Vediamo un po' cosa sarà in grado di fare...certo essere il successore di Giovanni Paolo II è un compito oneroso.
Vediamo un po' cosa sarà in grado di fare...certo essere il successore di Giovanni Paolo II è un compito oneroso.
E' stato il braccio destro di Wojtyla per 27 anni,ha una certa età ed ha sofferto le pene del nazismo e del comunismo proprio cm Giovanni Paolo II.
Per ki voleva un papa nero o simile, la chiesa nn andrà mai a regalare nei paesi poveri.Wojtyla ha girato il mondo,grazie al volontariato appoggiato dalla Chiesa sn state create scuole e cercato di diminuire l'analfabetismo in tutti i paesi dove è stato. Ha evitato guerre in africa e conciliato popoli permettendoli di lavorare e di crescere.I popoli africani dove c'è la maggior povertà è dove ci sn guerre tra le tribù ke neanke i nostri TG sanno.
Dove il papa è andato ha portato i suoi frutti.Per queste cose nn occorre un papa nero ma uno ke sappia fare il papa.
E da quando questo scusa??? Io la sapevo un po' diversa la storia... e non solo ioOriginariamente inviata da Morotuscany
Nel senso che ha vissuto prima di tutto in Germania e per di più nel periodo del Nazismo all'epoca di Hitler...Originariamente inviata da Aftermath
Oltretutto la sua famiglia era contro il regime di quegli anni, di conseguenza non ha avuto una vita semplice (del resto come Papa Giovanni Paolo II)
e cosa vi aspettavate in generale? si e scelta la continuità questo e solo un papa di transizione, secondo voi perche l'hanno scelto di 78 anni?
Cmq sia questo papa dovra pagare pegno
Originariamente inviata da Marmalade Boy
Vero!!Sarà un compito molto difficile per lui!Ma speriamo bene comunque
Eleggere il Cardinale Ratzinger e definirlo subito dopo un Papa di transizione...mi fa molta tristezza...Originariamente inviata da Usher
Sono sincera... speravo in un Papa giovane che poteva portare avanti il lavoro di Wojtila (non che Ratzinger non sia in grado) che poteva essere "forse" anche migliore di Wojtila, però è da ammettere che una persona a 78 anni non potrà mai fare tutto ciò che ha fatto Giovanni Paolo II in 27 anni di Pontificato.
Boh...diciamo che non sono ne scontenta ne contenta di questa scelta...è tutto un "mah....."
mi skorzo d capire ma nn c riesco...xkè scegliere un cardinale così vekkio??!!
nn nè potevano scegliere uno + giovane?!...xkè???!!!!!
(Ciovanni Paolo secondo... mi fa troppo ridere quando parla)
è sicuramente un papa di transizione che non potrà mai egualiare Giovanni, è un conservatore e un tradizionalista.... secondo me ci voleva una personatità più giovane e forte. io spero solo che continui il dialogo tra le varie chiese e che magari riesca ad unire la chiesa protestante alla cristiana
Mi è pervenuta quest e-mail che voglio condividere con voi (sul lavoro che aspetta Benedetto XVI )
ti inoltro queste riflessioni sull'operato del Pontefice appena scomparso, per
una riflessione costruttiva su come dovrebbe cambiare la Chiesa per rispondere alle esigenze della società che cambia.
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Paolo
UNDICI CONTRADDIZIONI E UNA CONCLUSIONE (26 marzo 2005)
La situazione della Chiesa Cattolica è seria. Il Papa è gravemente malato e
merita ogni compassione. Ma la Chiesa deve vivere. Per questo, nella
prospettiva di un'elezione papale, ha bisogno di una diagnosi, di una sincera analisi svolta dal suo interno. Delle terapie si potrà discutere dopo.
Gli oltre venticinque anni di Pontificato di Karol Wojtyla sono stati una
conferma delle critiche che già avevo espresso dopo un anno del suo
Pontificato. Secondo la mia opinione, egli non è il Papa più grande ma il più
contraddittorio del XX secolo. Un Papa dalle molte, grandi doti, e dalle molte
decisioni sbagliate! La sua «politica estera» ha preteso da tutto il mondo
conversione, riforma, dialogo. Però, in tutta contraddizione, la sua «politica
interna» ha puntato alla restaurazione dello status quo ante Concilium, a
impedire le riforme, al rifiuto del dialogo intra- ecclesiastico e al dominio
assoluto di Roma. Questa contraddizione si evidenzia in undici ambiti
problematici. Riconoscendo gli aspetti positivi di questo Pontificato, mi
concentrerò quindi sui suoi aspetti critici e contraddittori.
Prima contraddizione.
Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all'esterno ma li ha negati
all'interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto alle donne.
Il Vaticano, un tempo nemico convinto dei diritti dell'uomo ma ben disposto
oggi a immischiarsi nella politica europea, continua a non poter sottoscrivere la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del Consiglio d'Europa: troppi canoni del diritto ecclesiastico romano, assolutistico e medioevale, dovrebbero prima
essere modificati. La separazione dei poteri, principio fondamentale del
diritto moderno, è sconosciuta alla Chiesa Cattolica romana, nel cui
comportamento non vi è nessuna lealtà: nei casi di disputa l'autorità vaticana funge nel contempo da legislatore, accusa e giudice.
Seconda contraddizione.
Grande ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali femminili, vietando
però alle donne la pillola e negando loro l'ordinazione.
Per molte donne cattoliche tradizionali (soprattutto le donne appartenenti a
ordini religiosi), l'aspetto più apprezzato di questo Papa è il suo respingere
le donne moderne, in quanto le ha escluse da tutte le consacrazioni più
importanti e considera la contraccezione appartenente alla «cultura della morte
». Tuttavia, molte delle donne che partecipano alle manifestazioni di massa del Papa, rifiutano la dottrina papale che si oppone ai metodi contraccettivi.
Terza contraddizione.
Questo Pontefice predica contro la povertà di massa e l'indigenza nel mondo ma,
al tempo stesso, con la sua posizione in merito al controllo delle nascite e
all'esplosione demografica, si è reso colpevole di questa indigenza.
In occasione dei suoi numerosi viaggi e anche di fronte alla Conferenza delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo tenutasi al Cairo nel 1994, questo Papa ha preso posizione contro l'uso della pillola e del profilattico e, pertanto, potrebbe essere ritenuto responsabile più di qualsiasi uomo di Stato della crescita demografica incontrollata in alcuni Paesi e del dilagare dell'Aids in Africa.
Quarta contraddizione.
Karol Wojtyla propaganda una figura sacerdotale maschile caratterizzata dal
celibato ed è, quindi, il principale responsabile della catastrofica carenza di
sacerdoti, del collasso dell'assistenza spirituale in molti Paesi e dello
scandalo della pedofilia nel clero, ormai venuto alla luce.
Agli uomini che si sono dichiarati pronti al servizio sacerdotale nelle
comunità viene proibito il matrimonio. Questo è solo un esempio di come anche questo Papa abbia ignorato la dottrina della Bibbia e la grande tradizione cattolica del primo Millennio in cui non vi era alcuna legge sul celibato per i sacerdoti.
I quadri si sono ridotti, il reclutamento è fermo e fra poco, non
solo nell'area di lingua tedesca, quasi due terzi delle parrocchie rimarranno
senza sacerdote e la stessa celebrazione domenicale dell'eucarestia non potrà più essere assicurata, nemmeno con l'importazione di parroci e il
raggruppamento delle parrocchie in «unità spirituali». Il clero fedele al
celibato è dunque in crescente pericolo di estinzione. Gli scandali della
pedofilia verificatisi dagli Stati Uniti all'Austria hanno inoltre gravemente
danneggiato la sua credibilità, portando sull'orlo della bancarotta grandi
diocesi negli Stati Uniti.
Quinta contraddizione.
Il Papa polacco ha praticato un numero elavatissimo di canonizzazioni, ma al
tempo stesso ha ignorato l'inquisizione attuata nei confronti di teologi,
sacerdoti e membri di ordini malvisti dalla Chiesa.
I devoti, strumentalizzati politicamente e commercialmente con spese ingenti e conseguenti profitti per la Curia, sono soprattutto pie suore, fondatori di ordini religiosi o Papi come l'antidemocratico, antisemita, autoritario Papa Pio IX (controbilanciati dalla canonizzazione di Giovanni XXIII). Devoti sono divenuti anche l'imperatore asburgico Carlo I e il ben poco pio fondatore dell'Opus Dei Josémaria Escrivá.
Uomini e donne (anche donne appartenenti a ordini religiosi) che si sono
distinti, per il loro pensiero critico e per la loro energica volontà di
riforme, sono stati invece trattati con metodi da Inquisizione. Come Pio XII
fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo, allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore Ratzinger con
Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran, Fox, Drewermann e anche il
Vescovo di Evreux Gaillot e l'Arcivescono di Seattle Huntington. Nella vita
pubblica mancano oggi intellettuali e teologi cattolici della levatura della
generazione del Concilio. Questo è il risultato di un clima di sospetto, che
circonda i pensatori critici di questo Pontificato. I vescovi si sentono
governatori romani invece che servitori del popolo della Chiesa. E troppi
teologi scrivono in modo conformista oppure tacciono.
Sesta contraddizione.
Il Papa elogia spesso e volentieri gli ecumenici, ma al tempo stesso ha
pesantemente compromesso i rapporti con le Chiese ortodosse e con quelle
riformiste ed evita il riconoscimento dei suoi funzionari e dell'eucarestia.
Il Papa avrebbe dovuto consentire - come suggerito in molti modi dalle
commissioni di studio ecumeniche e come praticato direttamente da tanti parroci
- le messe e l'eucarestia nelle Chiese non cattoliche e l'ospitalità
eucaristica.Avrebbe anche dovuto ridurre l'eccessivo potere esercitato dalla
Chiesa nei confronti delle Chiese dell'Est e delle Chiese riformiste e avrebbe
dovuto rinunciare all'insediamento dei Vescovi romano- cattolici nelle zone
delle Chiese russe- ortodosse. Avrebbe potuto, ma non ha mai voluto. Ha voluto invece mantenere e ampliare il sistema di potere romano. La politica di potere e di prestigio del Vaticano è stata mascherata da discorsi ecumenici pronunciati dalla finestra di Piazza San Pietro, da gesti vuoti e da una giovialità del Papa e dei suoi cardinali che cela in realtà il desiderio di «sottomissione» della Chiesa dell'Est sotto il primato romano e il «ritorno» dei protestanti alla casa paterna romano-cattolica.
Settima contraddizione.
Come Vescovo suffraganeo e poi Arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla ha preso parte al Concilio Vaticano II.
Una volta diventato Papa, ha però disprezzato la collegialità del Pontefice con i Vescovi decretata proprio al Concilio.
Questo Pontefice ha più volte dichiarato la sua fedeltà al Concilio, per poi
tradirlo nei fatti attraverso la sua «politica interna». I termini conciliari
come «aggiornamento, dialogo, collegialità e apertura ecumenica» sono stati sostituiti da parole quali «restaurazione, magistero, obbedienza,
ri-romanizzazione ». Il criterio per la nomina dei Vescovi non è affatto lo
spirito del Vangelo e l'apertura mentale pastorale, bensì la fedeltà assoluta
verso la condotta romana. I sostenitori del Papa tra i vescovi di lingua
tedesca come Meisner, Dyba, Haas, Groer e Krenn sono solo gli sbagli più
eclatanti di questa politica pastorale devastante, la quale fa pericolosamente
scivolare in basso il livello morale e intellettuale dell'episcopato. Un
episcopato reso ancor più mediocre, rigido, conservatore e servile, è forse
l'ipoteca più pesante di questo lunghissimo Pontificato.
Ottava contraddizione.
Questo Papa ha cercato il dialogo con le religioni del mondo, ma
contemporaneamente ha disprezzato le religioni non cristiane definendole «forme
deficitarie di fede».
In occasione dei suoi viaggi o «preghiere di pace», il Papa ha radunato con
piacere attorno a sé dignitari di altre chiese e religioni. Non vi erano
tuttavia molte tracce reali della sua preghiera teologica. Anzi, il Papa si è
presentato in sostanza come un «missionario » di vecchio stampo.
Nona contraddizione.
Il Papa polacco ha assunto la funzione di rappresentante della fede in
un'Europa cristiana, ma il suo ingresso trionfale e la sua politica reazionaria
hanno involontariamente favorito l'inimicizia nei confronti della Chiesa, se
non addirittura l'avversione contro il Cristianesimo stesso.
La campagna di evangelizzazione del Papa, il cui punto centrale è rappresentato da una morale sessuale ben poco adeguata ai tempi, ha discriminato soprattutto le donne:
quelle che in questioni controverse, quali la contraccezione,
l'aborto, il divorzio, l'inseminazione artificiale hanno dimostrato di avere
opinioni diverse da quelle della Chiesa, sono state definite portatrici di una
«cultura della morte». Attraverso interventi politici- come è accaduto in
Germania contro il Parlamento e l'episcopato nel caso del conflitto sul tema
della gravidanza -, la Curia romana ha dato l'impressione di rispettare poco la separazione giuridica tra Stato e Chiesa. Il Vaticano cerca (attraverso il gruppo parlamentare del Partito Popolare europeo) di esercitare delle pressioni anche sul Parlamento Europeo, incentivando l'ingaggio di osservatori particolarmente vicini alle idee di Roma per questioni relative alla legislazione sull'aborto. Invece di farsi ovunque fautrice di soluzioni ragionevoli che consentano la mediazione, la Curia romana con i suoi proclami acutizza di fatto a livello mondiale la polarizzazione tra oppositori e sostenitori dell'aborto, moralisti e libertini.
Decima contraddizione.
Come carismatico comunicatore e «star» mediatica, questo Papa fino alla sua veneranda età ha fatto presa in particolare sui giovani, ma si è appoggiato soprattutto ai «nuovi movimenti» di origine italiana, all'Opus Dei di casa in Spagna e a un pubblico acritico e fedele del Pontefice. Tutto ciò è sintomatico del rapporto del Papa con la laicità e della sua incapacità di dialogare con un pubblico critico.
I grandi raduni mondiali dei giovani sostenuti a livello regionale e
internazionale, sotto la sorveglianza della gerarchia dei nuovi movimenti laici (Focolare, Comunione e Liberazione, St. Egidio, Legionari di Cristo, Regnum Christi, etc.), hanno attirato e attirano centinaia di migliaia di giovani. Molti di essi volonterosi, troppi del tutto acritici. Il carisma personale di Wojtyla è quasi più importante dei contenuti da lui trasmessi. Le domande che i giovani avevano posto al Papa e che, in occasione del suo primo viaggio in Germania, lo avevano messo in serio imbarazzo, in seguito non sono state più consentite.
Le associazioni cattoliche di giovani, che non si trovano sulla linea del Vaticano, vengono disciplinate e messe alla fame dall'ordine romano
attraverso il ritiro di finanziamenti da parte dei vescovi locali. Inoltre
viene messa in discussione la fiducia un tempo accordata all'ordine dei
gesuiti: prediletti dai Papi precedenti, ora vengono percepiti come sabbia
negli ingranaggi della politica di restaurazione del Papa a causa delle loro
qualità intellettuali, dei loro teologi critici e delle opzioni teologiche di
liberazione. Invece Karol Wojtyla, già ai tempi in cui era ancora arcivescovo
di Cracovia, concesse la piena fiducia all'associazione segreta Opus Dei,
potente sia dal punto di vista finanziario che in termini di influenze, ma
antidemocratica e in passato compromessa con regimi fascisti.
Undicesima contraddizione.
Giovanni Paolo II ha offerto nel 2000 una pubblica confessione dei peccati per gli errori della Chiesa nel passato, senza però trarne alcuna conseguenza pratica.
La confessione dei peccati ampollosa e barocca inscenata a San Pietro per gli errori della Chiesa è rimasta vaga e ambigua. Il Papa ha chiesto perdono solo per gli errori dei «figli e delle figlie della Chiesa» ma non per quelle del «Santo Padre», per quelle della Chiesa stessa e dei gerarchi presenti.
Conclusioni.
Per la Chiesa cattolica questo Pontificato si rivela, nonostante i suoi aspetti
positivi, una grande speranza delusa, in fin dei conti un disastro, perché
Karol Wojtyla, con le sue contraddizioni, ha profondamente polarizzato la
Chiesa, allontanando i suoi innumerevoli uomini e gettandoli in una crisi
epocale.
Contro tutte le intenzioni del Concilio Vaticano II, il sistema romano
medioevale - un apparato di potere caratterizzato da tratti totalitari - è
stato restaurato grazie a una politica personale e dottrinale tanto astuta
quanto spietata: i vescovi sono stati uniformati, i padri spirituali
sovraccaricati, i teologi dotati di museruola, i laici privati dei diritti, le
donne discriminate, le iniziative popolari dei sinodi nazionali e delle chiese
ignorati. E poi ancora scandali sessuali, divieti di discussione, dominio
liturgico, divieto di predica per i teologi laici, esortazione alla denuncia,
impedimento dell'eucarestia. Di tutto questo è forse colpevole «il mondo»?
La grande credibilità della Chiesa Cattolica, cioè quella ottenuta da Giovanni
XXIII e dal Concilio Vaticano II, ha lasciato il posto a una vera e propria
crisi della speranza. Questo è il risultato della profonda tragicità personale
di questo Papa: la sua idea cattolica di stampo polacco (medioevale,
controriformista e antimoderna), in qualità di Pontefice Karol Wojtyla l'ha
voluta portare anche nel resto del mondo cattolico. Si è però verificato il
contrario di ciò che egli sperava: la Polonia stessa è stata travolta dal
moderno sviluppo secolare e, dopo la sostituzione dell'alleanza elettorale in
carica fino al 2001, Solidarnosch, si appoggia sempre meno alle idee di fede e di morale promosse dal Pontefice.
Quando verrà il momento, il nuovo Papa dovrà decidere di affrontare un cambio di rotta e dare alla Chiesa il coraggio di nuove spaccature, recuperando lo spirito di Giovanni XXIII e l'impulso riformistico del Concilio Vaticano II.
«Videant consules», i consoli vogliano fare in modo che la Repubblica non
subisca danni, si diceva nell'antica Roma. «Videant cardinales», i cardinali
vogliano fare in modo-si dovrebbe dire nella Roma di oggi-che la Chiesa non subisca danni. (Traduzione del Gruppo Logos)
Hans Küng
teologo cattolico dissidente