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Non dirlo al mio capo!
Il titolo è di una serie TV recente che ha come tema generale l'ulteriore difficoltà in tempo di crisi a trovare lavoro se sei una madre con figli. Qualsiasi colloquio di lavoro la protagonista fa, nel momento in cui ammette di avere figli, scatta la classica frase "Le faremo sapere". Trova lavoro solo quando decide di mentire al riguardo.
Al di là della fiction, il tema è più reale che mai. Ne vivo io stessa indirettamente le esperienze ora che sto cercando di aiutare un'amica che è alla ricerca di lavoro.
Si tende a passare su tutto, persino sull'inesperienza, ma la domanda "Ha figli?" arriva puntuale. Ed anche la smorfia al sì di conseguenza.
E voi? Che esperienze avete al riguardo?
E se il capo foste voi? Nel decidere se assumere o meno, influirebbe l'esistenza di figli?
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mi pare se ne fosse già parlato in un altro thread.
certo che influirebbe, comunque io faccio prima: non assumo donne.
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Io penso che le donne debbano avere pari diritti dell'uomo. Una donna rimane incinta sostituzione di maternità. Una moglie rimane incinta "permesso per maternità" pagato ovviamente.
Il non assumere donne è sessista...
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Non ricordavo se ne fosse già parlato.
Hulk non ho capito se non le assumi a prescindere dai figli.
Dade, il problema non credo sia tanto per la maternità, ma per il dopo. Il ragionamento che va per la maggiore è che se il figlio si ammala, la madre deve stargli vicino. Come è giusto che sia, per carità. Però molti capi non amano avere questi contrattempi, ad esempio. Perché se fai un lavoro di responsabilità con ad esempio delle scadenze, le devi rispettare. Io non ho figli, però ho visto le difficoltà che hanno avuto colleghe ed anche amiche o parenti. E, devo ammetterlo, ho visto anche le difficoltà dei loro capi in alcuni momenti.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Non ricordavo se ne fosse già parlato.
Hulk non ho capito se non le assumi a prescindere dai figli.
Dade, il problema non credo sia tanto per la maternità, ma per il dopo. Il ragionamento che va per la maggiore è che se il figlio si ammala, la madre deve stargli vicino. Come è giusto che sia, per carità. Però molti capi non amano avere questi contrattempi, ad esempio. Perché se fai un lavoro di responsabilità con ad esempio delle scadenze, le devi rispettare. Io non ho figli, però ho visto le difficoltà che hanno avuto colleghe ed anche amiche o parenti. E, devo ammetterlo, ho visto anche le difficoltà dei loro capi in alcuni momenti.
il mio pensiero non cambia...
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È una cosa verissima ed è anche una cosa orrenda. Il punto della questione è che il problema riguarda sempre la "maternità" e mai la "paternità".
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È un discorso spinoso, sinceramente, in cui ogni parte ha le sue ragioni e i suoi torti. Da una parte è verissimo che una donna, se vuole, ha il diritto di provare a coniugare lavoro e maternità, dall'altra però non biasimo del tutto un capo che, ammesso che nel complesso si comporti in maniera giusta, risponde con un "ok, tu vuoi avere figli ma sti cazzi, io l'azienda devo comunque mandarla avanti, non posso pagare io per le scelte tue"...
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Io distinguerei i casi: "dare lavoro ad una donna" e "dare lavoro ad una mamma". Nel primo caso direi che non fa assolutamente differenza tra uomo e donna, il discriminante devono essere le competenze personali circa il tipo di lavoro. Per il secondo caso invece direi che dovrebbe essere la donna che sceglie il tipo di lavoro più consono alla sua situazione, diciamo. Quello che voglio dire è che se sei mamma e vuoi lavorare perfetto e complimenti, ma sul posto di lavoro non sei mamma e quindi devi esserci, come è giusto che sia visto che vieni pagata.
Avere figli e lavorare secondo me significa sacrificare entrambi perché se sei al lavoro non sei con i figli e se sei con i figli non lavori, ma questo è un mio opinabile pensiero.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Non ricordavo se ne fosse già parlato.
Hulk non ho capito se non le assumi a prescindere dai figli.
in realtà non le assumo perchè il mio socio non è d'accordo (facciamo meccanica e forse non è il lavoro dove le donne sono più portate) e poi abbiamo anche un solo spogliatoio per i dipendenti al momento.
detto questo però è ovvio che anche se lo facessi la cosa influirebbe, sarebbe ipocrita dire il contrario.
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A parte che dipende da lavoro e lavoro... E poi non è che tutte le mamme si assentino per ogni cazzata del figlio, esistono le nonne ed esistono le baby sitter. Io ho appena scoperto che se restassi incinta in specialità sarei costretta fuori dalla sala operatoria per tutti i mesi della gravidanza (senza contare i mesi del post gravidanza). A me sembra una gran cazzata che quello del chirurgo sia considerato un "lavoro a rischio" solo in italia e non negli altri stati europei. E cmq ripeto, ci sono mamme e mamme, c'è chi adora passare i nove mesi a letto a scegliere tutine e chi invece come a me stare a letto rompe ancora di più.E definire la chirurgia un lavoro a rischio è solo un altro modo di invitare i tuoi ovuli e utero a non far parte di un lavoro "da uomini".
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Jamila
ci sono mamme e mamme, c'è chi adora passare i nove mesi a letto a scegliere tutine e chi invece come a me [...]
Concordo sul resto che hai detto, in Italia ci sono ancora troppe discriminazioni riguardo a lavori da donna / lavori da uomo, e la cosa non accenna a cambiare... Ad esempio Hulk ammette candidamente che non assume donne perché "non sono portate per la meccanica": sono d'accordo che ci saranno poche, pochissime donne che fanno quel mestiere, ma mi sembra assurdo dire che se si presenta una donna qualificata è comunque esclusa, in virtù del suo sesso e nient'altro. Fra l'altro non so in Italia, ma in UK questa cosa è illegalisma, se un candidato riuscisse a dimostrare una cosa del genere il datore di lavoro finisce in tribunale senza passare dal via.
Riguardo alla frase di Jamila che ho quotato: questa mi sembra la classica malattia di molte donne "tutte le altre sono così, ma io sono diversa!". Permettimi di dirmi due cose:
1) Nessuna donna, se non spinta da urgentissimi motivi di salute sua o del bambino, passa nove mesi a letto (... a scegliere tutine? Da dentro il letto?)
2) Alcune donne decidono di lasciare il lavoro, o magari lavorare solo part-time mentre il figlio cresce, se possono permetterselo. Molte altre no. Anche quelli più strenue nel loro lavoro, comunque, devono affrontare scelte difficili, anche perché non esistono solo "cazzate del figlio", ma anche cose un po' più serie che richiedono la presenza di un genitore accanto al figlio.
Io sono nell'ambiente accademico, in cui praticamente nessuno lavora nel suo paese d'origine. Gli accademici non hanno nonni, non hanno zii, spesso non hanno nemmeno amici di lunga data (visto che i contratti durano di solito uno o due anni, e poi sei costretto a trovarne un altro altrove) a cui appoggiarsi. Davvero pensi che sia una situazione così facile, e che basti la semplice forza di volontà per risolvere tutto?
Poi, non voglio accanirmi, ma penso che quando / se avrete un figlio la situazione cambierà: l'ho già detto milioni di volte (di solito sempre a te, Jamila) ma è impossibile vivere per un solo aspetto della propria vita, che sia il lavoro, il partner o i figli. E' impossibile, e non è sano. Una persona equilibrata cerca di bilanciare tutti gli aspetti della vita: certo ci saranno rinunce sul lavoro per fare posto alla vita familiare, e ci saranno rinunce alla vita familiare per dare priorità al lavoro, ma supporre che ci si possa sempre semplicemente dedicare alla famiglia e ai figli due ore la sera, nel tempo che ti avanza dalle altre cose, è ridicolo.
Cmq per rispondere alla domanda del thread: è ovvio he vorrei dire che no, se avessi un'azienda non farei nessun tipo di discriminazione, ma guardiamo in faccia alla realtà: il costo del lavoro è un numero nell'equazione. Tanto più è basso, tanto più è alto il profitto, e gli imprenditori non fanno beneficienza. Avere un'impiegata che potenzialmente potrebbe prendersi un periodo di maternità, oppure dovermi chiedere del tempo di assenza per occuparsi dei figli, riduce il profitto dell'azienda.
Non dico che non ci siano modi etici di fare impresa, non dico che gli imprenditori siano tutte cattive persone, ma è un dato di fatto che ai colloqui di lavoro, alle donne in età fertile, viene ancora chiesto molto spesso se vorrebbero avere una famiglia... Fatevi i vostri conti.
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Holly, per legge la maternità spetta anche al padre, dopo la nascita. Il periodo destinato alla maternità può essere diviso tra i genitori. Chiaramente è più facile e forse anche comodo che ne usufruisca la madre. Fatto sta che credo sia difficile che la domanda "ha figli?" sia posta ad uomini.
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Dade
il mio pensiero non cambia...
Neanche il mio che non è poi così diverso dal tuo. E tuttavia, amo l'imparzialità e, se necessario, bisogna anche assumersi la responsabilità di comprendere fino a che punto si possa fare entrambe le cose. Ti faccio un esempio: ho un'amica che era una donna in carriera. Ora che è diventata mamma, inaspettatamente tra l'altro, si definisce invece una donna in "corriera" perché corre sempre. E di sua scelta ha rinunciato ad occuparsi del cliente più importante della società per la quale lavora. Per fortuna lei può anche seguire il cliente in videoconferenza da casa, se necessario, altrimenti, lo ha ammesso lei stessa, non sarebbe stato possibile continuare a fare quel lavoro.
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Layne, non intendevo che tutte le altre donne preferiscono stare a letto a leggere, ma ricordo perfettamente quando facevo le medie/elementari che le maestre si prendevano spesso e volentieri permessi e sfruttassero tutto il periodo concesso a casa dalla gravidanza. Non staranno a letto (era un esagerazione..) ma sicuramente ci sono mamme che preferiscono stare a casa piuttosto che andare a lavoro, come ci sono mamme (come la mia) che se prendevano un giorno di permesso all'anno era tanto. Quello che intendo dire è che fare discriminazione è sbagliato, ci sono donne e donne, come ci sono lavori e lavori. Un lavoro non dovrebbe discriminare sul numero di figli che una persona ha o sul sesso, semmai dovrebbe richiedere una determinata presenza e impegno e se una persona non li rispetta non viene assunta o viene licenziata. Ti dirò che almeno un volta a settimana mi vedo guardata male da chirurghi maschi o mi sento fare le solite domande del cazzo su come farò ad avere figli o sposarmi, io ormai gli rido dietro e passo oltre.
Forse sono solo un'illusa io a credere di poter sposarmi, avere un figlio ed essere un chirurgo al tempo stesso. Ma sono consapevole che dovrò fare rinunce, che sarò una di quella "madri snaturate" che tornerà a casa alle 7-8 di sera e ripartirà alle sette del giorno dopo, per un totale di 6 giorni su 7. Ma io personalmente non credo che una persona del genere sia da incolpare, solo perchè cerca di conciliare ogni cosa. Semmai dovrebbe essere d'esempio per i propri figli.
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Wolverine
È un discorso spinoso, sinceramente, in cui ogni parte ha le sue ragioni e i suoi torti. Da una parte è verissimo che una donna, se vuole, ha il diritto di provare a coniugare lavoro e maternità, dall'altra però non biasimo del tutto un capo che, ammesso che nel complesso si comporti in maniera giusta, risponde con un "ok, tu vuoi avere figli ma sti cazzi, io l'azienda devo comunque mandarla avanti, non posso pagare io per le scelte tue"...
Pienamente d'accordo. Anche se sono donna non me la sento di schierarmi esclusivamente da una sola parte. Ho visto io stessa uno dei miei capi sopperire personalmente alle scelte di una dipendente programmate tra l'altro proprio in un periodo di lavoro nero. Di contro ho però anche assistito a casi di mamme così organizzate da non far risentire minimamente la maternità al datore di lavoro.
Ci sono casi e casi e tuttavia al momento dell'assunzione immagino non sia possibile capire a che caso ci si trova davanti.
Tra l'altro leggevo poco tempo fa su un noto settimanale femminile di un capo donna che, malgrado le dispiacesse e da donna e mamma comprendesse, si era vista costretta a scegliere personale maschile, dopo le difficili esperienze precedenti.
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Originariamente inviata da
Jamila
Layne, non intendevo che tutte le altre donne preferiscono stare a letto a leggere, ma ricordo perfettamente quando facevo le medie/elementari che le maestre si prendevano spesso e volentieri permessi e sfruttassero tutto il periodo concesso a casa dalla gravidanza.
Sì, ma ad esempio cosa dovevano fare queste maestre, se non hanno nessuno che potesse tenere il bambino al posto loro? Ci sono le babysitter, ma posso permettermi di dire che per un neonato di 4 mesi (tanto dura la maternità obbligatoria) potrebbe non essere la scelta migliore? E se ci tenevano ad allattare al seno? Tutto questo non significa che "preferivano" stare a lavoro, significa semplicemente che hanno fatto delle scelte riguardo la loro maternità, in accordanza con la legge.
Avere un lavoro comporta avere delle responsabilità, verso i propri dipendenti, colleghi, datori di lavoro ecc. Ma anche la maternità o paternità comporta avere delle responsabilità verso i figli (e l'altro genitore). Alcune volte si deve dare la priorità alle esigenze del lavoro, altre si deve darla alla famiglia e alle persone che dipendono da noi. Trovarsi a fare la seconda, non significa automaticamente "preferire di starsene a casa".
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Originariamente inviata da
Jamila
Un lavoro non dovrebbe discriminare sul numero di figli che una persona ha o sul sesso, semmai dovrebbe richiedere una determinata presenza e impegno e se una persona non li rispetta non viene assunta o viene licenziata.
Le due cose che hai detto sono in aperto contrasto. Perché diciamo la verità, pochissimi lavori (forse nessuno) possono essere praticati senza alcun'impatto dell'assenza del lavoratore. La maternità comporta necessariamente un'assenza di alcuni mesi dal lavoro, per cui secondo la tua seconda frase un datore di lavoro dovrebbe tranquillamente poter dire "senti, non puoi assentarti dal lavoro per più di due settimane di seguito, quindi se hai intenzione di fare figli chiaramente non puoi garantirmi questa cosa, quindi non ti assumo; e se resti incinta ti licenzio".
Non voglio dire nient'altro, se non che l'etica del lavoro in generale fa abbastanza schifo, e non tiene conto delle esigenze personali. Fondamentalmente adesso vogliamo cercare di piegare anche la biologia (perché una donna che ha partorito ha bisogno fisiologicamente di tempo per riprendersi, e il neonato ha bisogno fisiologico di ricevere cure 24 ore su 24 nei primi mesi di vita) alle regole del profitto.
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Originariamente inviata da
Mephist
Io distinguerei i casi: "dare lavoro ad una donna" e "dare lavoro ad una mamma". Nel primo caso direi che non fa assolutamente differenza tra uomo e donna, il discriminante devono essere le competenze personali circa il tipo di lavoro. Per il secondo caso invece direi che dovrebbe essere la donna che sceglie il tipo di lavoro più consono alla sua situazione, diciamo. Quello che voglio dire è che se sei mamma e vuoi lavorare perfetto e complimenti, ma sul posto di lavoro non sei mamma e quindi devi esserci, come è giusto che sia visto che vieni pagata.
Avere figli e lavorare secondo me significa sacrificare entrambi perché se sei al lavoro non sei con i figli e se sei con i figli non lavori, ma questo è un mio opinabile pensiero.
È un pensiero che posso comprendere ed anche condividere.
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Originariamente inviata da
Hulk
in realtà non le assumo perchè il mio socio non è d'accordo (facciamo meccanica e forse non è il lavoro dove le donne sono più portate) e poi abbiamo anche un solo spogliatoio per i dipendenti al momento.
detto questo però è ovvio che anche se lo facessi la cosa influirebbe, sarebbe ipocrita dire il contrario.
Apprezzo la sincerità. E, come già detto in altri post, non è che non comprenda il ragionamento.
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Originariamente inviata da
Jamila
A parte che dipende da lavoro e lavoro... E poi non è che tutte le mamme si assentino per ogni cazzata del figlio, esistono le nonne ed esistono le baby sitter. Io ho appena scoperto che se restassi incinta in specialità sarei costretta fuori dalla sala operatoria per tutti i mesi della gravidanza (senza contare i mesi del post gravidanza). A me sembra una gran cazzata che quello del chirurgo sia considerato un "lavoro a rischio" solo in italia e non negli altri stati europei. E cmq ripeto, ci sono mamme e mamme, c'è chi adora passare i nove mesi a letto a scegliere tutine e chi invece come a me stare a letto rompe ancora di più.E definire la chirurgia un lavoro a rischio è solo un altro modo di invitare i tuoi ovuli e utero a non far parte di un lavoro "da uomini".
Anche quella dell'insegnante in alcuni casi è considerata a rischio. Ho un'amica che è andata praticamente subito in maternità perché a quanto pare a contatto con i bambini c'è il rischio di contrarre malattie contagiose. Son cascata dal pero quando l'ho saputo. Però in effetti una logica c'è. Forse è la stessa in ospedale?
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Naturalmente, è così.
Almeno per quanto riguarda materne e scuola primaria, i docenti vengono spediti subito a casa proprio per il fatto che, a contatto con plotoni di bimbi potenziali portatori di ogni genere di virus, sono considerati a rischio.
Per gli altri cicli di scuola non saprei....
Bell'argomento leggero vi siete scelti eh ? :)
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Originariamente inviata da
Layne S.
Poi, non voglio accanirmi, ma penso che quando / se avrete un figlio la situazione cambierà: l'ho già detto milioni di volte (di solito sempre a te, Jamila) ma è impossibile vivere per un solo aspetto della propria vita, che sia il lavoro, il partner o i figli. E' impossibile, e non è sano. Una persona equilibrata cerca di bilanciare tutti gli aspetti della vita: certo ci saranno rinunce sul lavoro per fare posto alla vita familiare, e ci saranno rinunce alla vita familiare per dare priorità al lavoro, ma supporre che ci si possa sempre semplicemente dedicare alla famiglia e ai figli due ore la sera, nel tempo che ti avanza dalle altre cose, è ridicolo.
"purtroppo" se hai un lavoro in proprio o che ti porta via tante ore è normale che te ne restino poche da dedicare alla famiglia la sera.
però magari non passerai il resto del tempo a lamentarti di tasse, politici o a fare conti su conti di ogni spesa perchè quando ti vorrai togliere uno sfizio lo potrai fare senza troppi problemi.
oltretutto penso sia più importante la qualità che la quantità di tempo dedicati alla famiglia.
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Originariamente inviata da
Hulk
"purtroppo" se hai un lavoro in proprio o che ti porta via tante ore è normale che te ne restino poche da dedicare alla famiglia la sera.
però magari non passerai il resto del tempo a lamentarti di tasse, politici o a fare conti su conti di ogni spesa perchè quando ti vorrai togliere uno sfizio lo potrai fare senza troppi problemi.
oltretutto penso sia più importante la qualità che la quantità di tempo dedicati alla famiglia.
Sì, ma stiamo parlando della maternità, ovvero un periodo particolare. Una donna incinta e un neonato di pochi mesi hanno delle esigenze molto particolari, non si possono fare discorsi di "qualità del tempo" in questo caso. Stesso discorso (in misura minore) bambini molto piccoli.
Poi stavamo anche parlando di malattie e altri imprevisti: dai 6-7 anni i i bambini iniziano già ad avere un certo grado di autosufficienza e risorse sociali che li rendono meno difficoltosi da gestire, ma comunque se si ammalano o succedono cose impreviste hanno bisogno di cure.
Ah, e riguardo l'ultima frase: io e il mio ragazzo lavoriamo tutti e due full-time (fino alle 6 di sera) e non guadagnamo neanche lontanamente abbastanza da toglierci degli sfizi "senza troppi problemi"... E non abbiamo figli.
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Originariamente inviata da
Masquerade
Anche quella dell'insegnante in alcuni casi è considerata a rischio. Ho un'amica che è andata praticamente subito in maternità perché a quanto pare a contatto con i bambini c'è il rischio di contrarre malattie contagiose. Son cascata dal pero quando l'ho saputo. Però in effetti una logica c'è. Forse è la stessa in ospedale?
più che rischio c'è la certezza.
pensa che un bimbo che stava all'asilo con mio figlio ha portato a casa la varicella e suo padre (aveva difese immunitarie basse) è morto. è successo proprio una settimana fa..
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Esatto, la maternità si può passare tutta a casa se ci sono validi motivi, altrimenti rimani a casa dall'8 mese. I permessi vengono dati anche al padre, ma tendenzialmente da noi si pensa sia principalmente la madre a doversi occupare del figlio. Per fortuna, da qualche anno, i genitori che lavorano possono contare sul tempo pieno, gli ingressi anticipati a scuola, l'uscita posticipata, i campi estivi, altrimenti sarebbe davvero difficile, anche perchè i nonni di oggi spesso e volentieri sono ancora giovani e lavoratori, quindi non si può fare sempre affidamento sui nonni. Non sono d'accordo sul penalizzare una donna al lavoro perchè è madre, però mi rendo conto che in alcuni periodi diventa davvero complicato anche per il datore di lavoro. Io sono fortunata che mio figlio si ammala poco, però tra le malattie, le vacanze, i ponti, le assemblee, gli scioperi, le festine e le recite, le assenze dal lavoro diventano davvero molte!
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Originariamente inviata da
Layne S.
Sì, ma stiamo parlando della maternità, ovvero un periodo particolare. Una donna incinta e un neonato di pochi mesi hanno delle esigenze molto particolari, non si possono fare discorsi di "qualità del tempo" in questo caso. Stesso discorso (in misura minore) bambini molto piccoli.
Poi stavamo anche parlando di malattie e altri imprevisti: dai 6-7 anni i i bambini iniziano già ad avere un certo grado di autosufficienza e risorse sociali che li rendono meno difficoltosi da gestire, ma comunque se si ammalano o succedono cose impreviste hanno bisogno di cure.
Ah, e riguardo l'ultima frase: io e il mio ragazzo lavoriamo tutti e due full-time (fino alle 6 di sera) e non guadagnamo neanche lontanamente abbastanza da toglierci degli sfizi "senza troppi problemi"... E non abbiamo figli.
scusa nell'ultimo post che hai fatto pensavo parlassi in generale, non solo del discorso maternità.
il full-time teoricamente sono 8 ore, quindi un tempo di lavoro normale che ti consente tranquillamente di stare con la famiglia. c'è gente che lavora anche 10-12 ore magari 6 giorni la settimana e a parte casi sporadici non credo lo faccia per briciole.
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Originariamente inviata da
Hulk
il full-time teoricamente sono 8 ore, quindi un tempo di lavoro normale che ti consente tranquillamente di stare con la famiglia. c'è gente che lavora anche 10-12 ore magari 6 giorni la settimana e a parte casi sporadici non credo lo faccia per briciole.
Yep, noi lavoriamo 8 ore al giorno, 40 ore a settimana, più circa un'ora (lui) e 1.30 (io) per raggiungere e tornare dal nostro posto di lavoro. Non ce la passiamo male economicamente, ma gli sfizi sono molto pochi, e se avessimo un figlio dubito che potremmo mantenerlo... Visto anche fargli passare l'intera giornata con una babysitter (finché non va a scuola) ci costerebbe più dello stipendio di una giornata di lavoro...
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Originariamente inviata da
Hulk
più che rischio c'è la certezza.
pensa che un bimbo che stava all'asilo con mio figlio ha portato a casa la varicella e suo padre (aveva difese immunitarie basse) è morto. è successo proprio una settimana fa..
Io ho beccato la varicella a vent'anni in forma violentissima. Un paio di conseguenze me le porterò dietro a vita. Quindi comprendo come in gravidanza possa essere ancora più rischioso, in una scuola come in un ospedale.
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Secondo me lavoro e maternità vanno conciliate, ci vuole un pò di comprensione in ambedue i casi.
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Originariamente inviata da
Wolverine
È un discorso spinoso, sinceramente, in cui ogni parte ha le sue ragioni e i suoi torti. Da una parte è verissimo che una donna, se vuole, ha il diritto di provare a coniugare lavoro e maternità, dall'altra però non biasimo del tutto un capo che, ammesso che nel complesso si comporti in maniera giusta, risponde con un "ok, tu vuoi avere figli ma sti cazzi, io l'azienda devo comunque mandarla avanti, non posso pagare io per le scelte tue"...
La maternità è un diritto per la donna e come tale va garantito, infatti se vai a lavorare nella pubblica amministrazione tutti questi problemi non se li creano. Molti uomini se ne approfittano perché non sono loro a partorire. Donne "non la date più" vedrete come cambieranno le cose :):D:lol:
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Originariamente inviata da
Lady Joan Marie
Secondo me lavoro e maternità vanno conciliate, ci vuole un pò di comprensione in ambedue i casi.
Esatto:)
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Originariamente inviata da
hino
La maternità è un diritto per la donna e come tale va garantito, infatti se vai a lavorare nella pubblica amministrazione tutti questi problemi non se li creano. Molti uomini se ne approfittano perché non sono loro a partorire. Donne "non la date più" vedrete come cambieranno le cose :):D:lol:
Che esagerata! Basta darla senza avere figli, no?:D Magari anche a discapito degli uomini che desiderano diventare padri.;):P
Scherzi a parte, l'impiego pubblico offre comunque delle garanzie che quello privato spesso non può offrire.
Se l'impiegata di un ufficio pubblico o similare va in maternità è comunque "garantita" una sostituzione provvisoria, costo che l'imprenditore nel privato non sempre può sostenere. Anche questo è da tener presente.
ed è un discorso che può riguardare anche un caso di malattia ad esempio per l'uomo. Ma qui non mi dilungo perché entro in un altro discorso e si rischia di finire off topic. :)
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Ma poi gli impiegati pubblici che ci siano o non ci siano di solito non fa molta differenza :189:
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Originariamente inviata da
Masquerade
Che esagerata! Basta darla senza avere figli, no?:D Magari anche a discapito degli uomini che desiderano diventare padri.;):P
Scherzi a parte, l'impiego pubblico offre comunque delle garanzie che quello privato spesso non può offrire.
Se l'impiegata di un ufficio pubblico o similare va in maternità è comunque "garantita" una sostituzione provvisoria, costo che l'imprenditore nel privato non sempre può sostenere. Anche questo è da tener presente.
ed è un discorso che può riguardare anche un caso di malattia ad esempio per l'uomo. Ma qui non mi dilungo perché entro in un altro discorso e si rischia di finire off topic. :)
Io credo che se si vuole si può fare tutto....la tecnologia fortunatamente ci viene incontro, una donna in maternità potrebbe fare benissimo il suo lavoro da casa e inviare i vari documenti per e-mail o via skype. Mi dispiace ma io non trovo giustificazione a chi non assume una donna perché vorrebbe diventare madre, è un nostro diritto e di certo non me lo toglierà un imprenditore maschilista, anzi se mi facesse delle storie me ne andrei io, senza dargli nessuna giustificazione.....mi metterei in proprio e farei sicuramente molti più soldi di lui...garantito. Non accetto nessun tipo di discriminazione figuriamoci quelle verso le Donne.
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Originariamente inviata da
hino
Io credo che se si vuole si può fare tutto....la tecnologia fortunatamente ci viene incontro, una donna in maternità potrebbe fare benissimo il suo lavoro da casa e inviare i vari documenti per e-mail o via skype. Mi dispiace ma io non trovo giustificazione a chi non assume una donna perché vorrebbe diventare madre, è un nostro diritto e di certo non me lo toglierà un imprenditore maschilista, anzi se mi facesse delle storie me ne andrei io, senza dargli nessuna giustificazione.....mi metterei in proprio e farei sicuramente molti più soldi di lui...garantito. Non accetto nessun tipo di discriminazione figuriamoci quelle verso le Donne.
Quindi se il capo fossi tu, non avresti alcun problema ad assumere donne e madri, giusto?