Originariamente inviata da
Layne S.
Beh, Holly, ci sono due cose:
1) Non se se tu ti riferisca alla tesi che hai scritto per la triennale o a quella della magistrale, perchè a me la mia rel. aveva detto che c'è differenza (alla triennale sei "l'ultimo arrivato", alla magistrale hai cmq un livello un po' più alto per azzardare delle opinioni un po' più personali)
2) Il fatto di esporre tutte e due le visioni non significa dare a tutt'e due la stessa considerazione:
se io scrivo una tesi sulle teorie razziste di Mengele, scriverò ovviamente che lui sosteneva che le dimensioni del cranio e la distanza fra gli occhi provassero certamente che i tedeschi avevano un cervello più grande e blablabla. Il rigo dopo specificherò che gli illustri scienziati X, Y e Z gli hanno riso in faccia per svariati decenni per queste stronzate.
Ora, ho preso un argomento poco controverso (e l'ho pure semplificato malamente) per fare un esempio banale, ma ci siamo capiti: è vero che la tesi è... beh, appunto, una tesi su un argomento
Ma per andare nella direzione che abbiamo scelto per dimostrare/difendere la nostra tesi, dobbiamo tenere fede ai testi che stiamo studiando.
Comunque, la tesi triennale di solito è del tutto, o quasi, compilativa: io ho fatto anche un po' di ricerca sul campo come avevo accennato, ma non ho esattamente scoperto qualcosa di nuovo nel mio argomento, per cui anche quando ho scritto delle cose "nuove" mi stavo rifacendo alle persone con cui avevo collaborato. Quello che rende l'opera mia è il modo in cui ho esposto il materiale proveniente dalla ricerca bibliografica, e naturalmente anche come ho interpretato e rielaborato le esperienze dirette che ho avuto.