Da La Stampa:
Il premier ottimista: il crac non coinvolgerà l'economia reale
WASGHINGTON
Accolto con gli onori di un capo di Stato, Silvio Berlusconi arriva a Washigtnon per incontrare il suo «amico» George W. Bush. Ad accoglierlo alla Casa Bianca c’è una salva di cannoni, poi gli inni. Con sè il presidente del Consiglio porta in dono alla ’prima coppià statunitense un vaso di Ginori raffigurante le tre grazie e una collezione di cravatte e foulard di Marinella. La cerimonia ufficiale è un lungo susseguersi di ammiccamenti. Tra i due statisti c’è un forte legame e si vede. Berlusconi ricambia con parole dolci: «Sono sicuro che la storia dirà che George W. Bush è stato un grande, davvero grande presidente degli Stati Uniti d’America», dice. Il discorso ufficiale è un inno alla collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico.
Il premier ringrazia gli Stati Uniti per aver «salvato» l’Italia e «l’Europa da fascismo, nazismo e comunismo. Ci hanno aiutato a uscire dalla povertà grazie al piano Marshall», aggiunge. E solo continuando a lavorare insieme, prosegue Berlusconi sarà possibile superare le due emergenze che pesano sul mondo: il terrorismo e il terremoto finanziario. L’Italia sarà con gli Usa su entrambi i fronti. «Continueremo a restare al vostro fianco finchè i nemici della libertà, che non hanno alla base delle loro decisioni l’amore, non saranno completamente sconfitti», promette il capo del Governo. E altrettanto cruciale sarà collaborare per risolvere la crisi dei mercati. «Bisogna sostenere l’economia reale e garantire liquidità al sistema bancario affinchè le banche possano continuare a fare il loro mestiere, che è sostenere le imprese e i consumatori. Ci sono ampie possibilità affinchè l’economia reale non abbia troppo gravame per ciò che è successo nella finanza», osserva il Cavaliere. Berlusconi sottolinea anche la necessità di allargare i confini del G8, fino a farlo diventare «un G14 o un G16».
E si mostra ottimista sulla situazione in Italia dove «una sola banca» si è dimostrata «sottopatrimonializzata» ma ha già provveduto a «un aumento di capitale trovandolo peraltro sul mercato». Insomma, «non abbiamo bisogno di molte cose», replica a chi chiede perchè non sia stata fissata una cifra per finanziare il progetto salva-banche. Ma l’eventuale ingresso dei governi nel capitale delle banche in crisi, avverte, non deve tradursi in «un eccesso di statalismo».
Poi, la visita alla National Gallery con la first lady Laura Bush, la colazione con il vicepresidente Dick Cheney, la cena di gala. Nel pomeriggio telefonata ai due candidati presidenziali, Barack Obama e John McCain. «Dirò loro di fare i bravi», scherza Berlusconi.
E' curioso come ci si dimentichi del fatto che molti banchieri statunitensi (tra cui Prescott Bush, il nonno di George W. Bush) abbiano sostenuto il nazismo fin dalle origini. Alla fine (in questo sistema infernale) i colpevoli vengono quasi sempre premiati, mentre delle vittime si parla veramente poco.