Originariamente inviata da
P S Y C H O
Ti ci sei invischiato tu in questa situazione...
Tralasciando il nonnismo, l'unica cosa di positivo che posso trovare in un anno di naja è la possibilità di costruire qualche rapporto umano con qualche commilitone, rapporto umano che potrebbe essere più profondo di quelli instaurati nell'"ovattato" mondo di casa per il fatto che in quell'anno ci si trova a vivere momenti difficili, a volte molto difficili.
E' risaputo che è nella sofferenza che si tira fuori il meglio si se stessi, soprattutto per quanto riguarda i rapporti interpersonali.
Quello che mi lascia scettico è il dover costruire apposta uno stato di sofferenza per riuscire a esprimersi al meglio. Preferirei allora un anno investito in qualcosa di altrettanto fonte di sofferenza, ma che abbia un ritorno più costruttivo che giocare a fare la guerra o peggio ancora far divertire il prossimo a vessare i più deboli.
Tre mesi in Africa centrale a scavare pozzi d'acqua nel deserto, oppure a far un po' di compagnia agli anziani delle case di cura, a fare gli ausiliari negli ospedali meglio se oltre frontiera, raccogliere le cartacce sulla spiaggia, o quel che altro possa venie in mente...
Io capisco che ti trovi a disagio a difendere la vita militare perché non è il tuo vestito, ma non ne sei costretto.
Ai nostri giovani, una volta diplomati, gli si potrebbe dare comunque un calcio nel culo per un annetto e anche più e metterli in una condizione di doversela cavare un po' da soli, cazzo, ma proprio il militare no!!