Lettera del direttore generale della Rai al presidente Garimberti
per chiedere la convocazione immediata del Cda. Dubbi dei consiglieri Pdl
L'affondo di Masi contro Santoro
"Danneggia l'azienda, va licenziato"
di GOFFREDO DE MARCHIS
Michele Santoro
ROMA - "Alla luce delle ultime evenienze", scrive Mauro Masi riferendosi alla serata di "Rai per una notte". Il direttore generale ha mandato ieri mattina una lettera formale al presidente del Cda Paolo Garimberti e ai consiglieri per chiedere una riunione ad hoc e straordinaria sulla situazione complessiva "legata al signor Michele Santoro". Viale Mazzini dovrebbe cioè valutare se i comportamenti del conduttore danneggiano o meno "la credibilità dell'azienda" e se il suo contratto "al di là di ogni giudizio di merito, travalica i limiti della gestione ordinaria e dei poteri del direttore generale". In parole povere, significa che è partito l'attacco finale a Santoro. Obiettivo: la risoluzione del contratto. Ovvero, la cacciata dalla Rai.
È la posizione muscolare caldeggiata da Silvio Berlusconi e condivisa, non a caso, dal viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani. È anche il modo per mostrare al premier che la Rai non sta con le mani in mano e si muove contro Santoro. Le intercettazioni di Trani del resto parlano chiaro. Sappiamo quanto il Cavaliere si arrabbi se non vede un'adeguata reazione ad Annozero. Da ieri sono al lavoro gli avvocati dell'ufficio legale Rai per vagliare la minima violazione degli obblighi contrattuali eventualmente consumata a Bologna dall'anchorman. Si verifica il rispetto dell'esclusiva, si spulciano ospiti e maestranze per capire se qualcuno ha partecipato allo show pagato in quella giornata dalla Rai. Se la squadra santoriana ha usato telefonini aziendali. Si dà persino la caccia all'autista che ha accompagnato Santoro al Paladozza (risulta che il giornalista abbia noleggiato la macchina a sue spese). È una strada in salita, ma forse senza sbocchi. Lo sanno al settimo piano di Viale Mazzini, come nelle stanze del governo.
Garimberti ha già risposto alla lettera di Masi sul cda straordinario, con un interlocutorio "vedremo" che sa tanto di "lascia perdere". "E il carattere d'urgenza lo decido io", ha fatto sapere al dg. Persino nel Pdl si affacciano dubbi sulla strategia "faccia feroce". Il consigliere Antonio Verro, vicinissimo al premier, sembra nettamente contrario alla risoluzione del contratto. Non è diventato improvvisamente santoriano, è convinto tuttavia che non si debbano più fare autogol politici a Viale Mazzini. La via più semplice semmai è quella dei paletti: rispetto delle regole aziendali e responsabilità economica di Santoro di fronte alle multe dell'Agcom. La risoluzione del contratto per giusta causa (violazione dell'esclusiva), l'ipotesi su cui lavora Masi, ieri è stata evocata anche da Bruno Vespa. Romani però parlando con alcuni suoi collaboratori si chiede: "Santoro avrà fatto qualche errore giovedì notte? Temo di no".
Se Masi vuole andare fino in fondo ha gli strumenti per farlo. Non serve un consiglio straordinario (la lettera di ieri serve soprattutto a far lievitare il dossier contro Annozero). Già mercoledì il direttore generale può prendere di petto l'argomento nella sua consueta relazione al cda. Sempre lui può proporre la risoluzione del contratto e chiedere ai consiglieri un voto. Con quali elementi e quali possibilità di successo? I consiglieri del Pd difendono Santoro. "Con lui i muscoli non servono - dice Nino Rizzo Nervo -. Se lo cacciano un giudice lo rimanda in onda dopo 20 giorni". Secondo Giorgio Van Straten non si fa a braccio di ferro "con una risorsa della Rai". Masi comunque ha imboccato la strada dello scontro e difficilmente tornerà indietro. La considera una battaglia sulle regole. Ma avrebbe bisogno di una maggioranza compatta. Invece si rincorrono le voci che parlano di una sua sostituzione con Lorenza Lei o con lo stesso Verro. Altri che dicono che a pagare per conto di Santoro potrebbe essere il direttore di Raidue Massimo Liofredi, in veste di capro espiatorio. Mentre in Parlamento il finiano Benedetto Della Vedova si prepara a presentare un ddl per la privatizzazione di Viale Mazzini.