Eolico, indagati Dell'Utri e Cosentino
Intanto Bocchino chiede la testa di Verdini: "ci sono altre intercettazioni, non potrà resistere". Novità sul fronte P3: Carboni tentò di avvicinare i pm per l'inchiesta G8
Nuovi nomi nell'inchiesta sull'eolico. Nel registro degli indagati della Procura di Roma vengono iscritti, infatti, anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino per il reato di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete.
Dopo Brancher, sembra giunto il turno di Verdini. Bocchino, dalle pagine del Corriere della Sera, chiede le sue dimissioni. "Ci sono altre intercettazioni, non resisterà", ha detto il fedelissimo del presidente della Camera in una chiacchierata con il quotidiano di via Solferino.
Insomma, regna un clima di caos nella maggioranza nonostante l’impegno di Berlusconi per abbattere al più presto la faida interna al PdL.
Bocchino non si limita a picconare Verdini. Per il "portavoce" di Fini, “È tempo di rilanciare un nuovo grande patto di legislatura tra i due leader del PdL”.
Attacco a Verdini - Le dimissioni di uno dei tre coordinatore del PdL sarebbero “un atto di coraggio” da mettere in pratica per rilanciare la maggioranza e scegliere “un coordinatore unico tale da rappresentare sia Berlusconi che Fini”. Così Bocchino giustifica sul Corriere la sua richiesta. Verdini è sotto assedio per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sugli appalti eolici in Sardegna (senza però aver ricevuto avvisi di garanzia), la presunta corruzione negli appalti legati ai Grandi Eventi e l’accusa di “associazione segreta”, messa in piedi insieme a Flavio Carboni. Su quest’ultimo sospetto si basa la tattica dell’attesa di Fini & C.: “Sarà quello che verrà fuori che porterà Verdini a dimettersi, noi abbiamo visto finora solo una parte delle intercettazioni, quella relativa alle responsabilità addebitate agli altri indagati. Ma quando emergeranno le intercettazioni, sarà difficile che Verdini riesca a resistere”. La soluzione migliore, secondo i finiani, è l’applicazione della pratica Brancher, un passo indietro del coordinatore sotto la pressione di Berlusconi “che non può far finta di non vedere”. Un atteggiamento poco garantista nei confronti di Verdini, anche se Bocchino precisa che dai verbali ai quali ha avuto accesso “l’ultima inchiesta che lo riguarda vede ben poco di penale”.
La replica del Pdl - Ciò che stupisce maggiormente nel PdL è che Bocchino sia in possesso dei verbali delle intercettazioni. Bondi e Cicchitto dicono che "l’On. Bocchino ha l’obbligo di riferire come sia giunto in possesso di tali verbali, in che modo e attraverso quali canali". E lui risponde che si riferiva "semplicemente all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carboni e soci, documento in possesso di tutte le redazioni dei giornali".
Larghe intese – Per fomentare il caos interno alla maggioranza, infine, i primi a raccogliere la palla del governo istituzionale proposta di Pier Ferdinando Casini, sono stati i finiani, nonostante la forte contrarietà leghista ad estendere la coalizione di governo all’Udc. "Il presidente Casini offre oggi al centrodestra tutto una nuova opzione per la seconda parte della legislatura, peraltro senza mettere in discussione il mandato elettorale di Berlusconi" afferma i presidente di Generazione Italia, Italo Bocchino. “E’ evidente – prosegue - che ogni scelta su come affrontare i prossimi anni di governo spetta solo a Berlusconi ma il PdL e la Lega hanno il dovere di aprire una discussione franca sulla proposta di Casini".
La P3 e l'inchiesta del G8 - Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi, i tre accusati con il coordinatore del Pdl Denis Verdini di violazione della legge Anselmi, volevano avvicinare anche i magistrati di Firenze che indagavano sul G8 della Maddalena e sugli altri grandi eventi affidati alla Protezione civile. E' questa l'ultima novità emersa dal provvedimento di custodia cautelare emesso dalla Procura di Roma. Secondo i magistrati il gruppo utilizzava l’associazione culturale 'Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà' di Lombardi come strumento "per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura", in base a quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni De Donato.
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