Il cerume nelle orecchie mi dà problemi. Ne parlavo settimana scorsa con Briatore: ci siamo trovati di notte alla fontana di Trevi, a tirar su le monete con la calamita. Io lo faccio per combattere l’insonnia: chi dorme poco ingrassa, vedi Ferrara che sta su tutta la notte a pensare cosa inventare per stare tutti i giorni sulle prime pagine dei giornali.
Col cerume non ci fai niente, non c’è il riciclaggio. Che non si potrebbe neanche dire riciclaggio di cerume sporco. Lo è di suo, ma non si lamenta.
Ne produco molto e sarei felice di metterlo a disposizione dell’umanità, dare il mio contributo allo sviluppo del Terzo Mondo. Briatore mi ha detto che sono avanti coi tempi ma un consiglio me l’ha dato: mai parlare di cerume quando porti fuori una miliardaria del Bronx. Sono molto sensibili su questo tasto perché gli ricorda quando non c’erano i cottonfioc e ti dovevi arrangiare.
Terribile.
L’ultima volta che sono uscito con una miliardaria del Bronx devo essermelo dimenticato.
Tredici giorni fa, verso le 20/20,24, ho portato in spiaggia a Milano Marittima una disoccupata di Bronte (Sicilia). Ho buttato lì la mafia, per sfondare un portone aperto ma lei ha detto meglio il cerume.
La classe non è acqua.
Con Briatore il ricavato della pesca alle monete l’abbiamo versato alla Società per la Protezione del Salame Nostrano Birmano. L’ho mai sentito, ho detto io. Per forza, ha detto lui (non il salame: Briatore): è come i pentiti di mafia da noi. Se uno è sotto protezione, non è che poi va in giro a dire piacere io sono il Salame Nostrano Birmano. Firma la sua condanna, no? e stilisti ne girano già troppi, che firmano tutto.
Ah, ecco.
Frequentare certi ceti ti allarga la mente e la conoscenza; sempre quelli del baretto, finisce che parli solo di scemenze.
Mastella in garanzia non è un problema come il cerume, ma parliamone. Nelle orecchie ti finisce uguale uguale; dopo, trovalo, il cottonfioc adatto.
Qui, per alzare il livello e per solidarietà al Papa, volevo metterci l’inno dei giovani dell’Azione Cattolica:
“Bianco padre che da Roma
ci sei meta, luce e guida
in ciascun di noi confida:
Un esercito ha l’altar.
Siamo arditi della fede
siamo araldi della croce
al tuo cenno, alla tua voce.
Un esercito all’altar”.
Ma poi ci resta male Pannella e mi incita il popolo allo sciopero della fame. Gli islamici si sentono presi per il ramadam e scoppia la guerra di religione per difendere la libertà religiosa. Solo che le guardie svizzere non sono preparate perché fanno acqua da tutti i buchi. Hanno i soldi, gli svizzeri, perché hanno l’emmental, la simmental e la Total, ma in guerra sono neutri come il borotalco.
Sarà questo sarà quello, il Papa alla Sapienza era un po’ come il cerume nelle orecchie: c’era di quelli che non sentivano ragioni. Siccome il Ratzinger è tetesco ma è allergico ai cottonfioc, ha fatto marcia indietro, non si è accorto che arrivava il Mastella ancora in garanzia e è successo quel che è successo. Meno male che anche il Clemente è cattolico se no era uno scontro di religioni.
Io ce l’ho, la fede, perché sono sposato. Anche il Mastella è sposato e c’ha la fede, ma io non ho ancora ricevuto la garanzia e mia moglie non sa niente di arresti domiciliari.
Lei si intende solo di arrosti.
Mio suocero (che è il papà di mia moglie, non di quella di Mastella) non dirige le ASL: eticamente sarebbe contrario, oltre al fatto che è morto.