Nel carcere romano di Regina Coeli i magistrati ascoltano i 4 militari accusati di estorsione
ricettazione, violazione della privacy e del domicilio ai danni del presidente della Regione
Ricatto a Marrazzo, interrogati i carabinieri
Alla Pisana si valutano le dimissioni
Nelle prossime ore la decisione considerata "inevitabile" in alcuni ambienti politici
Il presidente della Regione Piero Marrazzo
ROMA - Sono cominciati nel carcere romano di Regina Coeli gli interrogatori dei quattro carabinieri arrestati dal Ros perché accusati di aver
ricattato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo anche
grazie a un video in cui il governatore compare in atteggiamenti intimi con un
transessuale. Intanto si fa sempre più concreta l'ipotesi di dimissioni del Governatore.
Gli interrogatori. Il Gip del tribunale di Roma Sante Spinaci è giunto da qualche minuto nel carcere romano dove dovrà esaminare la richiesta di convalida del fermo emesso dalla procura di Roma nei confronti dei sottufficiali infedeli Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Peschini.
I militari sono accusati, a vario titolo, di estorsione, ricettazione, violazione della privacy e violazione del domicilio. Due di loro, secondo le accuse, avrebbero fatto irruzione nel luglio scorso nell'appartamento in uso ad un transessuale in via Gradoli a Roma dove avrebbero filmato Piero Marrazzo, semi nudo, in compagnia del trans estorcendogli danaro e facendosi consegnare due assegni per un totale di 20.000 euro, mai giunto all'incasso.
Ipotesi dimissioni. Intanto alla Pisana starebbe prendendo corpo l'ipotesi di dimissioni di Piero Marrazzo. La decisione, che potrebbe arrivare già nelle prossime ore, sarebbe ormai considerata "inevitabile" in alcuni ambienti politici regionali, anche se, soltanto ieri, Marrazzo affermava di voler "continuare con determinazione il suo mandato". A far precipitare la situazione, i vari elementi emersi dalla lettura dei quotidiani in edicola stamattina. Che mettono in rilevo una serie di affermazioni non rispondenti al vero fatte ieri dal presidente.
In particolare Marrazzo ha affermato di non aver pagato i ricattatori (mentre esistono gli assegni, sia pure non incassati), addirittura di non aver nemmeno saputo del ricatto (mentre dai verbali pubblicati oggi emerge il contrario), che il video non esiste (mentre c'è più di una fonte che asserisce di averlo visionato). Infine, il transessuale Natalì afferma che il presidente l'avrebbe chiamata ieri "per tre volte" chiedendole di "non parlare con nessuno" in merito alla vicenda. Invece le imbarazzanti dichiarazioni di Natalì sono oggi sulla stampa. Natalì asserisce, tra l'altro, di conoscere Marrazzo da sette anni.
Quella di lasciare la guida della giunta all'attuale vicepresidente Esterino Montino, dunque, sembra essere una ipotesi auspicabile per due ragioni: da una parte Marrazzo potrebbe concentrarsi sul procedimento che lo vede parte lesa, dall'altra permetterebbe all'attuale maggioranza in Regione di dedicarsi alla campagna elettorale con più serenità. A 155 giorni dalla fine della legislatura sembra, comunque, da scartare ogni ipotesi di elezioni anticipate.