Tredicenne annegato
forse ritardi nei soccorsi
Nessuno avrebbe inizialmente creduto alla richiesta di aiuto dell'amichetto del senegalese morto per annegamento ieri a Marina di Carrara. Aperta un'indagine.
Si era precipitato a riva per chiedere aiuto per il suo amichetto che stava annegando. Ma, probabilmente, nessuno credeva che quel ragazzino in lacrime dicesse la verità. Il ritardo nei soccorsi potrebbe essere stato fatale per Alou Mbengue, di 13 anni, morto ieri per asfissia meccanica acuta da soffocamento a dieci metri dalle riva di uno stabilimento balneare di Marina di Carrara dopo essere stato sott'acqua per oltre 40 minuti. Il piccolo, senegalese, era stato recuperato da un bagnante. Il ritardo dei soccorsi, che prima di ricercare il ragazzino in mare non hanno creduto alle richieste d'aiuto del coetaneo cercandolo tra gli ombrelloni ha provocato una rivolta dei bagnanti, che hanno assistito alla tragedia. Minuti fatali che potrebbero aver provocato la morte del tredicenne, secondo quanto ha accertato stamani il medico legale Maurizio Ratti a cui la procura di Massa Carrara ha affidato l'incarico di eseguire l'esame necroscopico sul cadavere del ragazzino.
L'indagine è affidata alla Capitaneria di porto di Marina di Carrara che sta accertando l'esatta ricostruzione della tragedia. Il tredicenne è stato recuperato in un tratto dove l'acqua è alta circa due metri. Probabilmente è finito in una buca ed ha ingerito acqua che poi gli ha fatto perdere i sensi. La famiglia di Alou giocava nella squadra Esordienti del San Marco Avenza. ha chiesto giustizia. Il padre Saysa, in italia da 15 anni e operaio a Carrara in una ditta che opera nel settore delle sale giochi vuole sapere perché il figlioletto non è stato visto annaspare a pochi metri dalla riva. E perchè nessuno ha creduto alla richiesta d'aiuto del suo amico.
Fonte:Repubblica.it