A me interessa vagamente perché adoro l'ambiente accademico, e sento di non appartenere a nessun'altro luogo; mi piace studiare, leggere, confrontare, insegnare, documentarmi, quindi sicuramente partirei avvantaggiata in questo, ma mi rendo anche conto che è una professione limitata. Ovviamente vado per sentito dire da parte di chi lo fa e per opinione personale, non sto dettando legge. Per queste motivazioni stavo pensando a un PhD all'estero, che sarebbe un modo per fare un dottorato di ricerca senza dover essere la zia della figlia del cugino di, punto primo. Punto secondo sarebbe un ottimo modo, per me, di entrare in un paese straniero senza essere troppo traumatizzata e sentire il distacco. Ma la paura che finisca, e di restare con un misero pugno di mosche in mano, c'è e continua ad esserci, non so se mi spiego, non è un discorso così facile. Di sicuro non rientro tra quelle persone che sognano di fare ricerca da secoli, ecco, sarei bugiarda a dire il contrario. Il mio ambito sono le lingue straniere europee e americane e la letteratura relativa. Sarei più orientata verso la linguistica, ma sono tutte parole al vento perché senza provare non saprei davvero. Ancora ho tempo per valutare, comunque...
Io da sempre sono una che tenta tutto e poi decide quando ha facoltà di farlo
Quindi se stai per laurearti, se hai un titolo di tesi e un IELTS o TOEFL decente manda cv ai prof che ti interessano e tenta
Dopo tutto, se entrassi mai con funding in un posto fuori che ti piace, tre anni volano e fanno sempre cv.
Io sono ancora indecisa se scegliere specialistica in italia o farmi prima un phd fuori e allungare cosi la mia gia lunghissima carriera, ma proprio perchè sono indecisa cronica le domande le sto mandando. Se mai potrò decidere, sono sicura che le scelte mi saranno molto piu chiare (eliminata la paura di non farcela).
Non ti dico che è una cosa che si tenta cosi, ma dato che non è un test a cui prepararsi quanto piu un riconoscimento della tua carriera , tentar non nuoce.
Grazie!
Premetto che io ho agito come hai descritto tu: "tento e vediamo come va". Ero veramente stufa dopo la magistrale, ho tentato perché il concorso era a meno di un mese dalla laurea, quindi non ci avrei perso niente. Quando l'ho vinto ho fatto lo stesso discorso tuo: "sono 3 anni pagati". I primi mesi sono stati un inferno, ma poi quando è sceso un po' lo stress della magistrale tutto è tornato al suo posto.
Premesso questo, c'è un MA. Io non consiglierei mai questa strada a uno che non è convinto. Il discorso "faccio un PhD poi si vedrà" va bene solo per chi, come te, fa una facoltà per cui il posto di lavoro è quasi assicurato. Un ragazzo che conosco è laureato in farmacia e i suoi hanno una farmacia. Ha avuto l'offerta di un PhD e ha accettato, poi quella di un postdoc e ha accettato senza farsi troppi problemi perché il suo piano B è una certezza. Finisci il PhD e se non hai possibilità di continuare la vita accademica, sai comunque cosa fare. La maggior parte delle facoltà non da queste garanzie. Finisci il PhD e se non hai possibilità di continuare la vita accademica sei punto e a capo con pochissimo in mano. Quindi capisco benissimo le preoccupazioni di Rose (resterai sempre rose, fattene una ragione). A 29-30 anni non so se avrei fatto il dottorato.
Si su questo hai ragione. C'è da dire che , nella mia situazione, una carriera da medico implica 5 anni di specialità (dopo concorso tosto) e poi possibilità sì di cercare lavoro, ma non così fantasmagoriche, che è leggermente diverso dal "c'ho la farmacia , ci torno quando voglio". Nel senso che anche io avrei una carriera da costruire da zero come piano B.
Poi secondo me bisogna sempre tener di conto anche il fattore "preferenze" - in questo Paese considerato da viziati per forza di cose, ma che normalmente dovrebbe starci soprattutto dopo tutto questo studio : che lavoro vuoi fare?
Se Rose vuole fare l'insegnante, è una cosa, se volesse fare accademica e il lavoro dell'insegnate fosse un ripiego un'altra.
Se io volessi fare il medico a prescindere, anche nella clinica privata delle suore orsoline di Benevento, mi sceglierei la strada piu "breve". Ma per me quel lavoro sarebbe comunque un ripiego, non so se mi spiego
Ad ogni modo capisco benissimo il tuo discorso e mi rendo conto che certe scelte le puoi prendere quando sei piu piccolo.
Ma te dunque ora cosa hai intenzione di fare? Provi qualche concorso?
Io vorrei insegnare, la ricerca sarebbe solo un modo per avvicinarmi all'insegnamento universitario.
Ma appunto, devo valutare bene... Anzi, ora che sto "assaggiando" un'esperienza in una ditta medio-grande, immagino solo come potrebbe essere lavorare in ditte più grandi, multinazionali, poter progredire di ruolo ecc, e una prospettiva di carriera di questo tipo non mi dispiacerebbe per niente, anzi. Concordo con la cosa che anche un dottore la carriera se la deve creare, specie in un mondo pieno di raccomandazioni come quello italiano (parlo per esperienza di amici).