Protesta anti-Gelmini alle Longhena
'10' politico in pagella per tutti
Il ministro: "Un danno per le famiglie"
Cosi’ i docenti delle scuole elementari di Bologna hanno disobbedito ad una delle principali novita’ della riforma scolastica. Al termine degli scrutini di meta’ anno i consigli di classe hanno infatti premiato l’impegno di ogni alunno con un 10 in pagella in tutte le materie
Bologna, 11 febbraio 2009 - A quarant’anni dal ‘68 torna il voto ‘politico’. Con una pagella tutta di dieci e lode per protestare contro il ritorno dei voti numerici voluto dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Cosi’ i docenti delle scuole elementari Longhena di Bologna hanno disobbedito ad una delle principali novita’ della riforma scolastica. Al termine degli scrutini di meta’ anno i consigli di classe hanno infatti premiato l’impegno di ogni alunno con un 10 in pagella in tutte le materie. Il voto e’ stato giustificato da un giudizio scritto: “l’alunno possiede conoscenze e competenze esaurienti in relazione alle proprie capacita’. Obiettivi raggiunti in modo personale”.
Il dieci d’ufficio della scuola bolognese, pero’, non e’ solo un modo per protestare contro i cambiamenti imposti dal ministro, ma un chiaro segnale indirizzato alla preside, Ivana Summa. La dirigente scolastica, con un ordine di servizio emanato a dieci giorni dagli scrutini ha infatti obbligato i docenti ad esprimersi con i voti, andando cosi’ contro una delibera del collegio dei docenti, votata all’unanimita’, in cui si stabiliva invece che gli studenti sarebbero stati valutati ancora con i vecchi giudizi.
“La preside ha considerato la delibera del collegio dei cocenti illegittima, quindi ha emanato l’ordine di servizio” spiega Marzia Mascagni, insegnante delle Longhena e responsabile scuola del Prc di Bologna. Per Mascagni e’ invece l’ordine di servizio emanato da Summa ad essere illegittimo, perche’ si riferisce “ad una legge che non ha ancora completato il suo iter di approvazione, non sono ancora passati i 40 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”.
L’ordine di servizio della preside e’ stato allegato a tutte le pagelle. “I genitori erano contenti, hanno apprezzato la serieta’ degli insegnanti”, spiega ancora Mascagni. Al di la’ della contrarieta’ ad una norma imposta dal ministro, gli insegnanti contestano, infatti, la tempestivita’ dell’utilizzo dei voti numerici. “Dobbiamo ancora decidere cosa significa dare un sei o un sette, cosa difficile da fare in soli dieci giorni”, conclude Mascagni.
IL MINISTRO
“Dentro la scuola molti docenti e dirigenti fanno politica: è un fatto molto grave, non è eticamente corretto e crea disorientamento alle famiglie”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, a Roma, al termine della presentazione del primo rapporto sulla scuola della Fondazione Angelli, commentando la decisione di una scuola di Bologna di assegnare dieci in condotta a tutti i suoi studenti per contestare il passaggio dai giudizi ai voti decimali deciso dal Ministero. “Chi fa l’insegnante ha un ruolo istituzionale e non deve fare politica - ha concluso il ministro Gelmini - perchè in questo modo fa solo un danno alle famiglie”.
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FonteBologna, annullate pagelle del 10 politico
Il direttore dell’Ufficio scolastico blocca le maestre della 'Longhena'. Gelmini: «Politica nella scuola, vizio del '68»
BOLOGNA - Agli studenti di sicuro non sarebbe dispiaciuto avere 10 (anche se "politico") in tutte le materie. Li ha fatti tornare bruscamente alla realtà il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Bologna, Vincenzo Aiello, annullando la delibera del collegio dei docenti della scuola elementare 'M. Longhena' per la parte relativa alla valutazione. Nei giorni scorsi i docenti dell’istituto avevano deciso di mettere 10 in pagella a tutti i bambini per protestare contro la reintroduzione dei voti in decimi decisa dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.
GELMINI: «FANNO POLITICA A SCUOLA» - In ogni caso un risultato c'è stato: la plateale protesta, su cui si esprimerà presto un ispettore dell'ufficio scolastico regionale, ha animato il dibattito politico. Fra i commenti più duri, proprio quello della Gelmini: «È l'ennesimo caso di chi fa politica a scuola, un vizio che abbiamo ereditato dal '68. In classe non si fa politica» ha sentenziato, augurando «provvedimenti e sanzioni contro i responsabili». Il sindaco Sergio Cofferati, pur «personalmente contrario al provvedimento del ministro Gelmini come e più delle maestre delle Longhena», l'iniziativa è stata «profondamente sbagliata, addirittura controproducente». No deciso anche da Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc: «I maestri che strumentalizzano i bambini per fini politici sono cattivi maestri e la scuola italiana non ne ha proprio bisogno». A difesa delle maestre si è schierato Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, che ha definito «vergognose e minacciose» le parole della Gelmini contro le autrici di «una protesta civile e democratica alla sua controriforma». Sabato pomeriggio genitori e insegnanti andranno in piazza a Bologna: un'occasione (San Valentino) per «portare una dichiarazione d'amore per la scuola pubblica e difenderla dall'aggressione di chi vuole distruggerla».