Originariamente inviata da
Annie Lennox
Il parlamento attuale non è incostituzionale, ma la legge con la quale sono stati eletti sì. Il premio di maggioranza è incostituzionale.
Quello che dici tu è vero, ma non si possono nemmeno avere i due estremi, cioè troppa maggioranza e poca maggioranza.
Allo stesso tempo, se le elezioni ci consegnano un paese spaccato a 3, non è colpa di nessuno se non degli elettori che sono spaccati verso 3 grandi fazioni. La spinta, viziata da una legge elettorale (Italicum), al bipolarismo, però, compromette la volontà dei cittadini espressa mediante il voto. Se l'Italia vota 3 poli, ci saranno 3 poli. E' una situazione assurda e su questo concordo pure io. Non sono così estrema..ma, dimmi, chi sono i partiti tutti, o chiunque per loro, per stabilire che la volontà popolare deve essere stravolta? Siamo sicuri che vogliamo viziare una legge elettorale ad uso e consumo di quelli che vogliono solo governabilità?
Se le elezioni ci danno 3 poli, perchè dobbiamo intervenire deviando milioni di voti?
In sostanza è quello che ha detto la Corte costituzionale, cioè: In tal modo, dette norme producono una eccessiva divaricazione tra la composizione dell’organo della rappresentanza politica, che è al centro del sistema di democrazia rappresentativa e della forma di governo parlamentare prefigurati dalla Costituzione, e la volontà dei cittadini espressa attraverso il voto, che costituisce il principale strumento di manifestazione della sovranità popolare, secondo l’art. 1, secondo comma, Cost.
Io, personalmente, ritengo che ci voglia ASSOLUTAMENTE la maggioranza, sennò è ovvio che non lo governi un paese. Ma ci vuole la giusta maggioranza, nè troppo alta da far passare i provvedimenti quasi con i numeri di un solo partito, e nemmeno troppo bassa sennò non avrebbe senso l'esistenza stessa della maggioranza.
La cosa che io non accetto è viziare i voti per avere due poli. Tocca rispettare quello che gli italiani vogliono, se sono 3 poli che siano 3 poli con una maggioranza giusta che rispecchi la volontà popolare.