Volete sapere se un amico è registrato su Facebook senza dovervi registrare? Niente di più facile: digitate il nome del vostro conoscente su un qualsiasi motore di ricerca accompagnato dalla parola "Facebook" e, se registrato e maggiorenne, quasi certamente potrete trovare la sua scheda pubblica collegata al noto social network. Comodo, no? Peccato che da sabato prossimo tutto ciò non sarà più possibile.
L'ennesimo giro di vite su Internet per tutelare la privacy degli utenti arriva dal documento finale redatto dalla 30ma Conferenza internazionale delle Autorità per la protezione dei dati personali che si tiene a Strasburgo. Sotto accusa i social network, appunto, rei di aver rivelato dati confidenziali dei propri utenti senza un adeguato consenso, e quel che è peggio con la complicità dei motori di ricerca. Tanto che il Garante della privacy italiano, Francesco Pizzetti, insieme ad altri 77 rappresentanti europei riuniti nell'emiciclo del Consiglio d'Europa, ha deciso altrimenti.
Per i garanti, infatti, il problema principale è la diffusione a macchia d'olio dei dati personali una volta che essi vengono messi su Facebook o su qualsiasi altro social network. E non si parla solo delle proprie generalità ma anche della serie di informazioni private che si raccontano agli amici sulle loro pagine personali.
Un esempio? La notizia della gravidanza della figlia di Sarah Palin (candidata vicepresidente per i repubblicani nelle elezioni Usa), rimbalzata dal social network, dove il fidanzatino della ragazza si era confidato con gli amici, ai motori di ricerca che l'hanno resa di pubblico dominio. O ancora il caso di Wayne Forrester, 34 anni, di Croydon presso Londra, che ha brutalmente ucciso a coltellate la moglie Emma, con la quale era stato sposato 15 anni, dopo aver letto su Facebook a pochi giorni dalla separazione che lei era tornata single e intendeva incontrare altri uomini.
Per non parlare della giovane Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa nella sua stanza nel capoluogo umbro il 1° novembre 2007, le cui foto e profilo su Facebook sono stati immediatamente rintracciati all'indomani della tragedia e diffuse via Web.
Per questo, rilevano i garanti, gli utenti che spesso sono inconsapevoli delle conseguenze devono essere avvertiti del fatto che "al momento non esiste protezione adeguata per evitare che i dati personali vengano copiati e diffusi in modo indiscriminato". E ha aggiunto Luca Bolognini, presidente dell'Istituto italiano per la Privacy, ai microfoni di Ecoradio: "Cambieranno diverse cose a partire da sabato. I profili degli 11 milioni di utenti di Facebook, il più grande socialnetwork del mondo, non saranno più visibili dall'esterno. Le notizie personali non correranno più così velocemente nel web."
L'altolà da Strasburgo. Ma Facebook non è il solo ad essere finito nel mirino della Conferenza dei Garanti della privacy riuniti a Strasburgo. Anche MySpace, Netlog, Hi5 e Friendster - solo per citare i principali - dovranno presto adeguarsi alle misure decise per regolare le 'piazze virtuali'. Vediamole in sintesi.
Primo: i social network dovranno rendere inaccessibili ai motori di ricerca tutti i dati sensibili dei propri utenti a meno che il loro consenso non sia chiaramente espresso. Secondo: i provider, che per i Garanti hanno "una precisa responsabilità" nel funzionamento dei vari aggregatori sociali virtuali, devono informare meglio gli internauti sui rischi che corrono diffondendo i propri dati personali. Infine, sempre i provider devono limitare l'accesso ai profili degli utenti, in modo che essi siano visibili a tutti solo in parte, e per intero solo a chi è iscritto allo stesso social network.
I numeri al di là della privacy. Il fenomeno dei social network sembra infatti andare avanti per la sua strada, fra decisioni delle Autorità in materia di privacy ed esigenze degli utenti. E il successo non sembra mancare o essere intaccato dalle preoccupazioni sollevate dai Garanti a Strasburgo.
Creato nel 2004 da Mark Zuckerberg - all'epoca studente di Harvard - per mantenere i contatti tra ex compagni di classe, Facebook ad esempio si è diffuso tanto da entrare tra i 10 siti più cliccati al mondo, conquistando il primato assoluto tra i social network. Secondo i dati ComScore a giugno il sito avrebbe raggiunto 132.105.000 utenti unici superando il suo rivale MySpace (117.582.000).
In Italia, inoltre, negli ultimi mesi c'è stato un vero e proprio boom. Ad agosto Facebook ha fatto registrare 1.369.000 utenti unici con un incremento annuo del 961%. Nel terzo trimestre del 2008 la diffusione di Facebook è stata così veloce che ha portato l'Italia alla guida della classifica mondiale per incremento di utenti (+135%). Ad ottobre, infine, ci sono stati i primi Facebook party: feste organizzate con il tam tam sulla rete. Solo a Roma si sono trovate tremila persone l'undici ottobre, e dopo domani, mercoledì 22, si replica a Milano.
Ma non finisce qui. Con buona pace di tutti, il numero uno dei social network non sembra abbia nessuna intenzione di arrestare la propria crescita. Mark Zuckerberg starebbe infatti pensando di entrare nel business della musica digitale, sulla scia di quanto fatto da MySpace il mese scorso e per questo sarebbe in trattativa con alcuni servizi di streaming e community music - tra i quali Rhapsody. com, iMeem. com, iLike. com e Lala. com - per realizzare con loro un accordo di vendita in outsourcing. Copyright... e privacy permettendo. S'intende.