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Originariamente inviata da
Jamila
Cmq come è stato detto poca fa, noi siamo le prime a tagliarci le gambe da sole. Ci sono donne che usufruiscono di tutti i permessi per stare vicine ai propri figli, che se possono si mettono in malattia e che "usano" il lavoro che hanno ottenuto unicamente come mezzo per sostenere i figli. Non è sbagliato ma un lavoro dovrebbe prima di tutto piacere, e dovremmo provar gioia nel farlo bene. Se vuoi fare un lavoro che richiede impegno (ma qual'è che non lo richiede poi?) devi essere presente e mostrarti interessata. Altrimenti è ovvio che poi pensino a noi donne come nullafacenti o scansafatiche e scelgano di non assumere.
Non lo fanno solo le donne, però, è solo comodo dirlo. Gli uomini non c'hanno la scusa della maternità ma ne trovano altre lo stesso. Ho il collega di mia madre che ha una disabilità fisica: di fatto sta benissimo, però lo stesso l'ha usata come scusa per venire a lavorare dove sta ora "Perché il comune è più piccolo e si lavora meno", e ogni tre e due con la scusa che può permetterselo perché ha un handicap si sta a casa. E mia madre non può assentarsi perché sono in due in un ufficio che deve servire 70.000 abitanti. Lei lo sa che lui non ha davvero motivi di starsene a casa, e lo sa la dirigente. Però nessuno fa niente, come da tante altre parti.
Uomo o donna che sia se è portato a imbrigliare lo fa. E lo fa perché gli è permesso. In caso contrario vediamo se il furbo può fare il furbo.
Sì Masquerande, quello che volevo dire è, come dici tu, che non c'è bisogno di una soluzione all'assunzione o meno della donne, perché non è quello il problema.
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Originariamente inviata da
Temperance
Sono figlia di una mamma lavoratrice, come tante altre figlie, e non mi è mancata la presenza di mia madre. O il concetto di qualità del tempo passato insieme è ancora sconosciuto?
Inoltre, non esistono solo i lavori a tempo pieno, ci sono mamme che cercano lavori part-time per stare più tempo con la famiglia. Lì che scusa del cavolo si mette in mezzo?
Vedo che è molto facile dire e ridire sempre gli stessi luoghi comuni, quando si finiscono le argomentazioni. Non stavi parlando di quanto non fosse conveniente assumere una donna rispetto a un uomo? Perché poi "chi se lo sobbarca il lavoro in più gratis quando è in maternità"? Ora all'improvviso vien fuori che il problema è che non riescono a fare le mamme come dovrebbero. Di palo in fresca proprio.
Io invece sono figlia di una mamma che non lavora e ho sentito la sua presenza al contrario di quella di mio padre che se lo vedo un'ora al giorno è tanto. E tralasciamo il fatto che in quell'ora riesce a fare in modo di non farsi parlare per due mesi xD I lavori part-time non credo siano impegnativi per cui il problema di assunzione di una donna non credo nemmeno si pongano, il mio discorso si rifaceva a lavori che richiedono costanza e presenza quindi una donna che è anche mamma potrebbe trovarsi in serie difficoltà. Obiettivamente, è questione di priorità, una donna che non si fila la famiglia potrebbe andarci benissimo, ma io parto con l'idea che se decidi di mettere al mondo un figlio poi lui deve essere al primo posto. E ti dirò di più, siccome io quando faccio qualcosa metto anima e corpo, non riuscirei mai a vivere in bilico tra due mondi che non mi permettono di fare le cose al meglio delle mie possibilità, ma questo è un difetto mio, non lo metto in dubbio.
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Originariamente inviata da
Holly
Questo è un preconcetto. Soprattutto è sbagliato pensare che lavoro = ufficio. E che una giornata lavorativa sia necessariamente 9 / 18. Le casistiche sono molte più di queste.
Io sono fortemente contraria a sacrificare la carriera per i figli. Una donna non dovrebbe mai trovarsi nella condizione di dover scegliere.
Quindi, lavoro uguale? Maternità? xD Tu in questo momento evidentemente non sarai pronta a diventare madre e ti senti, giustamente, ancora il centro del tuo mondo. Quando avrai un figlio vedrai che la tua felicità e realizzazione non dipenderà più da te, ma girerà tutto attorno a lui e se prima eri una donna in carriera che era casa/lavoro/hobby/amici poi le tue priorità saranno rovesciate. Se poi così non fosse amen, non siamo tutti uguali, io di sicuro non baso la mia felicità sulla carriera e quindi sono disposta a metterla da parte.
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Mephist, se lavori non metti in secondo piano i figli. Se senti la mancanza di un genitore è perché quel genitore non sa conciliare le due cose. Mio padre tornava tutti i giorni alle 19 a casa, e usciva di casa alle 7 e 30, eppure anche se era stanco non si è mai rifiutato di giocare con me. O di guardare la tv con me, farmi fare i compiti e portarmi in giro. Anche al mattino, si svegliava prima, si preparava così era pronto per quando mi svegliavo e stava un po' con me prima di uscire. E ora lo capisco quanto è stato difficile, ma lo ha fatto e a me non è pesato. Mia madre solo due volte a settimana tornava a casa alle 19, ma anche lei non mi ha mai fatto sentire la sua mancanza.
Se non sai conciliare famiglia e lavoro non farlo, ma dire che non è possibile è una falsità. Ho tutti esempio di mamme in carriera in famiglia, e anche tra le amiche. Solo una di loro non dedica il giusto tempo ai figli, ma perché a mio avviso era una donna che figli non doveva farne, perché è materna quanto un tubero.
E sì, anche le assunzioni part-time sono un problema per le donne, perché la questione maternità c'è lo stesso.
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Temp, hai ragione, lo fanno anche molti uomini, ma trovo che siano davvero molte di più le donne che approfittano dei permessi per stare a casa. La mamma di mio moroso si è presa una settimana per stare con lui dopo un intervento che aveva fatto, e sarebbe stato capace benissimo di cavarsela da solo, e lei si prende giorni per accompagnarlo alle visite o cose così, quando io, che vivo in una città non mia, ho sempre fatto tutto da sola. Non voglio trovarmi a a generalizzare, ma è questa la realtà qui in italia ora. Se il figlio ha bisogno o il figlio sta male, o ancora, se bisogna andare ai colloqui con gli insegnanti sono sempre le mamme che prendono permessi e stanno a casa. Quello che dovrebbe essere è che i genitori sono due, in due si dovrebbe fare a turno per i bisogni del figlio. Non che solo la madre stia a casa e badi alla famiglia. Il problema è che a molte donne piace occuparsi dei figli al posto dei mariti e quindi sono loro che si piegano per un motivo o per l'altro. E da qui partono tutti i pregiudizi che si hanno nei confronti dell'assunzione di una donna..
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Originariamente inviata da
Jamila
Mi viene in mente quando quarant'anni fa non esistevano gli spogliatoi per le donne chirurgo e loro si cambiavano con le anestesiste....e guarda ora, sono più le iscritte donne a chirurgia che gli uomini ;). Non voglio convincerti che le donne possono fare volendo lavori da uomini, e non ci tengo neppure, ma tutti in tutti i lavori c'è stato e ci sarà sempre di più il cambiamento e l'apertura verso l'altro sesso, è una cosa inevitabile.
quando prenderò uno stabilimento più grande ci farò un pensierino :D
in realtà io già avevo proposto ai miei soci di farle cambiare nel nostro spogliatoio ma non hanno accettato :lol:
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Originariamente inviata da
Jamila
Temp, hai ragione, lo fanno anche molti uomini, ma trovo che siano davvero molte di più le donne che approfittano dei permessi per stare a casa. La mamma di mio moroso si è presa una settimana per stare con lui dopo un intervento che aveva fatto, e sarebbe stato capace benissimo di cavarsela da solo, e lei si prende giorni per accompagnarlo alle visite o cose così, quando io, che vivo in una città non mia, ho sempre fatto tutto da sola. Non voglio trovarmi a a generalizzare, ma è questa la realtà qui in italia ora. Se il figlio ha bisogno o il figlio sta male, o ancora, se bisogna andare ai colloqui con gli insegnanti sono sempre le mamme che prendono permessi e stanno a casa. Quello che dovrebbe essere è che i genitori sono due, in due si dovrebbe fare a turno per i bisogni del figlio. Non che solo la madre stia a casa e badi alla famiglia. Il problema è che a molte donne piace occuparsi dei figli al posto dei mariti e quindi sono loro che si piegano per un motivo o per l'altro. E da qui partono tutti i pregiudizi che si hanno nei confronti dell'assunzione di una donna..
Ma se i permessi sono legali non vedo dove sia il problema. Il problema è tutto il resto. Se tuo figlio si è operato e vuoi stargli vicino, e ti è permesso farlo, non vedo perché non dovresti. O dovresti sentirti in colpa. Il problema non sussiste se svolgi il tuo lavoro. Se su 12 mesi di lavoro ti stai a casa quindici giorni, dove sta il problema?
Diverso è se una volta al mese ti metti in malattia. O ti prendi ferie continue, sbattendotene se non è il momento adatto.
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Originariamente inviata da
Temperance
Ma se i permessi sono legali non vedo dove sia il problema. Il problema è tutto il resto. Se tuo figlio si è operato e vuoi stargli vicino, e ti è permesso farlo, non vedo perché non dovresti.
Ma appunto! Di nuovo, io ammiro la dedizione allo studio/lavoro di Jamila (e anche di altre persone che hanno espresso gli stessi concetti). E' una cosa in cui mi riconosco, anche io ho un lavoro che amo, però non capisco questo enorme debito di riconoscenza?
Non mi risulta che esistano giorni speciali di ferie per malattia o convalescenza di un figlio adulto, quindi la mamma del tuo ragazzo si è presa semplicemente dei giorni che gli spettano di diritto. Esistono invece (per alcuni dipendenti, almeno) giorni di permesso per "malattia del figlio", e sicuramente più spesso li prendono le madri dei padri, ma questa è una cosa che ha a che fare con la distribuzione dei ruoli in famiglia (e se vogliamo, con la biologia), non con il fatto che le donne sono lavoratrici peggiori o sfaticate. Non tutti hanno nonni a disposizione (o babysitter fidate, senza contare che se la malattia è contagiosa potrebbe essere difficile trovarne una), cosa dovrebbe fare una mamma in questa situazione?
Tua "suocera" si è presa semplicemente dei giorni di ferie per assistere il tuo ragazzo: se le spettavano, perché non doveva farlo?
E infine: non tutti hanno, e purtroppo non tutti possono avere un lavoro che amano. Io sono favorevolissima al lavorare, per essere indipendenti, per avere qualcosa da fare ecc, ma non puoi aspettarti che tutti mettano il lavoro al primo posto come fonte delle proprie soddisfazioni. Per alcune persone non è così. Se finirò a fare la commessa (cosa possibilissima) per me non sarà così, puoi starne certa, e non farò straordinari, e non passerò vacanze e weekend a lavorare (ora ogni tanto lo faccio). Lavorerò solo per mantenere me stessa e miei cari, come hai detto tu.. E' una prospettiva triste, certo, ma se la cosa ti scandalizza, considera che non tutti nella vita hanno la stessa fortuna e le stesse possibilità, purtroppo.
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Originariamente inviata da
Jamila
Temp, hai ragione, lo fanno anche molti uomini, ma trovo che siano davvero molte di più le donne che approfittano dei permessi per stare a casa. La mamma di mio moroso si è presa una settimana per stare con lui dopo un intervento che aveva fatto, e sarebbe stato capace benissimo di cavarsela da solo, e lei si prende giorni per accompagnarlo alle visite o cose così, quando io, che vivo in una città non mia, ho sempre fatto tutto da sola. Non voglio trovarmi a a generalizzare, ma è questa la realtà qui in italia ora. Se il figlio ha bisogno o il figlio sta male, o ancora, se bisogna andare ai colloqui con gli insegnanti sono sempre le mamme che prendono permessi e stanno a casa. Quello che dovrebbe essere è che i genitori sono due, in due si dovrebbe fare a turno per i bisogni del figlio. Non che solo la madre stia a casa e badi alla famiglia. Il problema è che a molte donne piace occuparsi dei figli al posto dei mariti e quindi sono loro che si piegano per un motivo o per l'altro. E da qui partono tutti i pregiudizi che si hanno nei confronti dell'assunzione di una donna..
Il dividere equamente i permessi tra entrambi i genitori è una delle soluzioni che porto avanti già da un po'.
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Originariamente inviata da
Layne S.
E infine: non tutti hanno, e purtroppo non tutti possono avere un lavoro che amano. Io sono favorevolissima al lavorare, per essere indipendenti, per avere qualcosa da fare ecc, ma non puoi aspettarti che tutti mettano il lavoro al primo posto come fonte delle proprie soddisfazioni. Per alcune persone non è così. Se finirò a fare la commessa (cosa possibilissima) per me non sarà così, puoi starne certa, e non farò straordinari, e non passerò vacanze e weekend a lavorare (ora ogni tanto lo faccio). Lavorerò solo per mantenere me stessa e miei cari, come hai detto tu.. E' una prospettiva triste, certo, ma se la cosa ti scandalizza, considera che non tutti nella vita hanno la stessa fortuna e le stesse possibilità, purtroppo.
...già.
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Originariamente inviata da
Mephist
Quindi, lavoro uguale? Maternità? xD Tu in questo momento evidentemente non sarai pronta a diventare madre e ti senti, giustamente, ancora il centro del tuo mondo. Quando avrai un figlio vedrai che la tua felicità e realizzazione non dipenderà più da te, ma girerà tutto attorno a lui e se prima eri una donna in carriera che era casa/lavoro/hobby/amici poi le tue priorità saranno rovesciate. Se poi così non fosse amen, non siamo tutti uguali, io di sicuro non baso la mia felicità sulla carriera e quindi sono disposta a metterla da parte.
Giudichi anche me per partito preso: ne sai così poco di me che potrei essere sposata e con figli. Cosa che non sono.
Sono soprattutto dell'idea che si lavora per vivere e non si vive per lavorare. Ma questa dicotomia carriera/figli va superata e non deve esistere. Perché non posso avere entrambi? Chi me lo vieta? Ma tu pensi davvero che la quantità di tempo passata coi figli sia più importante della qualità?
Penso che la propria realizzazione dipenda sempre da se stessi. Che tristezza proiettarla su un figlio: nessun figlio merita una cosa del genere.