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Lavorate per vivere o vivete per il lavoro?

  1. #11
    Nuvolablu
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 14/7/2007
    Messaggi: 27,503
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    Lavoro non per necessità economica ma perchè amo quello per cui ho studiato.
    Certo mi piacerebbe essere più "stabilizzata" professionalmente parlando ma non mi lamento dato che c'è gente che a stento arriva a fine mese e si accontenta di qualsiasi lavoro.


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  3. #12
    alias Angus Young dajide
    Uomo 54 anni
    Iscrizione: 11/12/2011
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    Quote Originariamente inviata da Nuvolablu Visualizza il messaggio
    c'è gente che a stento arriva a fine mese e si accontenta di qualsiasi lavoro.

    sai nel mondo esistono anche gli operai, e quelli che il diploma non basta più per trovare il lavoro che vogliono e cmq non è il fatto di accontentarsi di qualsiasi lavoro, ma avere la fortuna di lavorare, dato i tempi che corrono...

  4. #13
    kiara90
    Utente cancellato

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    Io lavoro per non pesare sui miei e per avere qualcosa per me e per il mio futuro!
    Nonostante questo io amo il mio lavoro e sebbene mi impegni tante ore al giorno e mi costa dei sacrifici io lo faccio volentieri e con passione!

    Alla fine anche se faccio un sacco di straordinari e lo stipendio è misero non mi lamento..almeno ho un lavoro!

  5. #14
    Eurasia
    Ospite

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    Vivo per il lavoro perchè credo sia l'unica cosa che mobiliti davvero l'uomo e la mente, però credo che una solida vita affettiva ci aiuti a viverlo con il giusto equilibrio. Allo stato attuale delle cose direi che lavoro per formarmi in un campo che mi piace, di soldi se ne guadagnano ben pochi.

  6. #15
    alias Angus Young dajide
    Uomo 54 anni
    Iscrizione: 11/12/2011
    Messaggi: 746
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    Quote Originariamente inviata da Eurasia Visualizza il messaggio
    Vivo per il lavoro perchè credo sia l'unica cosa che mobiliti davvero l'uomo e la mente, però credo che una solida vita affettiva ci aiuti a viverlo con il giusto equilibrio. Allo stato attuale delle cose direi che lavoro per formarmi in un campo che mi piace, di soldi se ne guadagnano ben pochi.
    viva la sincerità, auguri
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  7. #16
    Eurasia
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da dajide Visualizza il messaggio
    viva la sincerità, auguri

    Grazie!

  8. #17
    alias Angus Young dajide
    Uomo 54 anni
    Iscrizione: 11/12/2011
    Messaggi: 746
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    questi articoli per chi piace il lavoro (scherzo) è la veritàààààà


    Lo stress da lavoro fa male alla salute: 7 cattive abitudini dei lavoratori ossessivi

    Lavoro, lavoro, lavoro. Per alcuni è una priorità per la quale sono disposti a rinunciare a molte cose, alcune delle quali però indispensabili, come la salute.
    Dai ricercatori della Saint Louis University arriva un monito a tutti i moderni stacanovisti: esagerare col lavoro può essere pericoloso. Per aiutare le persone a capire quanto stanno sorpassando il limite, George Griffin, professore di medicina interna, ha stilato una lista di 7 CATTIVE ABITUDINI che possono funzionare da campanelli di allarme.

    1 – INCAPACITA’ DI RILASSARSI: occorre invece ricordarsi che se un po’ di stress mantiene alti i livelli di adrenalina e di motivazione, troppo può provocare seri problemi di salute: dal mal di testa a problemi cardiovascolari, da tensione muscolare a disturbi del sonno fino a problemi anche più seri.

    2 – ALIMENTAZIONE SBILANCIATA: gli stacanovisti spesso non hanno tempo per preoccuparsi della propria alimentazione e mangiano quello che capita quando capita con una dieta del tutto sbilanciata.3 – DORMIRE POCO: la terza cattiva abitudine identificata da Griffin è rinunciare alle indispensabili sette-otto ore di sonno per lavorare.
    4 – VITA SEDENTARIA: lo stacanovista non ha tempo per l’ attività fisica, eppure 30 minuti di camminata al giorno sarebbero già un gran risultato.
    5 – ANDARE AL LAVORO ANCHE QUANDO SI E’ MALATI: altra usanza da bandire è recarsi al lavoro anche quando si è malati: oltre ad aggravare le proprie condizioni di salute, oltre ad essere meno produttivi, ci si trasforma anche in un portatore ambulante di germi indesiderati.
    6 - BERE TROPPO E NON ANDARE DAL MEDICO: sembra che chi lavora troppo beva anche troppo, con conseguenze problematiche, e che non si sottoponga ai necessari controlli medici di routine.
    7 – POCO TEMPO PER GLI AMICI: a tutto ciò si devono aggiungere il tempo e l’ attenzione che non vengono dedicate alle persone amate e vicine. Se non si curano le amicizie e le relazioni, i rapporti finiscono per incrinarsi e rovinarsi; a questo punto non solo si perde tanto della vita, ma si rischia anche di trovarsi improvvisamente soli.
    (Fonte: Saint Louis University news)

    Lo stress da lavoro fa male alla salute: 7 cattive abitudini dei lavoratori ossessivi | Mondobenessereblog




    Stress da lavoro, una vera malattia

    Misure preventive per evitarlo o ridurlo


    Lo stress da lavoro è una vera e propria malattia professionale che riguarda ogni lavoratore, ma soprattutto, da ora, riguarderà ogni datore di lavoro, che avrà la responsabilità di monitorare le varie situazioni per tutelare la salute dei propri dipendenti.
    A prevederlo una circolare firmata dal ministero del Lavoro in attuazione del "Testo unico sulla salute e la sicurezza nel lavoro". Il procuratore Raffaele Guariniello ha spiegato che, se un lavoratore si ammala a causa dello stress, si può incorrere nell'accusa di lesioni colpose o maltrattamenti.
    Dal 1 Gennaio 2011 tutti i datori di lavoro pubblici o privati dovranno ottemperare alle disposizioni di legge emanate nel 2008, che in realtà dovevano entrare in vigore dall'agosto scorso, ma una circolare ministeriale aveva dato proroga per il 31 dicembre 2010. L'obbligo per il datore di lavoro consisterà nell'avviare la procedura ..la procedura di valutazione del rischio stress scegliendo un campione da intervistare per valutare le situazioni di rischio.
    Tra i fattori di rischio che andranno tenuti sotto controllo gli orari dei dipendenti, i percorsi di carriera, ed anche i conflitti tra colleghi. Nei casi in cui saranno individuati fattori di rischio andranno attuate iniziative per eliminare o ridurre le situazioni stressanti.
    Tra i punti salienti della circolare prima di tutto c'è la necessità di definire che cosa è lo "stress lavoro-correlato", poi la valutazione avviene in due fasi, la prima, obbligatoria, serve a rilevare "indicatori oggettivi e verificabili" di vario tipo.
    Il datore di lavoro dovrà poi rendere conto di quanto rilevato nel "Documento di valutazione del rischio". Se risultano fattori di stress, scatta la seconda fase, cioè l'adozione di "opportuni interventi correttivi" e se la situazione non migliora, bisognerà fare una "valutazione approfondita" utilizzando dei "questionari focus group e interviste semi-strutturate".
    Un numero crescente di ricerche ha messo in evidenza l’effetto negativo dello stress da lavoro sia sul numero di incidenti nel corso dell’attività lavorativa che sulla salute fisica e psichica del lavoratore, in particolare sul rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. Uno studio finlandese ha riscontrato addirittura un rischio doppio di decessi per malattie cardiovascolari in lavoratori stressati che non presentavano nessun altro fattore di rischio per tali patologie.
    Ormai tutti concordano che alla base dello stress da lavoro vi sia un’interazione tra fattori organizzativi e fattori personali, vediamo però nello specifico quali possono essere le cause di tale stress secondo due modelli e secondo la Commissione Europea.
    Secondo il modello dell’Aggravio di lavoro, Job strain model, lo stress lavorativo sarebbe causato soprattutto dalla combinazione di un eccessivo carico di lavoro e una scarsa possibilità di controllo sui compiti da svolgere. Quindi seppure in presenza di un carico di lavoro pesante, un lavoratore potrebbe non sentirsi stressato se percepisse di poter gestire nella maniera più opportuna tale carico.
    Il modello dello Squilibrio tra sforzo e ricompensa, Effort-rewards imbalance model, ipotizza che lo stress lavorativo si riscontri in presenza di un elevato impegno da parte del lavoratore associato ad una scarsa ricompensa. Laddove con il termine ricompensa si intende un guadagno economico, approvazione sociale, stabilità lavorativa e opportunità di carriera.
    Secondo la Commissione Europea, Direzione generale occupazione e affari sociali, i fattori più comuni che possono determinare stress legato all’attività lavorativa sono:

    -Quantità di lavoro da eseguire eccessiva oppure insufficiente
    -Tempo insufficiente per portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente sia per gli altri che per se stessi
    -Mancanza di una chiara descrizione del lavoro da svolgere o di una linea gerarchica
    -Ricompensa insufficiente, non proporzionale alla prestazione
    -Impossibilità di esprimere lamentele
    -Responsabilità gravose non accompagnate da autorità o potere decisionale adeguati
    -Mancanza di collaborazione e sostegno da parte di superiori, colleghi o subordinati
    -Impossibilità di esprimere effettivamente talenti o capacità personali
    -Mancanza di controllo o di giusto orgoglio per il prodotto finito del proprio lavoro
    -Precarietà del posto di lavoro, incertezza della posizione occupata
    -Condizioni di lavoro spiacevoli o lavoro pericoloso
    -Possibilità che un piccolo errore o disattenzione possano avere conseguenze gravi.
    Se nel nostro ambiente di lavoro si verifica anche solo una delle condizioni summenzionate è probabile che siamo dei lavoratori sotto stress, con tutti i rischi che ciò comporta per la nostra salute. Ovviamente per limitare le cause dello stress bisognerebbe agire a livello sia personale che organizzativo. Ma se ci sentiamo stressati e non sono in vista dei cambiamenti organizzativi nel posto in cui lavoriamo possiamo comunque fare qualcosa per stare meglio. Ecco alcuni suggerimenti: 1.Acquisiamo consapevolezza di cosa ci sta realmente stressando. Cerchiamo di identificare le fonti di stress, anche elencandole materialmente su un foglio. Quale aspetto della nostra vita lavorativa ci crea maggior sofferenza o tensione? Ci preoccupa di più? È su questo o questi aspetti che è urgente intervenire. 2.Informiamoci sui nostri diritti. Conoscere quali sono i nostri diritti come lavoratori ci fa sentire più “forti”. La conoscenza ci fornisce degli strumenti indispensabili per modificare le cose che non vanno intorno a noi. Se abbiamo dei dubbi, non esitiamo a rivolgerci alle fonti e alle persone giuste per chiarirci le idee (rivolgiamoci ai sindacati, consultiamo testi o siti internet sulla materia, rivolgiamoci ad esperti del settore). 3.Modifichiamo la valutazione cognitiva dell’ambiente. Prima di tutto riconosciamo la differenza tra le cose che possiamo controllare e quelle che non possiamo controllare. Chiediamoci come stiamo vivendo la situazione, se esistono modi alternativi si affrontarla. Se riteniamo la nostra realtà lavorativa immodificabile, cerchiamo di dare minore importanza agli eventi che ci accadono quotidianamente. Se il nostro capo ci bistratta perché ha un brutto carattere, non prendiamola come qualcosa di personale e soprattutto evitiamo di cadere nel circolo vizioso delle ripicche e dei dispetti (magari sotto forma di “dimenticanze” o di ritardi nella consegna del lavoro). Cerchiamo di mantenere comunque un atteggiamento professionale e distaccato. 4. Pianifichiamo le attività e utilizziamo il time management. Spesso ciò che ci stressa è semplicemente la “quantità” di lavoro. Impariamo a delegare tutto ciò che è delegabile e a distinguere tra cose importanti e cose urgenti. Faremo quindi prima le cose importanti e urgenti, poi quelle urgenti e non importanti, quelle importanti e non urgenti, e infine quelle né importanti, né urgenti. 5.Prendiamoci delle pause. Facciamo dei break nel corso della giornata, anche semplicemente per fare dei respiri profondi e sentire che la nostra mente si rilassa. Poi saremo in grado di tornare al lavoro con rinnovata energia e lucidità. 6.Prendiamoci cura del nostro corpo. Dedicarci ad una attività fisica regolare, curare la nostra alimentazione e prevedere degli adeguati periodi di riposi è la migliore cura anti-stress, sia esso lavorativo o di altro genere. In particolare, l’esercizio fisico costante libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che aiuta a sentirci meglio, e ci aiuta a prevenire sia i danni cardiovascolari che quelli muscolo-scheletrici dovuti allo stress lavorativo. 7.Pensiamo positivo. Prendiamo nota del lavoro fatto bene e ricompensiamoci in qualche modo. Poniamoci degli obiettivi a breve termine e sentiamoci soddisfatti quando li abbiamo raggiunti. Cerchiamo di non considerare le critiche come un attacco personale, pensiamo ad esse come ad un’opportunità per crescere nel nostro lavoro. 8.Rivediamo la scala di valori. Diamo il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia, gli amici, altri interessi. Tutti ambiti in cui la situazione può essere migliore e le soddisfazioni compensare lo stress da lavoro. 9.Impariamo a coltivare lo humor, a ridere di noi. 10.Impegniamoci in attività esterne di gruppo. Gruppi di sport, di volontariato, associazioni culturali, possono fornirci quelle gratificazioni che ci mancano in ambito lavorativo. 11.Ricorriamo all’aiuto di un professionista esterno. Il counselling e la psicoterapia sono gli strumenti più utili per la risoluzione delle tensioni interne che danno origine allo stress.
    Leggi altre informazioni
    26/11/2010

    Psicologia STRESS DA LAVORO, UNA VERA MALATTIA notizie di salute su Psicologia

  9. #18
    Nuvolablu
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 14/7/2007
    Messaggi: 27,503
    Piaciuto: 2274 volte

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    Quote Originariamente inviata da dajide Visualizza il messaggio
    sai nel mondo esistono anche gli operai, e quelli che il diploma non basta più per trovare il lavoro che vogliono e cmq non è il fatto di accontentarsi di qualsiasi lavoro, ma avere la fortuna di lavorare, dato i tempi che corrono...

    Non ho mica detto il contrario...^^

  10. #19
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
    Messaggi: 35,150
    Piaciuto: 10122 volte

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    Il lavoro è un mezzo, non un fine.
    A Echoes piace questo intervento
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  11. #20
    Spotless Echoes
    Donna 31 anni da Roma
    Iscrizione: 21/6/2009
    Messaggi: 9,071
    Piaciuto: 2972 volte

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    Sto studiando una cosa che mi piace proiettata per un lavoro che mi piace.
    Per me lavorare sarà prima di tutto una necessità, dato che non posso vivere sulle spalle dei miei.
    Ma -spero- non sarà soltanto un modo per portare soldi.
    Spero di poter avere tutte le soddisfazioni che il mio posto di lavoro potrà darmi,
    di poter dedicare le mie conoscenze alla salute delle persone.
    Auguro a tutti di lavorare per vivere,ma allo stesso modo vivere mentre si lavora.
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