Fra il 20% e il 100% c'è una LIEVISSIMA differenza :lol:
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io parlo solo di quella eolica, che non è stata ancora largamente sfruttata.
Se ci concentrassimo su tutte le fonti rinnovabili avremmo energia abbondante...si pensi solo a quella solare in un paese come l'italia che potrebbe sfruttarla a proprio vantaggio...e senza costi.
E' questione di mentalità...continuiamo a spendere soldi inutili e a ricadere nei soliti errori....
Le stime parlano chiaro: nella maggior parte dei paesi europei le fonti rinnovabili si moltiplicheranno e arriveranno a coprire una buona parte del fabbisogno; se tutti facessimo questo sforzo (Italia compresa, anche se la vedo molto dura), in poco tempo risolveremmo i nostri problemi, senza distruggere la nostra salute, il futuro dei nostri figli, l'ambiente e la natura, verso la quale siamo meri debitori...
sarebbe ottima cosa... ma chi glielo va a spiegare a quelle teste d coccio che goverernano dal loro trono qui in italia?!?
idee cm quelle d un certo Rubbia... sono state messe da parte adducendo scuse ovvie e senza capo né coda... infatti ora è in Spagna che usano il "nostro" Nobel...
certe volte rimpiango gli USA...
non sono fondamentalmente filo-USA... xò c sn volte che pagherei carte false x poter fare ricerca in una università americana, anche se di provincia :lol:
t quoto a pieno... è ora d smettere d fare le pecore che seguono il gregge nascoste dalle altre... senza alzare la testa x vedere che fuori c'è tt un UNIVERSO da scoprire! m fanno incazzare qst...
il Nobel (senza aprire una diatriba) non è che hanno vinto qst premio x aver detto una cosa banale... ma spesso sono persone che hanno dedicato la vita x quello in cui credono... anche a costo d bruciarsi... d esser presi x matti o che... vorrei che la gente lo capisse! va beh... io continuo a sperare... alla fine non fa male...
saluti...
io sono favorevole alla fusione, e perchè no alla fissione..
fin quando non vengono a costruire una centrale vicino casa.. :D
Se anche si realizzasse un reattore a fusione, non inquinante e potentissimo, mi immagino già le manifestazioni in italia contro una nuova chernobyl o cazzate del genere...
Non si riesce a costruire una cacchio di ferrovia o inceneritore, figuriamoci una centrale nucleare (fissione o fusione, tanto vallo a spiegare alla gente ignorante la "leggerissima" differenza)! Come già ora quelle a fissione, gli altri paesi più sgaggi ce le costruiranno intorno su tutti i confini, e come beffa finale continueranno a venderci l'energia a caro prezzo e a guadagnarci pure..
Sarebbero da impiccare i coglionazzi che hanno fatto chiudere e fermare l'esperienza nucleare italiana..negli anni 70/80 eravamo avantissimo e avremmo potuto (oltre che essere meno dipendenti dal petrolio) essere all'avanguardia anche ora,..
Il meglio sarebbe un mix di energia nucleare con fonti rinnovabili che, per quanto utili e ecologiche, non potranno temo mai arrivare a fornire più di una certa % del fabbisogno (va benissimo in certi paesini o certe isole turistiche, ma vorrei vedere come alimentare con eolico o solare distretti industriali che consumano quantità di energia bestiali...)
affanculo petrolio e carbone!
Quoto wittman.
Il problema principale del nostro paese è che siamo indietro. Per decenni non si è fatto nulla. Se partiamo adesso col nucleare partiamo non dall'ultima posizione ma partiamo con 5 giri di ritardo :(
Paghiamo il prezzo dell'incapacità degli anni 80/90.
Le fonti energetiche rinnovabili sono il primo a dire che bisogna utilizzarle, ma non forniranno mai una percentuale significativa di energia. Ne utilizziamo troppa e loro ne producono troppo poca.
E' come il discorso dei pannelli solari o celle fotovoltaiche da costruire sulle abitazioni. Costano tanto, producono poco e in moltissime zone non si riescono ad utlizzare per mesi e mesi (e io sto in pianura :) ). Idem per il vento. Idem per l'acqua. Così non ne veniamo fuori :roll:
Già!
Possono aiutare, in un'abitazione possono ridurre sensibilmente o forse persino compensare i consumi, ma le utenze civili sono quelle che consumano meno!
Quindi in un paesino di montagna o in un'isola ben vengano, ma vorrei vedere alimentare impianti chimici, siderurgici, ceramiche e compagnia bella con qualche pannello solare o qualche pala eolica..
E quando poi non tira il vento o c'è nuvolo? Si fermano gli impianti? :?
Salve,
la mia discussione sul nucleare aperta altrove è stata chiusa.Domando scusa,non avevo visto questa. Anche io capisco cosa scrive l'autore del topic.In parte approvo anche. Fondamentalmente però sono ignorante,non immagino quanto lo stato o una ditta debba investire per aggiornarci al nucleare o ad altri tipi di risorse alternative. A me sembra che Enel con gli anni si sia decisamente svecchiata e stia rilanciando una nuova immagine più innovativa.L'innovazione è spesso favorevole,sono fiduciosa.
Posto un punto sulla situazione attuale del nucleare, davvero un'ottimo articolo.
L'energia nucleare: il punto sullo stato della ricerca
Intervista a Stefano Monti
1) Quale ruolo avrà il nucleare in vista di un aumento progressivo della domanda mondiale di energia?
Le organizzazioni mondiali più autorevoli hanno previsto che, a fronte del raddoppio della richiesta mondiale di energia elettrica entro il 2030, la capacità nucleare effettivamente installata dovrà triplicare entro il 2050. Di qui, la necessità di progettare e realizzare fin da adesso impianti in grado di far fronte allo scenario previsto per i prossimi decenni (in particolare, la disponibilità di materie prime e le norme per la protezione dell’ambiente e della salute).
2) Quali sono le attuali prospettive di ricerca sul nucleare?
Tra il 2010 e il 2015, dovrebbero essere disponibili i reattori di cosiddetta “Generazione III+”, un’evoluzione della Generazione III secondo specifiche linee guida: riduzione delle procedure di approvazione, dei tempi e dei costi di costruzione, alta disponibilità dell’impianto e lunga vita utile (60 anni), presenza di dispositivi di sicurezza infallibili e migliore utilizzo del combustibile. Uno dei progetti più interessanti di “Generazione III+” è Iris (International Reactor Innovative & Secure), reattore sviluppato da un consorzio internazionale di cui fanno parte istituzioni, tra cui l’ENEA, e imprese italiane.
3) A che punto è la ricerca sul nucleare di IV Generazione?
La IV Generazione di reattori è ancora in fase di ideazione. Nel 2000 è stato istituito il Generation IV International Forum (GIF) composto dieci Paesi al fine di sviluppare sistemi nucleari che potranno essere operativi fra 20 o 30 anni Il forum ha definito i requisiti di base che i nuovi progetti dovranno rispettare:
I Paesi che hanno aderito subito a questa iniziata, lanciata dagli Stati Uniti, sono Argentina, Brasile, Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Sud Africa, Svizzera, a cui si è aggregata successivamente l’Euratom, in rappresentanza dell’Unione Europea. Russia e Cina sono entrati a fare parte del GIF quest’anno, in considerazione dei loro programmi di utilizzo dell’energia nucleare.
- sostenibilità: massimo utilizzo del combustibile e minimizzazione dei rifiuti radioattivi;
- economicità: basso costo dell’impianto e livello di rischio finanziario equivalente a quello di altri impianti energetici;
- sicurezza e affidabilità: i sistemi di quarta generazione dovranno avere una bassa probabilità di danni gravi alla parte del reattore più “delicata”, il cosiddetto nocciolo, e tollerare errori umani anche gravi. Non dovranno richiedere piani di emergenza per la difesa della salute dei cittadini, non essendoci uno scenario credibile per il rilascio di radioattività fuori dal sito;
- resistenza alla proliferazione e protezione contro attacchi terroristici.
Un’ulteriore accelerazione nella direzione sopra delineata è rappresentata dalla iniziativa americana, recentemente sottoscritta anche da Cina, Francia, Giappone e Russia, denominata GNEP (Global Nuclear Energy Partnership). Si tratta di un programma di rilancio del nucleare che, oltre a prevedere la realizzazione di un prototipo di IV generazione entro il 2020, tende ad agevolare l’utilizzo dell’energia nucleare da parte dei paesi in via di sviluppo, attraverso nuove politiche.
4) A vent’anni dal referendum sul nucleare l’Italia continua ad investire sulla ricerca sul nucleare?
L’Italia, al pari degli altri paesi dell’Unione Europea, partecipa allo sviluppo di reattori di quarta generazione tramite l’Euratom. Sono coinvolti nella ricerca ENEA, Ansaldo Nucleare, Cesi Ricerca e Università.
5) Oltre al nucleare di IV Generazione, è in fase di rilancio il nucleare da fissione con il progetto Inpro (International Project on innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). In cosa consiste?
Sulla spinta dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, si è sviluppata un’altra iniziativa internazionale per il rilancio dell’energia nucleare da fissione: il progetto Inpro (International Project on Innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). L’obiettivo del progetto è assicurare che l’energia nucleare sia disponibile per soddisfare il fabbisogno energetico. Sono allo studio soluzioni per la sicurezza, la competitività economica, la gestione dei rifiuti radioattivi e la non proliferazione. Il programma di lavoro di Inpro è organizzato in tre fasi: la prima – già completata – prevedeva una selezione di linee guida, criteri e metodologie per una valutazione dei concetti innovativi proposti e i requisiti posti dagli utilizzatori. La fase attuale prevede l'esame di sistemi e tecnologie resi disponibili da alcuni Stati membri, a fronte dei criteri precedentemente selezionati. Nella fase finale si studierà l’avvio di un progetto internazionale, identificando le tecnologie più appropriate per la realizzazione negli Stati membri.
A Inpro partecipano Stati Uniti, Argentina, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, India, Indonesia, Corea, Olanda, Pakistan, Russia, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Turchia, con il contributo della Commissione Europea.
Fonte:
L'energia nucleare: il punto sullo stato della ricerca
Ma ora resta solo di convincere la gente che è tempo di nucleare ci vogliono più o meno 15 anni per costruire una centrale nucleare.
Con la continua crescita del consumo energetico dell'Italia non la si può ignorare guardatevi i dati sul link di sotto anche se 2006 un quadro generale di quest'anno lo fai a mente.
Consumi
Nella realtà fisica ci sono infiniti modi puliti ed efficaci per produrre energia e già molti sono a nostra disposizione. Il nucleare presenta più svantaggi che vantaggi; nel mondo, solo India, Ucraina, Russia e Cina stanno costruendo nuove centrali nucleari. Gli stessi Stati Uniti non costruiscono un reattore dal 1979 (dati Aiea - Agenzia internazionale per l’energia atomica). In Europa, cinque degli otto Paesi nuclearizzati hanno deciso da tempo la moratoria: Svezia 1980, Spagna 1984, Olanda 1994, Germania 1998 (entro il 2021), Belgio 1999 (entro il 2025). L’unico Paese dell’Ue che ha deciso di costruire un nuovo reattore è la Finlandia. L’Italia ha chiuso con il referendum del 1987. Danimarca, Portogallo, Grecia, Austria, Irlanda e Lussemburgo non hanno programmi nucleari.
In Italia ci sono gli impianti Enel (la centrale del Garigliano è uscita dall’esercizio commerciale nel 1978; Latina nel 1986; Trino Vercellese nel 1987; Caorso nel 1986) e quelli Enea (l’impianto Itrec della Trisaia ha concluso il ciclo di prove nucleari nel 1978, da allora non ha più riprocessato
combustibile; l’impianto Eurex ha terminato le attività di riprocessamento nel 1983).
I rischi del nucleare: il rischio è definito come prodotto di una probabilità per l’entità delle conseguenze. Così, anche se incidenti nucleari di una certa gravità sono stati pochi – ma molto più frequenti di quelli previsti a suo tempo dall’industria nucleare – il rischio risulta elevato per le conseguenze che si sono avute e si possono avere. Con la privatizzazione del settore elettrico in Gran Bretagna, il nucleare è stato di fatto “congelato” per due ragioni: la prima è che il costo industriale del kWh da nucleare è più elevato di quello degli impianti a gas (oltre 6 centesimi di $ contro 4 del gas); la seconda è che nessun’altra fonte presenta i rischi del nucleare e dunque la possibilità nel migliore dei casi (incidenti di entità lieve) di fermo impianto prolungato e nel peggiore dei casi dover risarcire un danno biologico a una popolazione vasta.
Costo del nucleare:continuano a circolare dati sui costi inattendibili. Non vanno presi i costi medi – che includono impianti costruiti in epoche diverse a costi diversi e in parte già ammortizzati – ma i costi degli impianti nuovi. Le stime del Dipartimento statunitense dell’energia (DOE) effettuate nel 2004 per impianti che entrano in funzione nel 2010 sono chiaramente a sfavore del nucleare. Infatti danno: 4,97 centesimi/kWh per i nuovi impianti a gas, 5,05 per le nuove pale eoliche, 5,31 centesimi per il carbone pulito e 6,13 per le centralinucleari. Il costo del kWh del nucleare peraltro è previsto in lieve crescita nel 2025 a 6,33 centesimi. A questi costi industriali va aggiunta la conseguenza economica – non solo ambientale e sanitaria – di incidenti. Anche incidenti non gravi, infatti, comportano un fermo impianto potenzialmente lungo che incide sulla produzione. In caso di incidenti rilevanti, poi, chi paga il danno biologico e ambientale? Il principio rimane uno solo: chi inquina paga. Tempi di costruzione per centrali di pari potenza:
• gas a ciclo combinato 2-3 anni
• carbone pulito: 4-5 anni
• nucleare 8 - 10 anni
Il nucleare non riduce i costi, anzi presenta i costi industriali più elevati (senza conteggiare incidenti e imprevisti): in aggiunta, per l'Italia i costi stimati per gli USA non sono credibili. Dovendo ricostruire almeno in buona parte il tessuto di competenze e di tecnologie del ciclo del combustibile,
da noi costerebbe certamente di più. Ricordiamo che uno dei fallimenti più clamorosi della storia dell'industria si chiama Superphenix - progetto francese a partecipazione italiana al 33% - che non ha mai funzionato e ha bruciato risorse ingenti: solo per i contribuenti italiani, 5.000 miliardi di lire
dell'epoca (anni ‘70-80).
L’eolico.
Secondo lo studio di Greenpeace “Eolo o plutonio?” (in francese su Accueil | Greenpeace France), nel quale il nucleare viene confrontato con l’eolico, è possibile con un investimento equivalente produrre 2,3 volte più energia e ottenere 5 volte più posti di lavoro investendo nell’eolico. A parità di
investimento, con l’eolico si darebbe energia al doppio delle abitazioni rispetto al nucleare. L’energia eolica sta vivendo un forte sviluppo tecnologico e una crescita della potenza installata: nella sola Germania, oltre 3.200MW di eolico sono stati installati lo scorso anno e forniscono
energia a più di 2 milioni di case. Nell’Unione europea, si prevede l’installazione di 75.000MW di eolico entro il 2010, triplicando la potenza installata oggi e aggiungendo l’equivalente della produzione di 14 grandi centrali nucleari.
Il solare.
Secondo il rapporto "Solar Generation 2", presentato di recente a Bruxelles da Greenpeace e dall'Associazione europea dell'industria fotovoltaica (EPIA), un miliardo di persone utilizzerà l'energia fotovoltaica entro il 2020 e nasceranno grazie a quest'industria 2 milioni di posti di lavoro,
mentre le emissioni di gas serra si ridurranno di 169 milioni di tonnellate l'anno, l'equivalente di 75 centrali a carbone. Dal 1998 il fotovoltaico cresce del 35% l'anno: entro il 2040, il solare potrebbe coprire oltre il 20% del fabbisogno globale, anche nei luoghi più remoti e senza contribuire ai
cambiamenti climatici. Si tratta di un'industria, quella del fotovoltaico, che raggiungerà il valore di 62 miliardi di euro nei prossimi 15 anni.
Paesi come la Germania hanno visto una crescita esponenziale del solare, ma è l'Unione europea che deve impegnarsi e fissare obiettivi vincolanti per il 2020, oltre a bloccare i sussidi ai combustibili fossili e all'energia nucleare. Ogni euro investito in energia solare aiuta il clima, l'innovazione e diminuisce la dipendenza nei confronti dei combustibili fossili. Secondo la Commissione europea, due terzi del fabbisogno energetico europeo sarà soddisfatto con
l'importazione per il 2020: il solare offre un'alternativa a questa dipendenza (il rapporto su: Home).
lodevole ;)
La politica fino adesso ha attuato una campagna di disinformazione senza eguali; la cosa che più rattrista è che la gente comune ascolta le castronerie dei politici e ignora i suggerimenti dei "tecnici" del settore.
Diminuzione sprechi + Sviluppo sostenibile + Fonti rinnovabili pulite = equazione perfetta per conservare il nostro pianeta e scongiurare rischi alla vita.
lo so... infatti t lodavo per questo... che fai nella vita? se posso chiedere :roll: :oops:
studente universitario... quasi laureato presso il CdL Magistrale in Scienze Chimiche...
dovevo capire da nick e avatar che amavi la matematica... complimenti ;)
lo dovevo capire anche dalla tua discussione su Odifreddi ;) credo diventerà una lotta tra te e Godel :roll:
Mi spieghi dove abbiamo vento e sole a sufficienza, in Italia, per costruire centrali?
Di vento siamo scarsi, per non dire scarsissimi.
Di sole, io so che i pannelli costruiti sulle case non funzionano. Perchè c'è poco sole e comunque la spesa non copre l'energia che viene prodotta.
infatti s stanno migliorando le celle fotovoltaiche... stavo giusto leggendo gli ultimi lavori in ambito nanotecnologico... da paura... vedremo come vanno le prove negli USA...
il settore eolico non conosco bene... pardon
lo so che aumenta ogni giorno... purtroppo :(
il progetto che sta per prender via negli USA è qualcosa d rivoluzionario e mostruoso... te lo posso assicurare :|
più avanti ne parlerò se v và... saluti
io invece sono ancora alla triennale di matematica, purtroppo di chimica non ne facciamo ma in futuro rimedierò perchè sono tentato da fisica e successivamente da astrofisica (in realtà ero indeciso tra fisica e matematica). Grazie e complimenti anche a te ;)
elenco tutti i venti presenti lungo il nostro territorio; da notare che siamo un paese che si affaccia prevalentemente sul mare e per tutto lo stivale si alternano zone montuose e collinari:
Faccio un primo esempio partendo dal nord-est, dove soffia uno dei venti piu violenti, ossia la bora, che è il vento orografico più forte e frequente del Mare Nostrum. Si calcola che in media le raffiche di bora raggiungono e superano i 100 km/h.
Siccome il vento "possiede" particelle che hanno una quantità di energia cinetica che può essere ceduta a un mezzo che viene interposto, si può calcolare la potenza fornita dal vento al rotore dell'impianto tramite la teoria di Betz
http://www.energie-rinnovabili.net/f...e/teoria12.gif Cioè la potenza fornita dipende dall'area del rotore, dalla densità dell'aria e dalla velocità del vento; l'energia cinetica di un corpo in movimento è direttamente proporzionale alla propria massa, dunque l'energia cinetica del vento dipende dalla densità dell'aria (più l'aria è pesante, più energia arriva alla turbina); a 15°C, l’aria pesa 1.225 kg per metro cubo, mentre la potenza estraibile varia anche a seconda del cubo della velocità media del fluido.
Si calcola che una turbina da 600kW raggiunge la sua potenza max (cioè 600 kW) già solo alla velocità media di 15 metri al secondo. Aumentando il diametro, la turbina produce sempre più energia (40m stanno a 600 kW come 80 m stanno a 2500 kW).
Chiudo questa parentesi, continuando il discorso sul vento in Italia.
Non c'è solo la bora, ma c'è anche il Libeccio (da sud ovest), lo Scirocco (da sud est), la Tramontana (da nord), il Maestrale (da nord ovest), e mi fermo qui anche se potrei continuare ancora per un po'.
Il problema non è la tecnologia, non sono le fonti e risorse energetiche, non sono i soldi, non è l'ambiente, non è la vita; il problema è uno e uno solo, ma insormontabile: la politica italiana.
Mi hai nominato i venti che soffiano in Italia, ma quelli si sanno.
Ma sono incostanti. La bora non soffia a Trieste e dintorni per tanti giorni.
Gli altri venti non sono forti e neppure costanti.
Lo dice chiunque. In Italia l'eolico non produrrà mai un quantitativo di energia cospicuo.
Meno male che non tutti si basano sul sentito dire:
Vento di Sardegna: nasce il parco eolico più grande d?Italia
19 06 2006 - 18.37
postato da Mare Nostrum Ambiente - Parchi Commenti ( 0 ) Scrivi Invia ad un amico
20/06/2006 - Sedini - Che la Sardegna sia un?isola ventosa è un dato di fatto. Non a caso è scelta sempre più spesso, come meta prediletta e adeguata per regate di tutti i tipi, dalla vela d?altura, ai kite surf al wind surf e via dicendo. Segni ineluttabili della violenza con cui soffia il vento è visibile nelle forme aerodinamiche degli alberi di ginepro e nella desolazione di ettari ed ettari di campi bruciati dalla forza del maestrale e del levante etc? Non poteva quindi sfuggire, l?enorme business energetico che è costituito proprio dai parchi eolici. A Sedini, in provincia di Sassari, venerdì 23 giugno, verrà inaugurato la più grande struttura eolica italiana, con un impianto di 36 aerogeneratori e 54 MW. E qui nasce il dilemma, invero non facile, tra sfruttamento dell?energia pulita e deturpamento ambientale costituito dall?enormi pale.
Leggi bene il mio primo post. A parità di costi e investimenti, l'eolico ha un rendimento maggiore delle centrali nucleari.
Per quanto riguarda Sedini: 36 aerogeneratori per una potenza di 54MW portano elettricità per 33.000 famiglie (calcola centomila persone come minimo) e evitate emissioni di 64.000 tonnellate all'anno di anidride carbonica, chiamalo poco! :)
Ok ma ti ripeto che sono d'accordo sull'utilizzo dell'eolico.
Ma nell'articolo da te citato qui dici che produrrebbe energia per 100.000 persone. In Sardegna ce ne sono circa 1.700.000. Vuol dire che solo in Sardegna bisognerebbe costruire 17 centrali come quella.
Cosa faccimo, costruiamo centinaia e centinaia di centrali per tutta l'Italia? (tenendo sempre conto che il vento c'è in pochissimi luoghi)
Bisogna fare una campagna straordinaria di sensibilizzazione e informazione della massa, unita a una forte incentivizzazione di queste tecnologie. Invece di sprecare soldi per strutture inutili come il ponte sullo stretto di messina, bisogna costruire centrali eoliche di ogni specie in ogni zona ventilata (da vento con velocità pari a 5 metri al secondo fino ai livelli alti), installare lampade a basso consumo energetico, doppi vetri, pannelli solari per riscaldare l'acqua, pannelli fotovoltaici per produrre elettricità, e mettere tutto in rete, con accumulatori in ogni luogo e centrali idroelettriche. Bisogna incentivare la produzione e il consumo intelligenti e attivi, non passivi e tendenti all'aumento spropositato.