Il periodo in cui rimarrebbero in carica i componenti di questo "Senato-dopolavoro", come lo definisco io, verrebbe a coincidere con la durata delle rispettive legislature comunali o regionali, che - come sappiamo tutti - differiscono da comune a comune e da regione a regione (nel senso che in Lombardia si voterà nel 2018 ed in Calabria nel 2019; a Mantova nel 2015 e a Palermo nel 2017): diciamo che - anche per questo - mi sembra una riforma fatta un po' a capocchia (e mi tengo buono).
E comunque non so voi, ma io, dopo aver letto questo articolo di Travaglio, sono stato assalito da un discreto senso di inquietudine...