Una laureata scrive alla Gelmini: "Scienze della Comunicazione inutile? Allora voglio un risarcimento"
Quando una dichiarazione infelice genera un tam tam che sembra non fermarsi, in particolare sul web. La dichiarazione infelice è quella del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini che durante l’ultima puntata di Ballarò ha dichiarato che sono migliori corsi di laurea «che servono all’impresa» rispetto a «corsi di laurea inutili come scienze della comunicazione dove si insegnano amenità che non aiutano a trovare lavoro».
LA REAZIONE DEL PRESIDE DI SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE DI MACERATA...
Ciò ha scatenato questa mattina la reazione di Barbara Poiaghi, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata (nella foto accanto) che ha scritto una lettera ai suoi studenti. Nella lettera, come si legge sul sito della facoltà, si dice tra le altre cose che «la Ministra non conosce la differenza tra Scienza della Comunicazione e Scienze delle Comunicazioni». Il preside Poiaghi aggiunge poi che «oggi nel nostro paese le possibilità di trovare lavoro sono critiche per tutti a causa della crisi economica e di scelte politiche fatte a monte. Ciò indipendentemente dal percorso formativo scelto e dalla laurea conseguita. I dati però non confermano quanto la Ministra afferma: semmai, proprio lauree come quella in Scienze della Comunicazione, sono tutt’altro che inutili e si collocano sopra e non sotto la media per le possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro».
Infine invita gli studenti «a continuare a studiare con impegno, a rispettare la vostra intelligenza e le vostre vocazioni, costruire le vostre competenze seriamente ma in autonomia; noi vi accompagniamo con la nostra competenza in questo percorso e siamo orgogliosi di insegnare nella vostra Facoltà».
E LA PROVOCAZIONE DI UNA LAUREATA
Ma le reazioni contro le dichiarazioni del Ministro vengono anche dagli studenti e in particolare da una laureata siciliana che su Facebook ha pubblicato una lettera che ha indirizzato alla Gelmini. Tra l'ironia e la provocazione, Simona Melani, laureata in Scienza della Comunicazione, visto che il suo titolo di studi non avrebbe grande riscontro sul mercato, ha chiesto al Ministro un risarcimento per una laurea inutile e comunque autorizzata dal Ministero.
Ecco il testo integrale della lettera:
Gent.ma Ministro Gelmini,
ho 25 anni, sono laureata in Scienze della Comunicazione e mi sto specializzando in pubblicità.Molte volte mi sono sentita dire, un po' per scherzo e un po' sul serio, che il mio era un corso di laurea “facile” e che un mio trenta in Sociologia o non valeva neanche la metà di un 25 preso da uno studente di giurisprudenza in diritto penale o di un 18 in Anatomia.Ho risposto sempre con il sorriso sulle labbra a chi dubitava dell'utilità dei miei studi: ho risposto lavorando di giorno e studiando di notte, ho risposto trovando sempre degli ottimi lavori, senza raccomandazione e nei quali ho messo a frutto i miei studi.
Dall'aria che tira, mi pare di capire che su un'eventuale Arca di Noè, non ci sarebbe spazio per noi poveri professionisti della comunicazione. Non per me, né per i creativi, né per gli stagisti che a centinaia lavorano nelle aziende dell'impero mediatico del presidente del consiglio. Noi non serviamo, le nostre lauree non servono.
Sono inutili anche tutti quei comunicatori, esperti di immagine creativi e chi più ne ha più ne metta che in questi anni non solo hanno permesso l'aumento esponenziale dl fatturato delle aziende del Presidente del consiglio, ma che lo hanno anche supportato nella sua discesa in campo e che studiano le sue mosse e quelle del suo partito.
Le sue parole a Ballarò, poche e passate forse in sordina ai più, “abolire le lauree inutili in Scienze della Comunicazione” sono state come un colpo di pistola. Se lo dice il ministro, mi sono detta, sarà vero. Io mi fido delle istituzioni, sa?
E allora come mai permettete il proliferare di università private che chiedono 30.000 euro per un master in comunicazione? O è truffa o è circonvenzione d'incapace. In entrambi i casi, un reato.Ho frequentato l'università pubblica, il mio corso di laurea è stato autorizzato dal ministero da lei presieduto. Quindi io sono stata truffata dallo Stato. E pretendo un risarcimento.
Ho fatto un breve calcolo: 5 anni di tasse, di affitto – sono una fuorisede – di libri, di abbonamento ai trasporti, bollette e spese varie fanno circa 10.000 euro. Se a questo ci aggiungiamo il danno biologico – studiando la notte e lavorando di giorno, il mio fisico ne ha risentito – e i danni morali e materiali arriviamo a 20 mila euro. Che ho intenzione di chiedere all'Università di Palermo e al Minstero dell'Istruzione. Io in cambio chiedo l'annullamento della mia laurea e mi impegno a reinvestire i soldi del risarcimento in una bella laurea in giurisprudenza. E in un biglietto A/R per Reggio Calabria. Sa com'è... per l'abilitazione.
Sono certa che, nell'eventuale causa, Lei mi fornirà tutto il supporto e l'appoggio possibili.
Cordialmente,
Simona Melani
17/01/2011
Cristina Maccarrone
Fonte
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L'ho letto con molto interesse, è una bella provocazione. Cosa ne pensate di questa iniziativa? Vi sentite di prendere delle parti o semplicemente giustificarle?