Puahahahah da quando c'è Bitonci, ogni giorno è pieno di sorprese
Puahahahah da quando c'è Bitonci, ogni giorno è pieno di sorprese
Il quartiere nei pressi del mio è uno di quelli con il più alto numero di stranieri. E una delle scuole elementari è finita più volte sui giornali per motivi affini a questo.
Qualche mese fa quel coglione di Borghezio si è presentato da solo a protestare con un megafono vicino a questa scuola. Le madri (italiane) lo hanno scacciato a suon di botte.
Per me una situazione del genere può rivelarsi estremamente educativa per tutti i bambini. Imparare a gestire la diversità culturale già a sei anni porterà loro un enorme vantaggio.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Il problema, più che per il bambino e per la madre - che di problemi non dovrebbero proprio porsene - è per gli insegnanti. Dovrebbero istruirli, dovrebbero essere in grado di affrontare etnie diverse, diversi modi di pensare, di parlare, diverse tradizioni, culture... tarati come siamo nella nostra cultura e nella nostra religione dovunque e per forza, rischiano non solo di non capire la lingua con cui parlano questi bambini o le tradizioni/i modi di fare di cui racconteranno a scuola, ma anche di denigrare o insultare involontariamente le stesse tradizioni in quanto diverse da quelle a cui sono stati abituati loro (gli insegnanti) da quando son nati. Non ci vuole niente a cadere nella mancanza di rispetto, a volte, anche senza volerlo... Ci vorrebbe un corso avanzato di didattica a stranieri per tutti coloro che vogliono cimentarsi in questo mestiere.
Non sono d'accordo con coloro (non qui, in generale) bollano una significativa presenza di immigrati come negativa.
Così come non la bollo, automaticamente, come positiva.
Dipende dalle circostanze, dalla composizione, dalla capacità (e ancor più dalla volontà) di integrazione di queste persone.
Questo caso però è emblematicamente estremo. Tanti immigrati è un conto. 65 immigrati (o meglio, non-italiani) su 66 studenti... è paradossale. Qualcosa di sbagliato inevitabilmente c'è, o a livello di distribuzione scolastica o di distribuzione sociale.
Un paese del genere smette, di fatto, di essere italiano e questo pone dei grossi problemi perc chi, italiano, si trova a vivere in un contesto sociale che non è quello che si aspetterebbe.
Io il problema ce lo vedo eccome,son razzista?Può essere.
Non trovo normale che un bambino,nel suo paese natìo,si trovi in mezzo a 65 persone di etnie diverse,ma qui ormai è tutto concesso,e allora continuiamo così,volemmose tanto bbbene.
Ovvio che tu,italiana,non inculchi nulla di trascendentale a tuo figlio,sei sicura che anche un genitore islamico cresca il figlio allo stesso modo in cui lo faresti tu?
Poi non mi venite a dire 'eh ma ci sono anche genitori italiani che sono delle merde' perchè ne sono consapevole e credo sia un'affermazione piuttosto scontata,ma un conto è l'eccezione,un conto è avere a che fare con un tipo di cultura COMPLETAMENTE diverso che in un bambino di 4 o 5 anni,in piena fase educativa,potrebbe causare dubbi e curiosità.
Trovo che una multietnicità tale potrebbe essere 'sopportabile' a partire dalle scuole medie,quando ormai il bambino è quasi un adolescente ed inizia a essere in grado di approciarsi a culture differenti con occhio critico -sia in senso positivo che negativo- e non con la necessità di emulare.
Sarò magari io troppo ottimista, ma su questo non sono d'accordo. Per me la multietnicità ha dei lati molto positivi, i bambini imparano sin dall'asilo che oltre a quello che gli hanno insegnato i genitori ci sono culture e modi di vedere diversi. Non penso che il bambino musulmano possa andare dalla bambina cristiana e trattarla male. Che poi, sinceramente, per me fanno molto più danno ai bambini le nostre occidentalissime favole in cui Biancaneve trova bellissimo pulire casa, et similia.
Nel quartiere più multietnico di Roma si parla addirittura di "modello" per quanto riguarda la loro scuola elementare. È a quest'età che i bambini formano il loro modo di vedere il mondo. Un bambino di tre o quattro anni cinese o musulmano come potrebbe allontanare un bambino italiano dalla sua cultura di origine? Ma poi perché una cultura dovrebbe essere superiore a un'altra?
Secondo me è più positivo che un bambino italiano pensi: "bene, io sono italiano, ma dal momento che ci sono cinesi, giapponesi, africani, bangladesi, arabi e marocchini devo capire che io non sono superiore a nessuno, siamo solo diversi".
Ti faccio un solo esempio. Conosco figli di atei che non sono battezzati. Io vengo dal paese del Sud, quando ho conosciuto miei coetanei non battezzati sono rimasta io basita, perché dalle mie parti sarebbe una cosa dell'altro mondo. Crescere in un ambiente cattolico non li ha resi cattolici. Sono atei così come lo sono i genitori, e per loro ero io la bizzarra a meravigliarmi.
O, ancora, i figli dei genitori divorziati. Nella mia classe delle elementari nessuno aveva i genitori separati/divorziati. Idem alle medie. Il primo compagno di classe con genitori divorziati l'ho avuto alle superiori. Per noi era una sorta di cosa "strana". Mi sono invece resa conto passando, di recente, del tempo insieme a ragazzi di 15-16 anni che a distanza di dieci anni per loro è la norma e non battono più ciglio. Magari se io e i miei compagni delle superiori avessimo imparato sin dalle elementari che non vivere sia con mamma sia con papà può essere una cosa normale, non ci avrebbe fatto un effetto strano che qualcuno avesse una situazione familiare diversa dalla nostra.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.