Sulla scia dell'allarme senza precedenti lanciato dal Fondo Monetario Internazionale e degli impegni presi dal G7, vertice dei Paesi euro a Parigi per trovare una soluzione comune per far fronte alla crisi della finanza che ha investito anche l'Europa. Un'azione coordinata in sei punti che prevede un'adeguata liquidità alle istituzioni finanziarie, garanzie sui prestiti, la ricapitalizzazione efficiente delle banche in difficoltà da parte dei governi, la revisione delle regole, il coordinamento dele procedura tra i governi europei. È quanto prevede la bozza del piano concertato dell'eurozona. Il documento sollecita anche «un ulteriore azione di coordinamento» e afferma «l'impegno ad agire insieme con misure coordinate».
La garanzia dei governi sui prestiti interbancari fino al 31 dicembre 2009 è una delle misure contenute nella bozza. Il documento prevede anche la possibilità per i governi di fornire alle istituzioni finanziarie i capitali necessari per assicurare il buon funzionamento dell'economia e di impegnarsi per le ricapitalizzazioni degli istituti di credito in difficoltà. In questa ottica i governi renderanno disponibili per un periodo di tempo limitato garanzie, assicurazioni, acquisti diretti e altri simili accordi sui nuovi debiti a medio termine nelle principali banche. In tutti i casi, si legge ancora nel documento, queste azioni dovranno essere strutturate in modo tale da evitare ogni distorsione di mercato e ogni possibile abuso a danno di chi non ne beneficerà. Per assicurare che questa indicazione venga rispettata, recita il documento, il prezzo di questi strumenti dovrà riflettere le normali condizioni di mercato e ne dovranno beneficiare tutte le istituzioni finanziarie presenti sui territori nazionali. Inoltre i governi potranno imporre ulteriori condizioni ai beneficiari di queste misure, condizioni che potrebbe comprendere anche un adeguato supporto all'economia reale. Infine questo schema sarà limitato nel tempo e nell'ammontare e sarà applicato sotto stretta sorveglianza delle autorità finanziarie fino al 31 dicembre 2009.
I leader dell’Eurogruppo intendono inoltre «creare e rafforzare le procedure che permettono lo scambio di informazioni» tra i governi, la presidenza di turno, il presidente della Commissione europea, il presidente della Bce e il presidente dell’Eurogruppo. Nel documento si dà mandato al Consiglio europeo di presentare una proposta mercoledì «per migliorare la gestione della crisi tra i Paesi europei». Al prossimo Consiglio Ecofin, con il sostegno della Commissione e in cooperazione con la Bce, spetterà di riferire sull’applicazione di queste nuove misure.
Il premier britannico Gordon Brown ha incontrato Sarkozy prima della riunione dell'Eurogruppo, di cui la Gran Bretagna non fa parte. Brown nei giorni scorsi ha sottolineato più volte la necessità di un «approccio globale» che era mancato una settimana fa, quando la riunione del G4 svoltasi sempre a Parigi si concluse rimarcando ancora una volta divisioni interne, soprattutto a causa della contrarietà della Germania alla nascita di un fondo comune per il salvataggio del settore bancario. Ma ora lo scenario era mutato.
Il capo dell'Eliseo per primo aveva fatto circolare 10 giorni fa l'ipotesi di un piano di salvataggio Ue, e il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva subito fatto sapere di non pensare «nulla di buono» di un'idea del genere. Escluso il fondo, che tanto sarebbe piaciuto a Silvio Berlusconi, sul piatto dei leader dell’Eurozona potrebbe prendere corpo un intervento nel capitale delle banche in difficoltà, oltre a garanzie per depositi (e forse prestiti interbancari). Più cautela sulle acquisizioni di attività bancarie a rischio. Nel corso di un incontro a Colombey-les-deux-Eglises, città e luogo di sepoltura di Charles de Gaulle, Sarkozy ha rilevato che «un fondo europeo creerebbe problemi giganteschi», mentre Merkel si prepara a varare un piano di salvataggio delle banche tedesche già lunedì, rinunciando così al metodo “caso per caso” seguito fino ad ora e allineandosi di fatto a quanto deciso in molti altri paesi europei per far fronte alla crisi finanziaria.
«Basta mettere un cappello comune europeo e la magia è fatta», osserva una fonte europea. Il ministro delle Finanze Giulio Tremonti aveva difeso l'idea di un «fondo» da ricavare da una percentuale del Pil di ciascun paese messa a disposizione degli istituti in difficoltà.
ce la faremo a salvarci?
PS :articolo tratto da l'unità