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Riflessioni su ansia, depressione &co.

  1. #21
    Pirobo Lucky Luciano
    Uomo 34 anni
    Iscrizione: 20/10/2005
    Messaggi: 4,021
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    quando ho smesso di fare un uso abitudinario di alcune droghe ho fatto un periodo a soffrire di attacchi di panico improvvisi e immotivati.

    Tolto questo (disturbi legati all'abuso di sostanze, farmaci, alcool o quant'altro).... quoto anche io Obo.
    Essere depressi è una moda.....una volta già mangiare era un lusso.
    Adesso non si apprezza più un *****...tutti vogliono essere insoddisfatti e non apprezzano un *****.


  2. #22
    Nuvolablu
    Donna 43 anni
    Iscrizione: 14/7/2007
    Messaggi: 27,503
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    Quote Originariamente inviata da LuciadiLammermoor Visualizza il messaggio
    Secondo te, che sei psicologa, questi disturbi colpiscono indistintamente tutti i "ceti" o sono più diffusi tra i benestanti?
    Mi viene in mente Freud e le ricche famiglie viennesi in cui..."operava".

    Mah, diciamo che in generale i disturbi non guardano in faccia nessuno.
    Magari cambia la modalità nell'affrontarli o comunque la consapevolezza della loro esistenza.
    Diciamo che nei casi meno gravi di ansia forse sarebbe meglio essere ignoranti, insomma spesso è proprio il sapere dell'esistenza di alcuni disturbi che alimenta il circolo vizioso provocando quella che viene definita poi ansia anticipatoria.
    Diverso è il caso di disturbi di personalità gravi, sia in personalità nevrotiche, psicotiche o borderline, e lì non puoi non accorgertene nè puoi affrontarli da solo/a e non c'è ceto sociale che tenga eh.

  3. #23
    Litha
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 14/1/2006
    Messaggi: 15,231
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    Quote Originariamente inviata da Lucky Luciano Visualizza il messaggio
    quoto anche io Obo.
    Essere depressi è una moda.....una volta già mangiare era un lusso.
    Adesso non si apprezza più un *****...tutti vogliono essere insoddisfatti e non apprezzano un *****.
    Quoto.

  4. #24
    *Giu*
    Utente cancellato

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    non credo che oggi i casi siano molti di più rispetto al passato, penso che se ne parli di più, una volta i media non c'erano e queste cose non venivano dette ppubblicamente perchè tutto ciò che non era "normale" era condannato oggi fortunatamente l'approccio alla malattia psicologica è cambiato e quindi si tende a nasconderlo meno, poi sicuramente la società di oggi non aiuta, lo stress è sicuramente maggiore e spesso lo è anche inutile, cioè rispetto al passato oggi si va in "crisi" per cose fondamentalmente inutili, si abusa di certi termini solo perchè si sentono dire e probabilmente sono i più semplici da ripetere...in passato se la depressione c'era, così come la nevrosi, era in molti casi per VERI motivi, oggi è tutto un emulare gli altri, un copiare e spesso la competizione (per cose futili) della società moderna provoca stati che si potrebbero benissimo evitare.Ci si fascia la testa prima del tempo
    poi, per carità, i casi seri ci sono ancora oggi e meritano attenzione....

  5. #25
    anemy
    Utente cancellato

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    Per me ha ragione obo, me ne sono accorta io stessa guardandomi attorno e successivamente ritrovandomi in queste condizioni che ormai era cosa fatta.
    La gioventù di oggi non è depressa, è svogliata e senza interessi, e se è ansiosa è, giustamente, perchè manca la fiducia nel futuro; chiaramente intendo la maggior parte dei giovani, data l'inflazione delle parole 'depressione' e 'ansia' da parte di ragazzi che non sanno nemmeno cosa sia un problema reale.

  6. #26
    LuciadiLammermoor
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    sono d'accordo sull'ipotesi freudiana che fa risalire molte delle nevrosi al periodo di latenza e alla restrizione rigida mentale della società occidentale (le nevrosi, infatti, non sono uguali per tutte le culture, e qui bisognerebbe accompagnare sempre lo studio psicologico allo studio antropologico).

    molte volte la nevrosi nasce anche da una certa frenesia della società contemporanea, che tende a disorientare, alienare e far perdere l'identità al singolo.


    per quanto riguarda i consigli idioti come "non è nulla" "reagisci" oppure commenti ancora più stupidi come "è da deboli mollare", credo siano la cosa in assoluto più nociva, cretina e superficiale da dire. soprattutto il "è da deboli". è da deboli che cosa? avere un problema e non saperlo affrontare? molto spesso problemi del genere - anche seri - vengono nascosti con vergogna proprio per paura di questi giudizi superficiali e radicati.

    Io quoto in pieno l'intelligente ed equilibrato intervento di Holly.
    E' vero che c'è gente che dice "c'ho l'ansia" ma non sa nemmeno cosa sia, è vero che il benessere ci porta, a volte, a perdere di vista il valore della vita e il suo senso, ma è altrettanto vero che questi disturbi, se veramente sussistono, portano ad un doppio malessere: il malessere della malattia e il malessere di non essere capiti, come certi interventi hanno ampiamente dimostrato.

  7. #27
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
    Messaggi: 17,140
    Piaciuto: 1393 volte

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    Quote Originariamente inviata da LuciadiLammermoor Visualizza il messaggio
    Vi propongo una riflessione sulla diffusione a macchia d'olio di disturbi d'ansia, di panico, depressione e nevrosi*.
    Le più colpite sembrano essere le donne e questi disturbi coinvolgono persone sempre più giovani.
    Nonostante questo, è sempre difficile per la persona malata parlare del proprio problema: si prova vergogna o semplicemente paura di non essere capiti, paura di sentirti dire: "Distraiti / tirati su/ devi avere maggiore forza di volontà".

    Voi cosa ne pensate?
    Come mai questi disturbi sono sempre più diffusi oggigiorno?

    *siamo tutti "nevrotici", ognuno di noi ha almeno una minima nevrosi.
    diversa è la psicosi.

    L'ansia credo che sia uno stato normalissimo. Pensa se non avessimo l'ansia... non sapremmo distinguere il pericolo, non sapremmo concentrarsi a dovere per affrontare un esame; solo il suo eccesso può definirsi un problema.

    Non ci credo che nostro nonno contadino non avesse l'ansia.

    Anche la depressione è una cosa comprensibilissima, salvo abusare di questo termine e dichiarare di essere depressi perché s'è esaurita la batteria del telefono... ma come si potrebbe non cadere in una depressione a seguito di un lutto, dell'abbandono del nostro partner che amiamo dopo anni di convivenza... Non credo anche in questo caso che i nostri nonni contadini non la abbiano sperimentata alla morte di un figlio, per esempio...


    Forse la nevrosi è quella che maggiormente potrebbe risentire dell'epoca in cui viviamo; intesa come forma d'adattamento potrebbe essere più diffusa oggi che siamo in continua rivoluzione di usi e costumi rispetto al passato.


    E' pure vero che oggi rispetto al passato si presta più attenzione agli stati d'animo e si è maggiormente portati a denunciarli.
    Tornando alla morte di un figlio, nostro nonno, col ruolo di maschio forte che doveva recitare, probabilmente avrebbe vissuto l'evento interiormente, mentre se accadesse a noi saremmo più sinceri nel manifestare il nostro dolore e i nostri sentimenti, la nostra depressione per intenderci.

  8. #28
    LuciadiLammermoor
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    L'ansia credo che sia uno stato normalissimo. Pensa se non avessimo l'ansia... non sapremmo distinguere il pericolo, non sapremmo concentrarsi a dovere per affrontare un esame; solo il suo eccesso può definirsi un problema.

    Non ci credo che nostro nonno contadino non avesse l'ansia.

    Anche la depressione è una cosa comprensibilissima, salvo abusare di questo termine e dichiarare di essere depressi perché s'è esaurita la batteria del telefono... ma come si potrebbe non cadere in una depressione a seguito di un lutto, dell'abbandono del nostro partner che amiamo dopo anni di convivenza... Non credo anche in questo caso che i nostri nonni contadini non la abbiano sperimentata alla morte di un figlio, per esempio...


    Forse la nevrosi è quella che maggiormente potrebbe risentire dell'epoca in cui viviamo; intesa come forma d'adattamento potrebbe essere più diffusa oggi che siamo in continua rivoluzione di usi e costumi rispetto al passato.


    E' pure vero che oggi rispetto al passato si presta più attenzione agli stati d'animo e si è maggiormente portati a denunciarli.
    Tornando alla morte di un figlio, nostro nonno, col ruolo di maschio forte che doveva recitare, probabilmente avrebbe vissuto l'evento interiormente, mentre se accadesse a noi saremmo più sinceri nel manifestare il nostro dolore e i nostri sentimenti, la nostra depressione per intenderci.

    Quoto appieno anche te!
    Devo dire che non avevo pensato alla tua ultima considerazione. Pensando invece alla parte femminile... beh, ogni stato d'animo "anomalo" era bollato con aggettivi come "umorale" et similia.
    Ti cacciavano sotto una doccia fredda e via...olè!
    Capitò a mia nonna.

  9. #29
    Little Spongy Folletta
    Donna 32 anni da Genova
    Iscrizione: 8/12/2007
    Messaggi: 14,178
    Piaciuto: 4028 volte

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    Quote Originariamente inviata da Nuvolablu Visualizza il messaggio
    Non sono più diffusi ora rispetto al passato, semplicemente adesso se ne parla di più e c'è più consapevolezza e accettazione del disturbo psicologico, insomma lo si ghettizza molto meno per fortuna.
    La vita frenetica poi ha reso termini come stress e ansia conosciuti e praticati nel linguaggio quotidiano, spesso però se ne abusa causa mancanza di conoscenze specifiche.
    su certe cose io e te andiamo d'amore e d'accordo!

  10. #30
    and where are drinks
    Donna 36 anni
    Iscrizione: 10/11/2008
    Messaggi: 1,328
    Piaciuto: 0 volte

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    Tutto giusto quello che avete detto in generale, direi che la "patologia" più diffusa al giorno d'oggi non è la nevrosi bensì l'insicurezza.
    Si da molta più importanza che in passato il dover apparire al meglio, anche perchè con la proliferazione dei mezzi di comunicazione si conoscono sempre più persone, sempre più superficialmente.

    Risultato le persone sono molto più povere, e più insicure a mostrarsi spontanee e naturali.

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