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About LinkBacks....Originariamente inviata da Annie Lennox
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Se mi hai fatto sta domanda significa che la cosa non ti riguarda.
Eh, Annie, ma il problema non penso che il problema sia che le donne hanno gli occhi azzurri e sono occidentali, quanto che in quelle culture la donna non deve apparire (mentre l'uomo può, quindi il problema non si pone).
Diciamo che non è neanche un discorso maschilista (per gli standard culturali di quella zona, e in base a quanto io la conosco): semplicemente il ruolo della donna non include comparire con la loro immagine in "pubblico".
E' sbagliato? Sì. Io sono universalista, non relativista, scusami l'arroganza ma non ci metterò nemmeno un "secondo me": è una concezione sbagliata e basta.
Però le loro norme culturali OGGI, relativamente a questo tema, prevedono questo. L'IKEA (non un rivoluzionario, un messia o un politico) fa molto prima ad accettarle e a chiamarsi completamente fuori da un tema spinoso, senza inoltrarsi in un dibattito che non c'entra nulla con la sua logica aziendale.
Ma infatti il problema non sono gli occhi azzurri o la carnagione latticino.
Il problema è che l'azienda ha tolto le donne. Tutte le donne e non gli uomini o i bambini. Che sia sbagliata la "non-immagine" della donna sian tutti concordi.
Che l'azienda abbia voluto puntare solo sul target maschile e non su quello femminile è indirettamente discriminatorio perchè si è fatto indirettamente promotore del messaggio che in quei paesi la donna non deve essere rappresentata su un catalogo.
Nè la donna occidentale, nè la donna araba.
O doveva lasciare le donne o doveva elimanare anche le altre figure.
L'Ikea ha fatto una scelta. Ha scelto di vendere il proprio prodotto a uomini e bambini, in quei luoghi. Spero che l'utenza si comporti di conseguenza, perchè non è vero che le donne stanno segregate in casa, vanno a far la spera, escono e vanno anche all'ikea.
In linea generale l'Ikea, non essendo un'azienda araba, ha fatto una scelta discriminatoria, secondo me.
Eh, ma mi sembra che tu non abbia afferrato quello che è, secondo me, il punto.
Non è vero che puntano sul target maschile, e non è vero (come hai giustamente detto) che lì le donne non contino nulla e non facciano mai nulla: senz'altro ci saranno donne che vanno col proprio marito all'ikea il sabato pomeriggio a cercare i mobili, come le occidentali.
Semplicemente, non hanno bisogno di vedere una donna sul catalogo per pensare di comprarsi il divano X o il tavolo Y, così come io, che sono brutta, compro ugualmente profumi che hanno nelle loro pubblicità solo donne bellissime; e mio padre, impiegato 50enne, si sia comprato anni fa un fuoristrada anche se nella pubblicità c'era un fighetto di 25 anni con moglie coetanea.
Sono esempi stupidi, e magari mi dirai che è ovvio che le persone brutte non vengano messe nelle pubblicità: bene, nei paesi islamici, è altrettanto ovvio che non ci vengano messe le donne. L'immagine della donna non compare, per consuetudine.
Lo so che tutto questo è inserito in una cultura più ampia e senz'altro molto maschilista (l'Arabia Saudita è l'unico - mi pare - paese in cui le donne non possono guidare), ma questa dell'immagine è solo l'ultima manifestazione.
Del resto, tu stessa hai scritto che:
quando suvvia, i bambini non sono di certo un target commerciale per i mobili!
e le camerette?!?
Layne S. mi sembra che tu non abbia afferrato che l'Ikea si è abbassata ad eliminare la donna, favorendo l'immagine retrograda afgana, per vendere i propri prodotti e poi si è scusata pubblicamente.
Ha dato il culo e la faccia ai soldi. Per me ci sono cose più importanti che una strategia di marketing, cioè non venderti per qualcosa che non appoggi in realtà, per poi scusati e farci la figura di quello che si mette a 90° per un ideale non condiviso, per vendere qualche mobile del cazzo.
E riguardo l'ultima frase, hai storpiato il senso che volevo dargli.
Non so te, ma io la cameretta non sono andata a comprarmela da sola a 4 anni...
Io e te non saremo mai imprenditrici (ma ovviamente di me stessa già lo sapevo), men che meno imprenditrici di successo. Sono contenta che abbiamo questa cosa in comune, mi fa sempre piacere trovare qualcuno che è attaccato a dei valori.
Ma non essere ingenua. Il business è esattamente mettersi a 90°, checché ne dicano tutte le carinissime filosofie economiste (che sono interessantissime e vanno studiate), e tutti gli esperimenti di Ford (eccezione virtuosa, ma semplice eccezione): l'unica cosa che conta è il profitto.
Sì ok, ma la cemeretta di solito deve piacere anche, soprattutto, al ragazzino.
L'unica cosa che conta è il profitto. Ma l'immagine dell'azienda non conta?
L'azienda deve dare di se una certa immagine, deve anche farsi portatrice di valori, tipo alcune aziende puntano sul risparmio energetico, sul rispetto dell'ambiente, si vantano del fatto che non fanno esperimenti su animali. E fanno tutto questo per costruirsi un'immagine forte che coinvolga il cliente e lo induca a scegliere quell'azienda tra tante.
La stessa Ikea qualche anno fa si vantava di piantare tanti alberi, quanti ne tagliava per farci i mobili.
Cosa assolutamente positiva, cosa che io ho notato e che mi è sembrata una cosa buona.
Sta cosa dell'eliminazione delle donne, l'ammissione, poi le scuse, non ha giovato all'immagine dell'azienda.
Se fai una scelta la porti avanti. Non è che stiamo parlando del fruttivendolo di fronte casa mia, stiamo parlando dell'Ikea, azienda mondiale che ha anche delle responsabilità, perchè tutto il mondo la conosce.
Il profitto non è tutto nemmeno per l'Ikea. Poi può fare tutte le ritrattazioni di questo mondo e di quell'altro, ma le persone ste cose le notano.
PS: La questione delle camerette lascia il tempo che trova. L'Ikea punta anche sui bambini sennò non spiegherei perchè dentro l'Ikea ci siano dei parchi giochi ad hoc. Le camerette, altri mobili e pupazzetti son fatti anche per chi capisce e sceglie cosa comprare insieme ai genitori.
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