Per il governo la soluzione di tutti i problemi è censurare chi li denuncia.
Laudadio è l'ultima vittima dei capricci dei partiti, colpevole nella sua trasmissione radiofonica "Attenda in linea" di aver sbeffeggiato i privilegi della casta: Schifani ordina la censura, Lorenza Lei, direttore della RAI, ubbidisce. E meno male che lo slogan del programma è "senza censura"!!!
Ma questa è una storia che parte da lontano.
Tutto iniziò con l'editto bulgaro del 2002 che fece sparire dalla televisione pubblica Luttazzi e Biagi, la mannaia tentò di abbattersi anche su Santoro ma, dopo una sospensione di circa un anno, il ricorso da lui presentato ebbe successo tanto che in una sentenza del tribunale di Roma venne imposta la conduzione di un programma alla RAI. Un ordine questo mai rispettato nonostante i richiami, Santoro infatti tornò a condurre un programma di approfondimento giornalistico solo nel 2006 con il divenuto celebre Annozero.
Oltre ad aver sbattuto fuori dalla televisione pubblica ottimi giornalisti e un bravissimo comico che, con i loro programmi, riscuotevano un successo di pubblico notevole, ciò che scandalizza è che una televisione pubblica sia così dipendente dai partiti: parte l'ordine e la RAI esegue. Una tv come la rai dovrebbe servire i cittadini, non i partiti, sbaglio? Altrimenti diventa televisione di partito non pubblica.
Ma non è certo finita qui. "Vieni via con me" è stata probabilmente una delle trasmissioni più belle (e seguite) degli ultimi anni e non è stata riconfermata. "Che tempo che fa", "Ballarò" e "Annozero" sono programmi seguitissimi e sempre sotto l'occhio del ciclone tant'è, che lo stesso Santoro, ha recentemente rinunciato a condurre il programma in quelle condizioni.
La dimostrazione dell'assoluta dipendenza e sottomissione della tv pubblica ai partiti è il rifiuto della proposta di Santoro di condurre Annozero ad un solo euro a puntata. Se una azienda rifiuta una proposta simile e si rifiuta di produrre un programma che porta introiti pubblicitari milionari beh, allora non c'è altro da aggiungere: RAI tv di partito.
fonte: Diario di una Nazione: RAI, televisione di partito