Ad essere sincero i bambini a volte destano in me una sensazione di fastidio (per via del fatto, tanto per rendere l'idea, che spesso sono rumorosi, scalmanati, ecc.) però ci sono anche dei momenti in cui penso a un mio ipotetico figlio, e poi bisogna anche dire che non sono più un "pischello", come direbbero ad altre latitudini, e quindi non è assolutamente inusuale che io faccia di questi pensieri.
E mi sto accorgendo - tanto per fare un esempio - che quando mi capita di passare un pò di tempo con una mia cugina più piccola (13 anni) tendo ad avere un approccio spiccatamente "paternalista", e sotto forme simili si manifesta anche in altre occasioni.
Al di là di questo, cosa rappresenterebbe un piccolo filosofino nella vita di filosofo? Beh, sono un ragazzo tranquillo, per vari motivi trascorro molto tempo in casa, quindi non credo che da questo punto di vista andrebbe a sconvolgere più di tanto le mie abitudini...
e poi cavolo sarebbe mio figlio!!!
Però man mano che crescerà come dovrò educarlo? Qua matura un problema... La società esige che i bambini vengano educati in un certo modo, io invece proabilmente tenderei a elargirgli una educazione "critica", che con tutta probabilità non coinciderebbe appieno con le istanze comuni.
Però temo che soffrirebbe per questo (dato il possibilissimo "corto circuito"), e quindi dovrei abdicare ai miei propositi, ancorandomi agli standard che vengono propinati.
Comunque il problema almeno per ora non si pone... ...forse in futuro...
Va beh, ho messo per iscritto alcune riflessioni che generalmente restano tra me e me..
Forse a qualcun altro/altra è capitato o capita tuttora qualcosa di simile