L'omicidio di Angelo Vassallo è un delitto eccellente, un omicidio politico-mafioso premeditato. La sua è stata un’eliminazione preventiva. Dietro questa offensiva c'è la camorra ma non si può escludere che anche la 'ndrangheta abbia i suoi appetiti nel Cilento. Ora non c'è più dubbio. La svolta dell'Antimafia salernitana sul delitto di Acciaroli è decisa e parte da un dato certo, oggettivo: Angelo Vassallo doveva essere ammazzato perchè sindaco «ingombrante» con la sua onestà oltre che capacità di «lettura» dei pericoli di infiltrazioni criminali nel Cilento, tutt'altro che remoti e fantasiosi.
Summit alla Dda. La riunione alla procura di Salerno, cinque ore dense di lavoro e di analisi, si è appena conclusa e un inquirente delinea il contesto nel quale è maturato l'assassino del sindaco cilentano. Il contesto si riverbera tutto, nel tardo pomeriggio, nella piazza del porto di un paese a lutto. Dappertutto serrande chiuse, commozione vera e autentica espressa nel silenzio della sfilata che celebra il sindaco anticamorra. Vassallo, per come agiva fino alla rudezza del comportamento anche nei confronti di piccoli spacciatori giù al porto, non avrebbe tollerato nè appalti pubblici truccati, né tanto meno mega lottizzazioni edilizie private che avrebbero sfregiato il suo territorio.
«Un ostacolo da eliminare». «Era un ostacolo da eliminare» continuano a ripetere gli inquirenti. Il procuratore della Repubblica Franco Roberti definisce le dinamiche investigative delle prossime ore su un delitto eccellente, compiuto per «eliminare» l'ostacolo di un amministratore che aveva deciso di costruire un muro contro le infiltrazioni criminali. Con il procuratore di Vallo della Lucania, Grippo e il sostituto Greco, i pm antimafia Cassaniello e Volpe, gli ufficiali del Ros, il procuratore Roberti avvia così il lavoro. Gli investigatori non privilegiano, al momento, alcune causale netta e definita, perchè lo scenario investigativo, dietro il delitto, è ampio. L'ombrello protettivo fino ad ora aperto da Vassallo, con quel suo intuito preventivo rispetto agli affari della camorra, è stato tragicamente chiuso dai killer (probabilmente due).
I possibili moventi. Sul fronte delle indagini, un doppio lavoro: quello sugli atti compiuti nel lavoro amministrativo da Vassallo e che avrebbero potuto indurre mandanti ed esecutori ad attuare una reazione così violenta ma, soprattutto, anticipare le mosse della camorra impresa. Ci sono in gioco gli appalti, a partire dall'ultimo, quello per il secondo lotto del porto di Acciaroli, quattro milioni e mezzo di euro di lavori ancora non assegnati perchè è in corso di verifica un'offerta anomala.
Ma Vassallo avrebbe anche percepito che alle porte di Acciaroli sarebbero potuti arrivare progetti con speculazioni immobiliari di notevole entità, proprio sulla costa cilentana e in particolare nel suo comune. Basta girare al porto per percepire quei «sussurri», già uditi prima in piazza e poi negli uffici giudiziari, su compravendite immobiliari di terreni proprio nelle quali sarebbero interessati clan della camorra napoletana. Si fanno addirittura i nomi: Moccia, Fabbrocino, Cesarano e di loro prestanomi. Nomi che riportano l'asse degli interessi tra Afragola, Nola e Castellammare.
Così come sul fronte dell'infiltrazione criminale nel mondo del commercio: qui comparirebbero i Giuliano di Forcella. Tutta roba da verificare, tutti elementi da provare, informazioni da vagliare con attenzione. «Delitto preventivo». La camorra ha investito sul futuro eliminando Vassallo. Con il pericolo di far accendere i riflettori sul Cilento? «È un investimento a lungo termine anche con la previsione di dover scontare una sorte di "fermo biologico" nelle attività affaristico-criminale».
«Si vogliono mangiare il Cilento». Cinque anni fa a Pollica Angelo Vassallo fece approvare un piano regolatore generale non solo limitativo: con l'obiettivo di trasferire anche sulle colline una ricchezza di Acciaroli. Roberta Morrone, avvocato di Agropoli, ricorda preoccupata l'ultimo incontro con Vassallo. «Io avevo confidato ad Angelo una serie di preoccupazioni per quel che avviene nel Cilento... E lui mi rispose: qui tutti stiamo passando un grosso guaio. Bisogna stare molto attenti, noi abbiamo una sola risorsa, il territorio. Se lo vogliono mangiare...». Dopo qualche ora sarebbe stato ammazzato. Vassallo, forse, aveva già capito tutto.
Sindaco ucciso, i pm: «Omicidio politico» Il patto 'ndrine-camorra per il Cilento*-*Il Mattino