a porta a porta
Mafia, interviene Fini: «Magistrati accertino le dichiarazioni dei pentiti»
Il presidente della Camera contrario a modificare la legge sui pentiti
Gianfranco Fini (Newpress) ROMA - «Le dichiarazioni dei pentiti devono essere garantite dallo scrupolo e dall'onestà intellettuale della magistratura, che deve trovare i necessari confronti». Lo ha detto Gianfranco Fini nel corso della registrazione di Porta a Porta.
Il presidente della Camera ha detto di condividere la presa di posizione di Mantovano sul fatto che pentiti non possono dare le loro testimonianze errate: «La legge dà sei mesi di tempo, e mi sembra - ha sottolineato Fini - che vada bene così». Fini si è detto contrario poi a modificare la legge sui pentiti. Quanto al concorso esterno in associazione mafiosa Fini ha dissentito dal giudizio di Dell'Utri secondo il quale non sarebbe altro che la forma moderna del vecchio reato di lesa maestà e ha ipotizzato al massimo una sorta di comparabilità con il favoreggiamento aggravato. In ogni caso Fini ha lanciato un appello: «I magistrati, verso cui tutti dobbiamo serbare grande gratitudine siano garanti del fatto che non ci si basa, nelle indagini, solo sulle dichiarazioni di qualche pentito, ma che vi sia un rigoroso riscontro nei fatti». In serata l'ufficio stampa di Dell'Utri ha diramato una nota in cui si dice che il senatore «non ha mai chiesto la modifica del "regime carcerario duro" (art. 41 bis), caposaldo della lotta alla mafia, inasprito dal governo Berlusconi. Bensì ha proposto la regolamentazione dell'art. 416 bis, riguardante il "concorso esterno in associazione mafiosa"».
SISTEMA - Fini difende poi il sistema bipolare e ritiene che non si possa tornare al passato: «Tuttavia dico che bisogna modificare questo bipolarismo al Viagra sempre eccitato». L'ex leader di An Fini ha respinto la tesi di quanti lo accusano di fare polemiche con Berlusconi: «L'idea di far votare gli immigrati - ha spiegato - l'ho lanciata 6 anni fa. Nessuno ha intenzione di fare la suocera o il grillo parlante nel Pdl. Ma se io ritengo che su alcuni temi non ci sia il coraggio necessario, perchè dovrei tacere?».
NESSUN COMPLOTTO - «Con Silvio Berlusconi da parte mia non c'è nessun complotto in atto e nessuna rotta di collisione» ha chiarito difendendo il suo ruolo istituzionale e sottolineando che lui e Berlusconi hanno «due ruoli istituzionali diversi». «Il presidente della Camera - ha detto Fini - deve essere inflessibile nella difesa delle prerogative del parlamento. Berlusconi ha più volte chiesto di velocizzare l'iter delle leggi, ma io debbo difendere le prerogative della Camera». Fini ha poi sottolineato che, al di là del suo ruolo istituzionale, le valutazioni politiche «non coincidono sempre al 100%» con quelle del premier: «ma questo è un elemento di ricchezza. Non c'è motivo per gridare al complotto come è stato fatto in più circostanze».
Mafia, interviene Fini: «Magistrati accertino le dichiarazioni dei pentiti» - Corriere della Sera
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inutile ribadire quello che penso