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anemy
(AVETRANA), TARANTO - Lui, Michele Misseri, lo zio assassino, ha ribadito dinanzi al gip del tribunale di avere agito da solo. E' la convinzione anche degli inquirenti, che però vogliono andare sino in fondo per capire se in quei 42 giorni trascorsi dal delitto al momento della confessione Misseri sia stato aiutato da qualcuno. Nell'indagine che ha avuto il tragico epilogo l'altro ieri con il ritrovamento del corpo di Sara S*****, ci sono ancora alcune cose da chiarire, e neanche di secondo piano. Misseri intanto resta in carcere, il provvedimento di fermo è stato convalidato dal giudice.
L'omicida è recluso in infermeria, guardato a vista e separato per sicurezza dagli altri detenuti che lo avrebbero 'accolto' all'arrivo con insulti e schiamazzi, anche se il suo difensore, l'avvocato Daniele Galoppa, ha detto oggi che non ha ricevuto minacce. Su Misseri, oltre alle accuse di sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere, pesa anche quella di vilipendio di cadavere, contestatagli oggi dai pm sia perché l'omicida reo confesso ha spogliato la vittima dei vestiti, sia per lo stupro che sarebbe stato compiuto sul cadavere prima di occultarlo.
Ma Misseri dinanzi al giudice, pur confermando sostanzialmente la ricostruzione del delitto, ha detto anche cose diverse rispetto alla confessione. "Quando Sara è entrata in garage, l'ho toccata davanti" ha raccontato, aggiungendo che non era la prima volta che tentava l'approccio con la nipote. Ma la ragazza lo ha subito respinto e lo zio, quando lei gli ha voltato le spalle, l'ha strangolata con una grossa corda che aveva a portata di mano perché la stava usando prima per mettere in moto il trattore. L'assassino ha quindi caricato il cadavere nel bagagliaio della sua Seat Marbella, che era lì, coprendolo con dei cartoni. Nel sollevare il corpo di Sara il suo cellulare è caduto a terra. Cellulare che, si è scoperto solo oggi, quando é stato fatto ritrovare da Misseri il 29 settembre non aveva la batteria ma la scheda Sim sì.
Misseri si è allontanato dal garage alla guida dell'auto mentre Sabrina era ancora in casa e cominciava a telefonare prima a Sara e poi agli amici, preoccupata di non vedere arrivare la cugina con la quale doveva recarsi al mare.
Ma l'assassino, anche questo lo si è appreso solo oggi, non si è diretto nel suo podere a due chilometri da Avetrana per occultare il cadavere dove poi è stato trovato. Si è invece fermato a 300 metri circa dall'abitazione, in aperta campagna, dove in un casolare diroccato ha prelevato il cadavere dall'auto, spogliandolo e abusandone. E dopo aver riposto il povero corpo nel bagagliaio, ha bruciato in tutta fretta quanto meno i vestiti di Sara e la corda usata per strangolarla.
I resti di quel fuoco sarebbero stati trovati e repertati dagli investigatori. Nell'interrogatorio di garanzia, Misseri ha aggiunto al suo racconto anche qualche "non ricordo". Il suo difensore ha annunciato che chiederà una perizia psichiatrica sul suo assistito, che ha chiesto al giudice persino di poter leggere i giornali, ricevendo ovviamente un netto rifiuto.
Nel mosaico ricostruito con pazienza dagli investigatori resta comunque da chiarire qualche tassello. Ad esempio, c'é un piccolo giallo sul garage, scena del crimine: non è mai stato posto sotto sequestro, e non lo è neppure il casolare diroccato nel quale Misseri dice di aver abusato del corpo ormai senza vita di Sara. Per gli inquirenti, comunque, è tutto sufficientemente chiaro, tanto che il procuratore Francesco Sebastio, conversando con i giornalisti, ha detto chiaramente che con gli elementi sin qui raccolti "si potrebbe andare già al giudizio" di Misseri. Un padre, zio e familiare che nessuno ora vorrebbe avere accanto. "Mio padre deve rimanere a vita in galera e vedere scorrere lentamente i giorni" ha scritto in un sms una delle due figlie, Valentina.
Sarah: bara bianca ad Avetrana, lunghissimo applauso - Cronaca - ANSA.it
Teorie e mica teorie, questo qui il tempo per
pensare a cosa stava facendo ce l'ha avuto. Schifo.