Morto Simoncelli durante il G.P. in Malesia. Stava andando da Dio.
Morto Simoncelli durante il G.P. in Malesia. Stava andando da Dio.
spero che qui qualcuno capisca la satira.
piu volte rivedo il video piu ci resto male e vederlo che striscia per terra con la faccia ,spero proprio nn abbia sofferto... rip
Non seguivo il moto gp ma lui lo avevo 'conosciuto' per caso tramite Zelig. A pelle mi stava pure antipatico e pensavo 'alè, questo è la copia di Valentino'.
Gli anni passano e ho cominciato inevitabilmente a stimarlo. Sarà il carisma, l'accento, la determinazione, sarà che ha la mia età, sarà che faceva ridere con le sue battute pungenti e la sua genuinità da romagnolo puro. Sarà, ma io è da ieri che penso a lui e piango.
Alla fine non era solo un pilota, era prima di tutto un ragazzo, un qualsiasi ragazzo che potevi incontrare al bar del paese e passarci la serata in allegria. Marco che era uno di noi, un italiano che è morto tragicamente sulla pista, non solo il campione. Era un figlio un fratello e un fidanzato.
Spero riesca a riposare in pace, da qualche parte.
Non sono completamente d'accordo.
Molto spesso ci illudiamo di scegliere, ma c'è qualcuno che ha scelto per noi...
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Comunque una morte che mi ha colpito molto, sebbene c'è sempre da fare la solita considerazione, quella che tantissimi suoi coetanei subiscono la stessa sorte sulle strade ogni giorno e se non veniamo turbati nello stesso forte modo è solo perché non ne veniamo a conoscenza.
A chi prende le distanze da questo sport, faccio presente che andare in moto su strada è molto più pericoloso che in pista, ci si dovrebbe allora cominciare a scandalizzare per le centinaia di motociclisti morti ogni anno per incidenti stradali piuttosto che per uno sport. Censurerei semmai maggiormente il messaggio che uno sport simile lancia su tanti ragazzi che poi vengono indotti a spericolatezze su strada.
Probabilmente non mi sono spiegato bene, non parlo di una connessione diretta e automatica tra le corse motociclistiche e gli incidenti mortali stradali. Mi riferisco al mito della moto, della velocità della stessa, della corsa e delle modalità di guida, tutta una serie di cose che affascinano il possessore di una di tali macchine e che costituiscono una forte tentazione a provarle se non addirittura all'acquisto di una moto, che poi è uno degli scopi delle corse, quello pubblicitario.
Poi è chiaro che l'assennatezza ci porterebbe a fare certe cose solo in pista, però il messaggio negativo c'è e fa il suo effetto.
Non concordo sul concetto di "messaggio negativo" la velocità fa parte delle leggi della fisica presenti sul nostro pianeta, chiunque è libero di godersela come di sfidarla, a prescindere dal rischio che ne deriva.
Anche la bicicletta è letale, spesso quanto la moto, però quanti bambini ne hanno una?
Il messaggio che vedo io è "la moto è pericolosa, usa la testa".
"La moto è pericolosa usa la testa" è il messaggio che - una tantum - ci arriva dalla morte di Simoncelli.
Ma prima di lui quanti (e quando) ne sono morti? Io non sono un'appassionato, l'ultimo morto in pista che ricordo è Pasolini, quello che faceva i duelli con Agostini...
Quindi il messaggio semmai è: "La moto è fica, provala anche tu!". Il che va benissimo se poi la si usasse con la testa, e non alle stesse prestazioni di chi ci manda il messaggio.
D'altra parte se tante mezze-seghe giocando la partita di calcetto provano il cucchiaio è perché c'è Francesco Totti che glielo ha messo in testa... in tale caso particolare passi, tanto non è pericoloso, ma se ci fosse un grado di pericolosità ne son certo che lo proverebbero lo stesso.
Ovviamente la critica che muovo per le corse di motociclette la si potrebbe estendere a tanti altri messaggi a mio avviso negativi che la nostra società ci propina.