoglio e soprattutto con la convinzione di essere nel giusto. Il nostro non è stato un gesto casuale o che si voglia, ingenuo, piuttosto un semplice, ma significativo gesto mirato alla ricerca di una visibilità che reputiamo necessaria e vitale per scuotere, risvegliare e rendere partecipi le coscienze dell'opinione pubblica. Noi siamo quelli che abbiamo sempre detto “la nostra passione oltre ogni repressione”. La frase è ritenuta offensiva e gli Ultras del Monza si preparano a ricevere la diffida.
14 aprile, RIMINI-Cesena
28 ultras riminesi vengono denunciati a piede libero e diffidati. Tre anni a testa per 27 di loro, un altro se ne becca addirittura 5. Per 8 di loro c'è anche l'obbligo di firma. Il reato? Aver commemorato la memoria di un amico scomparso dieci fa, Marco Caruso, storico esponente della curva Est. Dopo essersi visti negare l'accesso ad un loro storico striscione in ricordo dell'amico (che per 10 anni avevano esposto in ogni stadio dov'erano impegnati i biancorossi), gli ultras del Rimini hanno sfilato in città fin sotto la loro curva, con alla testa del corteo il loro striscione “Caruso nei nostri cuori”. Una manifestazione assolutamente pacifica, ma che deve aver indispettito il locale questore. «Stroncare la violenza per salvare il calcio», così avrebbe perentoriamente commentato la decisione di non far entrare lo striscione. Anche qui è questione di punti di vista: è violenza ricordare gli amici morti o punire chi lo fa? Il risultato sono le denunce per manifestazione non autorizzata, oltraggio all'autorità amministrativa e giudiziaria, grida e manifestazioni sediziose.
15 aprile, VENEZIA-Pro Sesto
A Venezia si è arrivati persino a vietare l’accesso allo stadio a coloro che indossano le magliette del Futbol Rebelde, quelle antirazziste di “Ultras unisce, razzismo divide” fatte da Rude Fans e Nuova Guardia. Idem per quelle degli ormai scomparsi Ultras Unione. Il motivo? La scritta… ultras! «Ci hanno detto che così si combattono violenza e razzismo negli stadi italiani - commenta un ultrà veneziano – ma quello che si combatte davvero è la libertà dei cittadini. Libertà di pensiero, di espressione, di aggregazione. Come non abbiamo chiesto permessi per i nostri striscioni, non chiederemo il permesso per vestirci come ci pare. Non si può chiedere il permesso per essere liberi».
22 aprile, PISA-Sangiovannese
Per protestare contro la nuova legge, circa cinquecento ultras nerazzurri hanno inscenato una vera e propria manifestazione davanti al palazzo della prefettura prima della partita. Dentro lo stadio, all’entrata in campo delle squadre, gli ultras del Pisa hanno lanciato vari rotoli di carta igienica (entrati regolarmente con l’assenso di stewards e forze dell’ordine) e sfruttando il “muro” bianco della coreografia hanno esposto uno striscione contro la legge Amato che recitava: “Questo decreto ci fa caà!”. Pochi giorni dopo l’incredibile notizia: cinque supporter nerazzurri erano stati colpiti da altrettanti Daspo. Per la questura, la nuova normativa dice la carta igienica deve essere considerata materiale pericoloso in quanto equiparato a materiale infiammabile.
Un provvedimento che ha provocato commenti critici e ironici (vedi Striscia la notizia) da parte di tutto il mondo sportivo ma che intanto terrà lontano cinque tifosi del Pisa dai campi di calcio.
Le partite a porte chiuseCome se tutto ciò non bastasse, è diventata ormai prassi che i prefetti, in caso di partite a rischio sotto il profilo dell’ordine pubblico (ma spesso anche doppiamente interessanti perché più “sentite” dai tifosi) possano liberamente scegliere di impedire ai tifosi di seguire la squadra in trasferta o addirittura far giocare il match a porte chiuse e togliersi così totalmente il peso della gestione dell’ordine. Tra i molti casi, segnaliamo Cavese-Salernitana, superderby che a Cava attendevano da anni, e Siracusa-Cosenza, spareggio play-off di serie D, col tifo cosentino ancora una volta penalizzato. Nel primo caso si è giocato a porte chiuse (ma questo non ha impedito che alcuni degli accreditati delle due fazioni si prendessero a botte), nel secondo il prefetto di Siracusa ha vietato ai tifosi cosentini di recarsi allo stadio di Siracusa. Questo quando i tifosi del Cosenza avevano già prenotato (e pagato) 7 pullman per recarsi in Sicilia. Tutte misure di sicurezza che oltre ad essere antidemocratiche non sono assolutamente necessarie visto che Siracusa e Cosenza sono tifoserie che non si sono mai scontrate tra loro e sono state le promotrici di un'iniziativa comune contro la criminalizzazione del mondo ultras.La cosa clamorosa, che nessun giornalista sottolinea, è che si continua a giocare a porte chiuse o senza tifosi ospiti con una Legge Amato in pieno vigore.
guarda lascia perdere Scottish che è meglio...a me non me ne frega un cazzo di tutti gli episodi...io ti dico solo una cosa...secondo te Gabriele avrebbe voluto" vendetta" oppure avrebbe preferito essere commemorato in un altra manier??? scottish valuta tu...
secondo te perchè si è arrivati a questi punti? non vi sembra un po' eccessiva questa repressione?Originariamente inviata da venom91
bè adesso mi salti di palo in frasca non cambiare argomento,,,