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Padova, su 66 bambini all'asilo solo una è italiana: la mamma protesta

  1. #31
    Can che dorme Wolverine
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    Temevo questo momento...

    Sto parlando di cultura, non di civiltà!

    E comunque sarà loro diritto riunirsi e professare la loro religione. E poi il "diverso" non è necessariamente musulmano. Ci sono tantissime etnie, tantissime religioni, tantissime culture. Una cosa è costruire una moschea, una cosa è promuovere la diffusione della cultura islamica O.o
    Cultura e civiltà vanno a braccetto, direi, no? La cultura è l'ossatura di una civiltà, ciò che la costituisce e la rende unica e differente rispetto alle altre. Ergo, una civiltà che difende la propria cultura difende automaticamente se stessa.
    C'è diversità e diversità, e su questo concordo sicuramente. Bisogna vedere quali sono le diversità compatibili con la cultura dominante di quel dato Paese, e quali invece sono culture largamente incompatibili. Parlo per l'Italia, ma il ragionamento vale ovviamente anche al contrario. Quando dovessi andare in un Paese estero di certo non mi aspetterei che quel Paese si genufletta davanti a me e mi permetta di fare quasi tutto quel che voglio, se ci sono atti o abitudini che per me sono normali mentre per loro sono assurdi...
    Ergo, io da italiano vorrei che nel mio Paese non sia consentito agli stranieri di conservare abitudini non compatibili con la nostra cultura. Sono ospite a casa tua? Mi adeguo e taccio. Sei ospite a casa mia? Ti adegui e non rompi i coglioni pretendendo mari e monti, altrimenti vai fuori dalle palle, che tanto non è che ti ho invitato io...


  2. #32
    Moderatrice Holly
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    Cultura e civiltà vanno a braccetto, direi, no? La cultura è l'ossatura di una civiltà, ciò che la costituisce e la rende unica e differente rispetto alle altre. Ergo, una civiltà che difende la propria cultura difende automaticamente se stessa.
    C'è diversità e diversità, e su questo concordo sicuramente. Bisogna vedere quali sono le diversità compatibili con la cultura dominante di quel dato Paese, e quali invece sono culture largamente incompatibili. Parlo per l'Italia, ma il ragionamento vale ovviamente anche al contrario. Quando dovessi andare in un Paese estero di certo non mi aspetterei che quel Paese si genufletta davanti a me e mi permetta di fare quasi tutto quel che voglio, se ci sono atti o abitudini che per me sono normali mentre per loro sono assurdi...
    Ergo, io da italiano vorrei che nel mio Paese non sia consentito agli stranieri di conservare abitudini non compatibili con la nostra cultura. Sono ospite a casa tua? Mi adeguo e taccio. Sei ospite a casa mia? Ti adegui e non rompi i coglioni pretendendo mari e monti, altrimenti vai fuori dalle palle, che tanto non è che ti ho invitato io...

    Per usare la definizione antropologicamente corretta di "cultura": è l'insieme di conoscenze di un determinato gruppo. Ed è quindi assolutamente labile. Secondo me arroccarsi troppo saldamente al concetto di cultura è un pochino anacronistico.
    Secondo me in quello che dici c'è un'intima contraddizione. Se, ponendo caso, nello stato X non viene permesso a un italiano di fare una data cosa, ne viene fuori, a quello che mi sembra di capire dal tuo discorso, che lo stato X parta da una situazione di svantaggio rispetto all'Italia. Allora, se l'Italia si dovesse adeguare dicendo "non permetto all'immigrato dello stato X di fare quello che vuole perché l'italiano da loro non lo può fare" è l'Italia che moralmente scende, o sbaglio?

    Oltre al fatto che non capisco cosa pretendano.
    Ti faccio un esempio sulla sfera religiosa, per intenderci. L'Italia è uno stato prevalentemente cattolico e i simboli cattolici sono praticamente ovunque. Ora, se io appendo un crocifisso nelle scuole, a chiedere che sia tolto non è necessariamente una famiglia musulmana. Se io fossi atea, avessi figli atei e non battezzati, francamente mi darebbe fastidio farli crescere in un ambiente che sceglie per loro un simbolo religioso che non ho scelto io che sono il genitore. Ma, allo stesso modo, può dare fastidio al bambino induista. Se una donna musulmana decide di girare con il velo in testa, che le copre solo la testa e non il volto, allora a un ateo potrebbe dar fastidio che la donna cristiana giri con la croce al petto.
    Se l'unico luogo di culto consentito in Italia fossero le chiese, dovremmo eliminare anche le sinagoghe, oltre alle moschee. Questo intendevo dire per "diversità e diversità".
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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