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Che poi se tutti facessero così tutte le donne in età fertile dovrebbero rassegnarsi a non lavorare, donne sterili a parte.
C'è chi approfitta della situazione, questo è vero, ma non vale solo per la parte femminile.
Mi rompe l'idea di dover sentire l'essere donna come un handicap, lo trovo assurdo e troppo limitante.
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Che poi, la donna che lavora a tempo pieno non riesce a fare la mamma. Per il papà non ci sono problemi, però. Il discorso vale anche per la parte maschile, perché la figura del padre è importante quanto quella della mamma. Ci sono buoni genitori che lavorano e cattivi genitori che non lavorano. E cattivi genitori che lavorano e buoni genitori che non lavorano. Ma esiste il giusto equilibrio, per fortuna. E le persone che lo capiscono. Si può essere buoni genitori e bravi lavoratori. Come ci sono i cattivi lavoratori, maschi o femmine che siano. Però è più semplice nascondersi dietro i luoghi comuni e fare come esempi i casi estremi. Comodo così.
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C'è anche da dire che nel mondo del lavoro odierno, il classico turno 8-16/9-17 ormai per molti è utopico...bene che deve andare si lavora spesso con turni cambiati "al volo", se va anche male ci si trova a dover lavorare 11-12 ore. Provateci voi a dedicare del bel tempo ai figli dopo ore di lavoro a due cifre...Io probabilmente tornerei a casa con un mitragliatore caricato a "non rompetemi i coglioni".
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Originariamente inviata da
illusione
“‘sta roba” ti aiuta a comprendere che non assumere donne in quanto donne è sessismo. Meglio se ci dai una letta a “‘sta roba” che garantisce pari opportunità sul posto di lavoro a uomini e donne.
forse sarebbe meglio che tu leggessi perchè ho scritto che non assumo donne invece di blaterare.
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ma che casinoooooo!!!
onestamente il mio pensiero è "semplice".
Il problema sta tutto nella burocrazia e nelle tasse.
Il tutto sarebbe più semplice se un titolare che assume una donna e questa resti incinta, tutto fosse più economico e semplice.
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Io non riesco a prendere una posizione sinceramente...
A me pare che avete ragione tutti....purtroppo è un argomento in cui ogni parte ha le sue ragioni, non c'è una parte giusta o una sbagliata, ognuno ha i suoi bisogni
Magari bisognerebbe dare delle agevolazioni ai titolari in caso di dipendente in maternità come ha detto Lantis
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Mia madre lavorava e ne ho sentito la mancanza ma se non si può fare altrimenti non può essere una scusa, poi mio padre, vabbè, erano divorziati quindi ci ho fatto l'abitudine, ma d'altronde era necessario che mia madre lavorasse, altrimenti non si mangiava. Ed è giusto che una donna abbia tutto il diritto di lavorare anche se ha dei figli, se mi sposerò ed avrò dei figli ovvio che mia moglie dovrà fare ciò che vuole e preferirei proprio che lavorasse, soprattutto se significasse lavorare insieme (per lo più), anche perché pure Ilaria Stagni frequentava gli studi coi genitori fin da bambina ed è proprio così che ha iniziato.
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Originariamente inviata da
Jack Daniels
Magari bisognerebbe dare delle agevolazioni ai titolari in caso di dipendente in maternità come ha detto Lantis
qualcosa c'è già... se non sbaglio il datore paga "solo" il 20% durante i mesi di maternità, il restante 80% è pagato dall'inps.
il problema è che ti viene a mancare una persona già formata, quindi ne devi prendere un'altra che paghi al 100% e in più devi formare.
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Originariamente inviata da
Hulk
qualcosa c'è già... se non sbaglio il datore paga "solo" il 20% durante i mesi di maternità, il restante 80% è pagato dall'inps.
il problema è che ti viene a mancare una persona già formata, quindi ne devi prendere un'altra che paghi al 100% e in più devi formare.
Ma dipende. Se la donna non è un'approfittatrice che chiede la gravidanza difficile anche se non ne ha motivo, e se ne sta a casa un casino di tempo, mancherà anche solo tre mesi, e non lascerà lavoro arretrato. E se non si ha un solo dipendente non sarà difficile per gli altri coprire la sua assenza senza bisogno di assumere altre persone. E anche in quel caso ci si riesce. Poi se si vogliono fare solo esempi di casi limite è un altro discorso. E in quel caso si può anche fare il discorso di chi si prende malattia in continuazione, e non ha problemi a starsene in casa ad aspettare la visita medica negli orari stabiliti. Però lo si assume perché non si sa che tipo è, mentre per la donna si ha subito pronta la scusa della gravidanza. Mentre magari poi lavora più di un uomo e anche quando andrà in maternità non lascerà casini. Le assenze prolungate si riescono a fare lo stesso, dal lavoro, e se non gestite bene penalizzano l'andamento dell'azienda/ufficio ecc, ma di certo non è la maternità il problema maggiore. Anzi, è proprio l'ultimo problema. E avendo conoscenze sia nel settore pubblico che in quello privato lo dico con cognizione di causa.
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Originariamente inviata da
Dade
Ma cmq le donne devono lavorare lo stesso. Non che non le assumiamo piu perche rimangono incinte. A me sembra assurda come cosa...
Allora non assumiamo neanche i disabili perche potrebbero essere spesso in cura.
Io gli unici che non assumerei sono i coglioni difatti. Sono loro il vero male dell'umanità.
Con coglioni intendo:
gli ignoranti
gli assenteisti
i furbi di varia natura
chi semina zizzania nei luoghi di lavoro (le cosidette mele marce)
...e cosa più importante tutti coloro che pensano che i termini "etica" e "professionalità" siano solo parole che sui trovano su un vocabolario.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Dade, sei un vero paladino delle donne.:)
E da donna ti rispondo.
la questione in se non è solo la maternità che si, spetta. Magari si potesse far scegliere di far restare incinto l'uomo. Lo sceglierei subito.:D
È il dopo. Oltre alla propria malattia, c'è quella dei figli. C'è il figlio che un giorno non andrà a scuola e non sempre si può affidarlo ad un nido, una babysitter o altro. E c'è una serie di permessi che riguardano i figli che in realtà possono essere chiesti anche dal padre. Ancora oggi è raro che ciò accada. Il datore di lavoro che sceglie tra uomo e donna sa che preferibilmente sarà una madre a prendere quei permessi e non il padre. Ecco perché sceglie l'uomo.
In realtà è qui là mentalità da cambiare. Siete genitori? Vi spettano tot ore da dividere? Devono essere divise. Punto. Invece è ancora una scelta.
Abbiamo combattuto affinché fossimo considerate al pari dell'uomo. Al pari significa garantire anche un lavoro pari all'uomo. E significa anche non dover rinunciare ad essere madri, ma essere in grado di affrontare le difficoltà di una madre che lavora.
Infatti. La gestione della genitorialità sarebbe bello che fosse condivisa dove possibile (ovvio che in gravidanza e i primi mesi il figlio abbia più bisogno della madre, ma la madre avrebbe bisogno del sostegno del padre) con i suoi oneri ed onori. E i genitori dovrebbero essere sostenuti a livello di welfare, è assurdo che una coppia che non ha il sostegno dei genitori ( ovvero dei nonni del bambino) perché malati o lontani o deceduti ad oggi sia in Italia così penalizzata a tutti i livelli (primo tra tutti quello economico) perché ben ci sta che ci sia la rete familiare a sostegno, ma primariamente dovrebbe essere lo stato, tramite il welfare, ad erogare servizi di sostegno presenti e reali alle neofamiglie. Invece non è così, e non è un mistero per nessuno che ad oggi l'Italia si basi ancora per gran parte su un sostegno diverso da quello che dovrebbe essere garantito da un welfare che sia a livelli decenti.