Originariamente inviata da
Anomalia.
Personalmente, credo che ci sono diverse morali universali che ci vengono proposte alla nascita e crescita, dai nostri primi passi finché (se) pensiamo di agire secondo alle proprie ambizioni.
Prendiamo, per esempio, la morale cristiana, la più diffusa nelle parti europee (e non): un bambino si battezza e si cresce nello spirito della morale cristiana. Ora, la morale cristiana c'insegna, tramite i 10 comandamenti, che è sbagliato uccidere. Secondo la Chiesa, l'aborto è omicidio. Per me non lo è.
Ci insegna che è sbagliato rubare. Io, se muoio di fame e non ho soldi, prenderò un panino senza pagare. In situazioni estreme, per me non lo è.
Ci dice di non desiderare la donna/uomo altrui. Io lo faccio, e ciò rimane tra le pareti della mia mente.
Ci dice di rispettare sempre i genitori. Se mia madre è alcolizzata, mi picchia, spende i soldi per il mio cibo sulla droga, non le porterò nessun rispetto.
Ci impone di avere un Dio solo nel nostro cuore. Il mio cuore è già pieno di familiari e gente che voglio bene, e non c'è posto per un Dio che non influenza la mia vita.
Secondo tutto ciò io non sono una persona ne etica, ne morale.
Ma in realtà non è vero.
Io mi sono permessa di crearmi una morale mia, in base a ciò che ho vissuto, che ho visto, che ho sentito sulla mia pelle. Per esempio - anche se non è giusto rispondere ai maltrattamenti con la violenza fisica, se uno mi picchia, mi sputa addosso e mi tira le sedie, io gli spaccherò la sua sacrosanta faccia. Perché nel mondo d'oggi è impossibile soprvvivere come una pecora in mezzo ai lupi. Io mi sono addattata. E non mi ritengo una persona cattiva, bensì una pecora travestita da lupo che cerca di sopravvivere.