Dall'opera di Alberto Cavaliere, Chimica in versi, eccovi alcune chicche:
OSSIGENO
Il primo chimico
che l'isolò,
era il britannico
Priestley; però,
farsene interprete,
spiegar cos'è,
fu tutto merito
di Lavoisier.
È un gas insipido
ed inodoro,
che non combinasi
sol col fluoro.
Abbondantissimo
tanto allo stato
di corpo libero
che combinato,
esso è negli acidi,
nei minerali
e nelle cellule
vegetali.
Tutti conoscono
come dell'aria
formi l'aliquota
più necessaria,
perché vivifica
l'emoglobina,
che senza ossigeno
cade in rovina.
Verso l'idrogeno
è bivalente:
con esso genera
l'acqua corrente,
la qual, d'ossigeno
ben il novante
per cento in limpida
purezza vanta.
S'ottiene libero
quand'è scaldato
il sal potassico
detto clorato:
è consigliabile
molta attenzione
contro il pericolo
di un'esplosione.
Con altri metodi,
come il processo
elettrolitico
s'ottien lo stesso
(l'H và al catodo,
ricorderò,
mentre che all'anodo
si svolge l'O).
L'industria chimica
l'ottiene ancora
dall'aria liquida
quando svapora;
e se l'ossigeno
che tanto giova,
nella Penisola,
oggi si trova,
è solo merito
del Locatelli,
uno dei massimi
nostri cervelli
nel campo chimico,
un milanese
che per quell'opera
non badò a spese:
la prima fabbrica
per aver l'O
dall'aria liquida
da noi creò.
Ma dell'ossigeno
fa d'uopo qua
citare un'ultima
specialità:
se con l'idrogeno
misto si trova,
assai per fondere
metalli giova;
la fiamma ossidrica
è molto calda
ed autogenica-
mente li salda.
Non combustibile,
è comburente;
s'ottiene liquido
difficilmente.
Questo è l'ossigeno
e ho terminato;
ma tutti gli attimi
va ricordato
con gratitudine
straordinaria:
sarà negli acidi,
ma è pur nell'aria!