si, figli ne ho, e come scritto sopra, irrazionalmente potrei sentirmi in colpa.
ma, razionalmente, puoi forse dire che impedire a tuo figlio di fumare sia una scelta sbagliata?
si, figli ne ho, e come scritto sopra, irrazionalmente potrei sentirmi in colpa.
ma, razionalmente, puoi forse dire che impedire a tuo figlio di fumare sia una scelta sbagliata?
per reagire così quella ragazza aveva ben altri problemi oltre a non poter fumare liberamente
Probabilmente non era l'unico divieto che le era stato imposto. Per arrivare a suicidarsi la situazione doveva essere ben più critica.
Il titolo è stato studiato ad arte per catturare l'attenzione, ma la frase "Si sarebbe uccisa a 17 anni per i troppi divieti imposti dai genitori, che le avrebbero impedito anche di fumare" chiarisce il punto.
I troppi divieti, quindi il fumo è solo l'ultimo, immagino.
Poi, come già detto, bisognerebbe davvero accertarsi di quanto fossero severi questi genitori. E tener presente che prima di toglierti la vita, c'è sempre qualche altra possibilità da poter valutare per sfuggire a questa situazione, come ad esempio scappartene di casa. Sicuramente l'eccessiva fragilità della ragazza ha contribuito a questa decisione.
E poi... poteva sempre fumare quando non la vedevano, no? Come hanno fatto ed ancora fanno la maggior parte degli adolescenti.
Infatti. Io non vorrei mai che i miei figli fumassero, bevessero o peggio. Ma non posso certo impedirglielo, cresceranno e non staranno sempre con me, 24 ore su 24. Allora meglio sensibilizzarli e responsabilizzarli, spiegare loro che certi comportamenti sono sbagliati o nocivi. L'educatore questo fa, o dovrebbe fare, e meglio ancora sarebbe farlo con l'esempio. Ai miei tempi qualche cannone me lo son fatto, ora però ho un ruolo importante nella loro formazione per cui non mi vedranno mai fumare, o bere, o trattare male una donna, ecc.
Tornando alla poveretta della notizia, una persona mentalmente stabile non si ammazza certo per un divieto. Il fatto è che la stabilità è uno stato mentale e può vacillare per una miriade di fattori. Quando una persona si suicida non lo fa per l'ultimo evento negativo in ordine cronologico della sua vita che sì, è la causa scatenante o "ultima goccia" che fa traboccare il vaso, ma perché quando la misura è colma basta uno sguardo o una parola fuori posto a farti sbroccare.
si questo è vero. è abbastanza improbabile che il fumo sia il motivo principale piuttosto i genitori avranno altri motivi per cui sentirsi in colpa.
però penso che anche a molti di noi sarà capitato di avere dei paletti magari a volte anche incomprensibili dai genitori.. è innegabile che una che arriva al suicidio solo per i limiti imposti dai genitori abbia grossi problemi di carattere.
Certo. Ma per come la vedo io il carattere non è del tutto innato in una persona. Certo, magari c'è un'impronta genetica che ti predispone a essere in un certo modo, ma altrettanto importanti sono il condizionamento genitoriale, sociale e da parte delle altre cerchie cui l'individuo è sottoposto. Magari il genitore si può chiedere perché sua figlia è così fragile e se questa debolezza non sia conseguenza, totale o parziale, del modo in cui l'ha tirata su. Solo che certe cose sarebbe meglio chiedersele prima.
Questo è vero. Ora però non demonizzerei quei genitori, non sappiamo come siano andati i fatti e non conosciamo le dinamiche di quella famiglia
Diciamo che in termini generali hai ragione. Parafrasando un vecchio film (vediamo chi scopre qual è) possiamo dire che questo: ?, cioè il punto interrogativo, è sempre un bene, mentre questo: !, il punto esclamativo è un male.
Non demonizzo i genitori, anzi! Ti dirò che io sono stata figlia di genitori piuttosto autoritari, ma oggi li ringrazio, perché ho imparato che anche porre dei limiti è necessario, non fosse altro per capire come aggirarli e/o superarli.
Diciamo che il mio discorso è più generico e si rifà a tutte le persone un po' troppo rigide.
p.s. Hai mai visto il film "l'attimo fuggente?" Io lo vidi a scuola in un cineforum e ricordo che quando il protagonista si suicidò, tutti pensarono che il padre avrebbe finalmente capito. Io invece capii subito, non perché fosse un genitore, ma per la personalità, che avrebbe fatto di tutto per scaricarsi la colpa.