Berlino, 7 gennaio 2016 - GERMANIA divisa dopo le violenze a Colonia, la notte di San Silvestro. Mille giovani arabi ubriachi per due ore hanno terrorizzato il centro della città, aggredendo le donne, strappando loro gli abiti, derubandole, senza che gli agenti fossero in grado di difenderle. In 110 hanno presentato una denuncia, ma le vittime sono molte di più. Sono stati arrestati tre sospetti, ma difficilmente si arriverà a identificare gli aggressori e giungere a una condanna, mentre da più parti si protesta contro la politica delle frontiere aperte di Frau Merkel e si chiede l’espulsione in massa di probabili colpevoli, senza processo.
«È PROBABILE che non sia stata una violenza improvvisa e spontanea – dichiara il ministro della giustizia Heiko Mass –, temo che dietro ci sia un’organizzazione estesa in più parti del Paese». Le violenze non sono avvenute solo a Colonia, ma anche a Francoforte, a Stoccarda, ad Amburgo. Il ministro degli interni, il cristiano democratico Thomas de Maziére, a sua volta promette che saranno più rapide le espulsioni di chi non ha diritto all’asilo prima di puntare il dito sulla polizia e su come ha gestito l’ordine pubblico la notte di San Silvestro: «Non dovrebbe lavorare così».
Capitolo rifugiati. La Merkel ha accolto tutti, ma aggiungendo: resta chi ha motivi per fuggire da casa sua. Sono giunti in un milione e centomila, un altro milione e mezzo è atteso per l’anno appena iniziato. Le procedura per identificare i fuggiaschi e concedere asilo richiede diverse settimane. E molti fuggono dai centri di accoglienza e fanno perdere le tracce. Come garantire la sicurezza?
LA CANCELLIERA chiede una reazione dura e efficace, mentre alla polizia di Colonia non resta che ammettere il fallimento. «Non siamo stati all’altezza», dichiara il Polizeipräsident, Wolfgang Albers, che rifiuta tuttavia di dimettersi. Al centro delle polemiche anche il sindaco Henriette Reker, 59 anni, per aver consigliato una sorta di codice di comportamento alle donne: state a distanza di un braccio dagli altri passanti, ha ammonito. Ingenua forse, ma non meritava gli insulti su Fb e Twitter. Lei stessa è rimasta vittima di un grave attentato alla vigilia delle elezioni a ottobre, colpita proprio perché pro accoglienza.
FORSE più grave dell’inefficienza degli agenti, il silenzio seguito alle violenze. Solo dopo cinque giorni si è venuto a sapere della loro gravità e che non si trattava di aggressioni isolate. E sotto accusa sono anche i mezzi di informazione. L’indice di fiducia dei lettori e dei telespettatori è crollato al 41 per cento, contro il 75 di alcune settimane fa. Lo ZDF, il secondo canale pubblico, ha dedicato all’inizio appena un minuto ai fatti di Colonia, quando già tutto era noto. I responsabili hanno ammesso di aver sbagliato la valutazione, ma senza chiedere scusa. «Una censura controproducente», si sdegna Der Spiegel.
Per paura di favorire il gioco dei movimenti populisti, che rischiano di entrare in Parlamento, e di provocare altre aggressioni dei neonazisti contro i fuggiaschi, si è preferito il silenzio. Si vuole dare la falsa impressione che sia tutto sotto controllo, denuncia la rivista di Amburgo, per evitare insicurezza nell’opinione pubblica e si ottiene il contrario. Ora non si crede più né alla stampa né alle autorità.
- - - Aggiornamento - - -
La cosa che io mi domando è: "possibile che delle donne vengano palpeggiate e molestate in piazza e nessuno fa nulla?" poi da mille stranieri. Ma lo sanno cosa vuol dire essere molestate da mille uomini? Secondo me si sta esagerando....non so perché ma a me questa notizia mette dei forti dubbi. Poi prima erano 20 donne, dopo 30, 50 e adesso 110 boh....