"Non musulmani preghino in casa"
A.Saudita: "Inopportuno erigere chiese"
L'Arabia Saudita offre ai non musulmani garanzie di praticare il proprio credo religioso a patto che ciò avvenga in privato. Lo ha affermato Zeid al-Hussein, vice presidente della commissione per i Diritti Umani, all'agenzia di stampa saudita (Spa). "Essendo poi il Paese il punto di riferimento del mondo islamico ci sono peculiarità religiose che rendono difficile l'edificazione di luoghi di culto per altre fedi nella terra sacra" ha aggiunto.
"I non musulmani in Arabia Saudita godono della libertà religiosa e possono professare la loro fede eseguendo le pratiche rituali a casa loro" ha detto Zeid al-Hussein.
Poi, per spiegare l'assenza di chiese o di luoghi di culto non islamici nel regno saudita, al-Hussein ha aggiunto che "l'Islam è il sigillo delle religioni e il regno saudita sia la base dell'Islam: per questo ci sono peculiarità religiose che rendono difficile l'edificazione di luoghi di culto per altre fedi nella terra sacra".
Ciò non implica, ha sottolineato, che le altre fedi non possano essere praticate. "I non musulmani possono godere della libertà religiosa praticando la propria fede a casa: non ci sono restrizioni per i non musulmani che praticano la propria fede nei luoghi privati ma bisogna capire che l'Arabia Saudita non è solo uno stato islamico ma anche il punto di riferimento del mondo islamico".
Il funzionario saudita ha parlato poi dello sforzo del suo Paese nella direzione del dialogo interreligioso, compiuto dall'iniziativa del re Abdullah, proprio per dimostrare l'intenzione di rispettare la libertà religiosa altrui. "La sharia islamica pone particolare attenzione ai diritti dei gruppi più deboli, come le minoranze etniche e religiose e garantisce molti diritti alle donne" ha detto. Poi ha concluso che le numerose violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita sono da imputare alla responsabilità dei singoli e alle violenze in ambito familiare.